Lo Stupro

Cammino… cammino non so per quanto tempo. Senza accorgermi, mi trovo davanti alla Questura.
Appoggiata al muro del palazzo di fronte, la sto a guardare per un bel pezzo. Penso a quello che dovrei affrontare se entrassi ora… Sento le loro domande. Vedo le loro facce… i loro mezzi sorrisi… Penso e ci ripenso… Poi mi decido…
Torno a casa… torno a casa… Li denuncerò domani.

Così si concludeva il celebre monologo di Franca Rame, morta il 29 maggio di quest’anno. Martedì prossimo saranno 5 mesi esatti.

Monologo citato dal blog Un altro genere di comunicazione in riferimento ad un recente caso di stupro, quello di una ragazzina di 16 anni.

Se ne è parlato tanto e a sproposito, di questo stupro di gruppo: troppo alcol, l’adolescenza difficile, le gonne troppo corte, le ragazzine troppo truccate, la crisi dei “veri valori” nella società contemporanea…

Le donne vengono stuprate oggi, venivano stuprate 10 anni come 50 anni fa, come 100 anni fa, come 1.000 anni fa. Tutti abbiamo studiato a scuola che l’Italia nasce con un gran bello stupro collettivo (perché, come lo chiamereste voi il ratto delle Sabine?) e dall’antica Roma ad oggi le donne hanno indossato gonne di tutte le lunghezze, senza per questo riuscire a risolvere il problema.

Vengono stuprate le ragazzine, le donne anziane, quelle che indossano i jeans e quelle in shorts, viene stuprata ogni genere di donna, perché lo stupro è  “normale”, così “normale” che addirittura viene incoraggiato nei social network, senza nessuna remora:

violentiamole

E a stupro avvenuto, tutti a commuoverci… Per il povero stupratore:

2758_10201340746333329_1591822176_nDopo essere sopravvissuta ad uno stupro, una donna deve sopportare quello che ne consegue:

Penso a quello che dovrei affrontare se entrassi ora… Sento le loro domande. Vedo le loro facce… i loro mezzi sorrisi…

Si chiama colpevolizzazione della vittima. Convincersi che chi ha subito uno stupro ha fatto qualcosa per meritarlo – ha bevuto troppo, si è truccata troppo, ha flirtato troppo – è un modo per ignorare il ignorare il vero problema, e il vero problema è la cultura dello stupro: la combinazione della pressione esercitata dagli stereotipi relativi al ruolo connesso al genere e la minimizzazione della violenza, avvertita come lecita nelle relazioni interpersonali.

L’unico modo per cambiare lo stato delle cose è smetterla una volta per tutte di misurare i centimetri sopra il ginocchio delle gonne, di contare i bicchierini, di biasimare il make up e prendere la decisione coraggiosa di affermare che a causare uno stupro è lo stupratore.

things-that-cause-rapeSarebbe davvero una posizione rivoluzionaria: piantarla una volta per tutte di parlare alle donne, di parlare delle donne, per rivolgerci agli stupratori: sono loro che devono smetterla di stuprare.

Si parla tanto di scuola ed educazione.

Una recente ricerca sugli stereotipi di genere condotta fra gli adolescenti ci ha messo davanti alla triste evidenza: “I maschi sono più attaccati alle idee che giudicano ovvie (compreso il fatto che molte donne violentate ‘se la siano andata a cercare’)“. E a proposito della scuola leggiamo: “Ci sono docenti molto attive, esperienze molto positive, ma non è usuale parlare a scuola di queste cose, prenderne spunto per definire i concetti di differenza e di disuguaglianza, di parità e di pari opportunità. Di rado si nominano le differenze di genere, si esaminano le relazioni e i ruoli. È più facile far finta che gli esseri presenti in aula siano asessuati.”

E’ facile far finta che va tutto bene, ma le cose non vanno bene affatto.

Mi rivolgo agli educatori: è veramente necessario che il Ministro della Pubblica Istruzione invii una circolare perché sentiate il bisogno di parlare in classe di queste cose?

Una ragazzina di 16 anni ha denunciato uno stupro: erano in tanti, gli stupratori, e lei era sola. Nessuno è intervenuto per aiutarla. Questa ragazzina ha deciso coraggiosamente di tornare a scuola, perché lei lo sa che non ha nulla di cui vergognarsi. Sono gli stupratori che dovrebbero provare vergogna per quello che hanno fatto, che dovrebbero avere paura di affrontare il giudizio della gente.

E noi adulti lo sappiamo che non è la vittima di stupro che dovrebbe vergognarsi?

Non molto tempo fa gli abitanti di Montalto di Castro sono scesi in piazza per difendere a gran voce i loro stupratori. Sembra che senta il bisogno di parlare solo chi ha qualcosa di orrendo da dire. Una scena che vorrei dimenticare. Vorrei vedere un’altra Italia, un’Italia che ha preso coscienza e vuole cambiare.

E magari potrebbero farmela dimenticare i ragazzi delle scuole, questi ragazzi sotto accusa in questi giorni, descritti come ubriaconi anestetizzati dalla playstation incapaci di distinguere il bene dal male.

E’ vero che siete tutti dei potenziali stupratori? E’ vero che siete così stupidi da non capire che violentare una donna è sbagliato, che lo stupro non ha niente a che fare con il sesso, che non vi renderà “più uomini”? Davvero non riuscite a comprendere che lo stupro è una ferita profonda e lacerante che infliggete ad un altro essere umano, una ferita che non si rimarginerà mai completamente e rimarrà, come un doloroso rumore di fondo, per sempre? Davvero non siete in grado di capire quando una ragazza vi sta dicendo di no?

Perché lasciate che siano gli adulti a parlare per voi, lasciate che vi descrivano sui giornali come una massa di animali libidinosi in balia di una minigonna, bestiole decerebrate che si eccitano al grido “violentiamole”?

Io lo so che non siete così, che non lo siete affatto. La maggior parte di voi non lo è.

La scorsa primavera ho assistito alla premiazione di un concorso cui partecipavano scuole da tutta Italia, il tema era il rispetto dell’altro da sé: ho ascoltato temi meravigliosi che parlavano di razzismo, di violenza sulle donne, di intolleranza, di discriminazione. A vincere è stato un ragazzo e vi confesso che le sue parole mi hanno davvero commosso.

Dei vostri coetanei, in Turchia il mese scorso, sono scesi in strada in gonna per protestare contro il divieto imposto alle loro compagne di mostrare le gambe a scuola. Volevano lanciare un messaggio agli adulti, quegli adulti che amano occuparsi di decidere cosa indossate: il corpo delle donne non è peccaminoso, non sono le donne a “creare problemi” con i loro centimetri di coscia esposti; le minigonne non stuprano, l’alcol non stupra, le ragazze non provocano gli stupri con il loro abbigliamento e i ragazzi non sono vittime inconsapevoli degli eventi, marionette incapaci di intendere e volere: ognuno di noi è quello che sceglie di essere. E loro hanno scelto di essere coraggiosi, hanno trovato un’immagine forte per raccontarci – a noi adulti, incatenati agli stereotipi di genere – un modo nuovo e diverso di essere maschi.

manifestazione-gonne-turchia-2

Sono gli stupratori che stuprano e non essere degli stupratori è solo ed unicamente una vostra decisione.

Non siete degli stupratori? Ditelo. Ad alta voce. Io non stupro. Io non sono uno stupratore. Io sono fiero di non essere uno stupratore. Io non sto dalla parte degli stupratori.

Il Senatore Giovanardi ha dichiarato che lo stupro di una ragazzina è imputabile alla “perdita di valori” dei ragazzi di oggi, opinione condivisa, tra gli altri, dal Sindaco di Modena.

Ma a quali valori fanno riferimento queste persone?

Penso ad un’altra Franca, a Franca Viola: lei, che viveva nel bei tempi andati ricchi di veri valori di cui favoleggiano i Giovanardi di questo paese, ha contribuito con il suo coraggio a cambiarli, quei “veri valori”, perché non c’è mai stato un “ieri” in cui i ragazzi erano “bravi ragazzi”, ma c’è stato un tempo in cui lo stupro non era neanche un reato contro la persona e si risolveva con un bel matrimonio riparatore.

Una petizione in rete chiede al Presidente di introdurre nei testi scolastici la vicenda di Franca Viola.

Ma, cari insegnanti, non avete bisogno di un libro di scuola per parlare di Franca Viola, non avete bisogno che ve lo chieda il Presidente Napolitano per decidere di leggere ai vostri studenti il monologo di Franca Rame, non avete bisogno di chiedere il permesso per parlare con i vostri ragazzi! Si vostri: le vostre classi, i vostri studenti, una vostra responsabilità.

Non c’è bisogno di stilare un progetto formale, di acquistare materiale, di stampare nuovi libri e certo non è il momento di rimanere in “rispettoso” silenzio. Non c’è niente di “rispettoso” nel silenzio. Il silenzio permette solo che le voci di chi punta il dito contro la vittima si sentano meglio.

Mi rivolgo a quelle “docenti molto attive”, a quei docenti molti attivi che sicuramente ci saranno: è il momento di fare qualcosa. Dall’alto, da quelli come il Senatore Giovanardi, non pioverà nessun aiuto.

Idee?

Mi rivolgo anche ai ragazzi: dateci una lezione.

Quando negli Stati Uniti è esploso il caso dello stupro di Steubenville, un ragazzo ha risposto a quei giornalisti che si sono apertamente schierati dalla parte degli stupratori colpevolizzando la vittima, ha risposto con un video, “A Needed Response” (una risposta della quale c’è bisogno), un video nel quale si rivolge non alle donne, ma “agli stupratori di Steubenville… o qualsiasi altro stupratore là fuori“:

“Real men treat women with respect” conclude, cioè: “I veri uomini trattano le donne con rispetto.”

Noi, gli adulti che dalle pagine di Repubblica discutiamo se non sia il caso di rinchiudervi nelle vostre stanze, controllarvi il guardaroba, sequestrarvi lo smartphone e magari istituire il coprifuoco, dovremmo entrare nell’ordine di idee che non c’è nessun rassicurante passato al quale tornare;  possiamo costruire un futuro migliore, però, un futuro in cui non si intima alle ragazze “tornate a casa”, un futuro pieno di divertentissime feste nelle quali tutti i participanti si sentono al sicuro, a prescindere dal sesso e dall’orientamento sessuale.

Informazioni su il ricciocorno schiattoso

Il ricciocorno schiattoso si dice sia stato avvistato in Svezia da persone assolutamente inattendibili, ma nonostante ciò non è famoso come Nessie.
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29 risposte a Lo Stupro

  1. Paolo1984 ha detto:

    sono completamente d’accordo

  2. alessiox1 ha detto:

    Se vale ancora il detto “non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te” dubito che gli uomini(o le donne) che dicono che quelle donne se la sono cercata che era per colpa dei vestiti, gli piacerebbe essere stuprati o che ciò venga fatto hai loro cari.

    • A nessuno piacerebbe essere stuprato. Il problema sono quelli cui piace stuprare… Di loro si parla poco e spesso se ne parla solo per deresponsabilizzarli.

    • Narayana ha detto:

      mi fanno in@@@@ chi dice che è colpa delle donne,delle loro gonne corte,dei comportamenti da z@@@,colpevolizzano noi donne di essere quelle che attirano queste situazioni.io vittima di molestie,fortuna mai uno stupro,ma le molestie fanno male comunque,avevo 14 anni e lui 35.sono andata dai carabinieri,e sai cosa mi sono sentita dire?”se non cè uno stupro noi non possiamo fare niente”.ma ti rendi conto???ora ho 24 anni,vittima del mio vicino di appartamento,sono 3 anni che mi assilla,ci prova,cerca in tutti i modi di palpeggiarmi,e’ arrivato a chiedermi di andare con lui.ho sempre rifiutato ogni sua avances,ne ho parlato con il mio ragazzo,visto che è il suo cugino,e lui mi dice che non può fare niente che potrebbe forse fare di peggio,che forse è colpa mia che lo provoco. Ma scusa,salutare per educazione è una provocazione?scambiare 2 semplici parole è una provocazione?
      fatto sta che io le ho provate tutte,dall’arrabbiarmi,all’ignorarlo,a rispondergli a tono,a dirgli che lo avrei detto alla moglie(a si perchè è anche un uomo sposato con dei figli all’incirca della mia età).ero arrivata ad aver paura di fare le scale da sola,sentirmi i suoi commenti viscidi,e il suo fiato sul collo,mettevo l’orecchi fuori dalla porta x sentire se scendeva o saliva le scale.
      così un giorno ne ho parlato con mia madre,eravamo sotto casa mia,e credo abbia intuito la cosa il tipo,ora momentaneamente mi da tregua.
      Non trovo giusto che colpevolizzano le DONNE,ma analizzassero anche gli uomini per una volta.

  3. Il Rasoio di Occam ha detto:

    Non posso scrivere molto, perché ho una connessione internet pessima ma…mi hai fatto venire le lacrime agli occhi.

  4. Vale ha detto:

    Sei fantastica, seriamente. Grazie
    Vale

  5. IDA ha detto:

    Ieri quando ho letto l’articolo della De Gregorio, sono uscita da internet arrabbiata, e solo a tarda sera sono riuscita a rientrare.. Salto tutta una serie di argomenti che sono già stati trattati, e di cui non ho da aggiungere altro.. Vorrei solo aggiungere alcune note sull’articolo dell’avvocato difensore De Gregorio.. (si perché usa tutti gli elementi che userebbe un buon avvocato difensore degli stupratori.).. Lei stessa cita il caso di Niscemi, di qualche anno fa, e ricordo il suo articolo, tutto concentrato sul disagio giovanile, il bene e il male, il sud, ecc..ecc. grandi ragionamenti sul sociale, non ci sono più le mezze stagioni, ecc,ecc.. Con questi ragionamenti la vittima scompare, e si deresponsabilizza i carnefici, anzi si fanno diventare vittime di una società cattiva che non li sa capire..
    Poi stucchevole e fastidiosa sui “16 anni”; la De Gregorio è mia coetanea, lei poteva stare al telefono, perché proviene da una famiglia borghese, io no, non avevo nemmeno il telefono.. ed ero molto cretina, ma non ho mai pensato di voler essere stuprata, per diventare grande.. I pensieri mi girano troppo velocemente nella testa, che non ricordo più cosa altro volevo aggiungere.. Comunque se vuol fare poesia letteratura, provi una volta ad avere un po’ di empatia con la reale vittima.. provi a fare un po’ di poesia su chi resta sdraiata sul divano, tutto il giorno, senza avere il coraggio di uscire fuori.. Provi a fare un po’ di poesia, su quelle donne non riescono più nemmeno ad entrare in un supermercato, senza farsi prendere dall’ansia, avere il mal di testa, vomito, mancanza del respiro.. spaventarsi se qualcuno ti viene incontro o ti tocca…..per oggi basta!

  6. IDA ha detto:

    L’altro giorno, quando si parlava dello “ stupro di Halloween”, io avevo accennato alla possibilità di una reazione, ma pensandoci bene, io avrei fatto come la reporter, non avrei reagito, perché so, cosa che non sa la signora De Gregorio, in quei casi si entra in uno stato di confusione, intorpidimento e paralisi.. quindi è inutile andare a cercare i lividi, come è inutile cercare il senso di colpa nei carnefici.. Il sentirsi in colpa è tipico delle vittime e mai dei carnefici.. e questo non solo negli stupri..

  7. ilaria ha detto:

    Infatti se lei ha denunciato – con quel che capita a chi denuncia, e si sa – vuol dire che non voleva. Segnalo la storia di un’altra ragazza violentata, che ha denunciato e continua a farlo, perché ora è da denunciare la violenza che continua a subire: http://thinkprogress.org/health/2013/10/21/2808231/maryville-rape-survivor-victim-blaming/

  8. Andrea Mazzeo ha detto:

    Procurarsi una sbornia per commettere un reato è un’aggravante, non un’attenuante.
    Indurre nella vittima uno stato confusionale per approfittare di lei è un’aggravante.
    Avere rapporti sessuali con una minorenne è un reato.
    Se la minorenne è in stato di ubriachezza il suo eventuale consenso è viziato dallo stato mentale alterato e non è valido.
    Comunque la si voglia girare, la storia rimane quella: uno stupro di gruppo approfittando dello stato di intossicazione alcolica della vititma.

    • Paolo1984 ha detto:

      non sempre bere invalida il consenso o rende incoscienti del tutto..ci sono persone (di ambo i sessi) che bevono e sono comunque in grado di dire sì o no.
      I rapporti sessuali consensuali con una minorenne non sono reato se sono coetanei

  9. Yellow ha detto:

    Grazie, grazie per quello che scrivi. Ho fatto leggere il testo a mia madre, un’insegnante, chiedendole di parlarne con i suoi alunni. Ancora grazie.

  10. Emanuele Di Felice ha detto:

    Libertà vs uguaglianza.
    La libertà è tale quando qualcosa può essere diverso da com’è mentre ciò che uguale non è diverso e non lo è per definizione.La libertà presuppone la diversità, l’uguaglianza nega la diversità.
    La libertà e l’uguaglianza si autoescludono.
    Per le femministe la libertà(diversità) vale quando conviene e anche l’uguaglianza vale quando conviene.
    Non posso diventare stupratore se una donna vuole darmi ciò che io voglio. lo stupro nasce da una diversità di volontà, ma per il femminismo la diversità di volontà tra i sessi è un prodotto dell’educazione patriarcale, dunque se le donne non fossero state sessualmente represse i due desideri sarebbero uguali e lo stupro sarebbe impossibile. Se le donne fossero sessualmente più disponibili non ci sarebbe nessuna volontà contraria da poter violare.
    Quando si parla di stupro non si parla mai della repressione sessuale femminile, del fatto che le donne sono state educate a fare sesso solo nelle situazione prescritte dagli uomini.
    Se la diversità tra i sessi è utile per criminalizzare gli uomini diventa un fatto naturale.

    Cultura dello stupro e cultura della rapina.
    Lo stupro non c’entra nulla con il sesso, come la refurtiva non c’entra nulla con la rapina, si ruba per umiliare il prossimo non per ottenere un illecito guadagno.

    Mi sembra che le accuse di stupro(jeans alibi per lo stupro etc.) vengono considerate come delle sentenze di stupro. Per le femministe un’accusa di stupro equivale ad una sentenza di stupro, dunque i giudici non dovrebbero fare altro che omologare l’accusa di stupro.
    Forse sarebbe il caso di occuparsi della presunzione di colpevolezza maschile che della colpevolizzazione della vittima.

    • La accuse di stupro diventano un teatrino in cui un sacco di gente si permette di affastellare ipotesi sulla corresponsabilità della vittima. Se questi giornali rimanessero in silenzio, invece di proporci fantasiose letture sociologiche del fenomeno, le “femministe” non sentirebbero la necessità di puntare i riflettori sul Presunto stupratore, che altrimenti rimarrebbe sul fondo della scena a godersi pagine e pagine di illazioni contro la vittima e analisi in sua difesa. Basta leggere i giornali, caro Emanuele, per rendersi conto che di parole di biasimo contro i presunti strupratori non ne compaiono proprio (se non scritte a posteriori dalle “femminste” – a posteriori cioè in risposta agli articoli che attaccano la presunta vittima sostenendo che quello stupro se l’è voluto, l’ha in qualche modo provocato). Questi difensori degli stupratori, prima ancora delle “femministe”, danno per scontato che lo stupro ci sia stato, altrimenti non si impegnerebbero tanto a cercare un “contesto storico-sociale” atto a giustificarlo prima che si sia arrivati alla sentenza. Quindi il tuo vittimismo è fuori luogo, come lo sono le accuse alle “femministe”. Non sono le “femministe” che danno per scontato che lo stupro ci sia stato, sono le persone come Giovanardi (ad esempio). A dare per scontato che lo stupro ci sia stato sono tutti quelli che si affrettano a scandagliare la vita privata della presunta vittima alla ricerca di qualcosa che possa giustificare il gesto di quello che ritengono “colpevole”.

      • Paolo1984 ha detto:

        Emanuele, “disponibilità sessuale” non vuol dire “faccio sesso con tutti sempre” vuol dire “faccio sesso con chi mi pare per i motivi che mi pare”.
        Una donna che ti rifiuta sessualmente non ti sta facendo un affronto

    • IDA ha detto:

      Emanuele.. Uguaglianza; Se parliamo di prodotti , oggetti inanimati, sono le caratteristiche simili in comune..si dice uguaglianza di stato.. Ma quando si parla di persone, l’uguaglianza assume tutto un altro significato.. si chiama uguaglianza di condizione, cioè parità nei diritti nella dignità.. ecc..ecc.. solo l’uguaglianza garantisce la diversità, le differenze individuali in fatto di caratteri, personalità, etnie, razze, lingue, sesso..solo l’uguaglianza, garantisce che ognuno possa ritagliarsi una propria forma di vita degna, accanto a quelle degli altri. E se non è libertà questa?
      Poi sullo stupro, sottoscrivo il commento di Ricciocorno.. e non aggiungo altro..

  11. Paola ha detto:

    gran bel pezzo. Sulla presunta “perdita di valori” della moderna società cui farnetica l’on. Giovanardi, mi verrebbe da citare un altro esempio illuminante: quello di Fiorella, immortalato nel “processo per stupro” del ’79, quindi quasi quarant’anni fa, e i cui autori, oltretutto, non erano ragazzini, ma adulti sposati e/o padri di famiglia (e se si rivede il filmato, che è anche su YouTube, si può toccar con mano la schifosa mentalità maschilista di cui erano infarciti i discorsi degli avvocati difensori)

  12. Pingback: Concita De Gregorio e la cultura dello stupro » Massimo Lizzi

  13. L’ha ribloggato su Stormy.e ha commentato:
    Vi propongo la lettura di questo articolo, decisamente attuale visto il tema che tratta, riportato alla luce dai recenti eventi di cronaca.
    Da donna quale sono mi sento particolarmente toccata da questo tema, non ho subìto uno stupro o molte molestie ma ciò non vuol dire che non sono a rischio, lo sono proprio perché di sesso femminile.
    Mi fa salire il crimine e anche un enorme disgusto sentire la gente che trova le scuse più stupide per giustificare gli stupratori perché “bravi ragazzi”: guarda caso quando i giovani sono coinvolti in vari tipi di violenza sono SEMPRE dei “bravi ragazzi”, non ci si leva mai le fette di prosciutto dagli occhi (e magari anche la polvere dal cervello, giusto per usarlo un pochino e non farlo marcire lì solo soletto nel cranio) per capire che l’apparenza non è sostanza e un individuo che pare un angelo può in realtà celare un demonio. Sono sempre gli uomini i poverini che sono stati provocati dal flirt, dalle gonne, dagli short, dal trucco, dall’alcol in circolo (peccato che è una storia vecchia come il cucco e soprattutto falsa quella dei comportamenti che provocano lo stupro perché in Medio Oriente si viene stuprate anche con un burqa addosso, anche senza trucco, anche senza flirtare, senza far nulla).
    MA POVERINI DE CHE?! Dicendo così vuol dire che gli uomini non si sono evoluti da quando erano nelle caverne e sono rimasti degli scimmioni stupidi, irrazionali e violenti, ed è un’offesa al genere umano e all’intelligenza.
    E’ una fortuna che ogni tanto fra quelli di sesso maschile vi sia una voce fuori dal coro che non ci sta a tutto questo e vuole dimostrare di essere una persona razionale, intelligente e decisamente più EVOLUTA rispetto a questi trogloditi.
    E poi, ancora, il mito della crisi dei valori: segno palese di questa crisi sono forse ancora di più eventi come questi, che non una ragazza che gira in minigonna. Per quanto io non sostenga gli eccessi dell’abbigliamento, soprattutto nelle generazioni più giovani, non mi passa neanche per l’anticamera del cervello di mettermi a sindacare su questo e di fare la saputella del piffero, anche perché ho altro da fare che è più utile di una vuota critica che rimane così, sospesa nell’etere.
    La crisi di valori la si ha quando non si dà più la giusta importanza alle giuste cose, e il valore del rispetto, soprattutto verso le donne, è il più svalutato e ignorato che ci sia.
    Recuperiamoli prima un po’ tutti, ‘sti valori, poi possiamo FORSE permetterci di parlare, o forse poi decideremo che sarà più opportuno tacere se non abbiamo nulla di buono da dire, a fare i leoni e i saggi dietro un pc sono bravi tutti ma è nei fatti che poi si vede se si è leoni oppure COGLIONI.
    Detto ciò, prima di arrivare a scrivere una nuova Divina Commedia, mi interrompo e vi lascio alla lettura dell’articolo, riguardo al quale sono d’accordo con ogni parola.

  14. hero4rent ha detto:

    L’ha ribloggato su hero4rent.

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