Le teorie di Richard Gardner

Tratto da

Dr. Richard Gardner: A Review of His Theories and Opinions on Atypical Sexuality, Pedophilia, and Treatment Issues, di Stephanie J. Dallam

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Teoria di Gardner sulla sessualità atipica

“Più è giovane la macchina per la sopravvivenza quando sopraggiungono impulsi sessuali, più lunga sarà la durata della capacità procreativa”

Gardner ha sviluppato una sua teoria sui benefici in termini evolutivi delle pratiche sessuali devianti o parafilie. Secondo Gardner quei comportamenti sessuali comunemente considerati devianti, come la pedofilia, il sadismo, la necrofilia (sesso con i cadaveri), la zoofilia (sesso con gli animali), la coprofilia (sesso che coinvolge la defecazione), klismafilia (sesso che implica l’uso di clisteri), e urofilia (sesso che coinvolge la minzione), contribuiscono alla sopravvivenza della specie umana, pertanto non dovrebbero essere esclusi dalle cosiddette “forme naturali del comportamento sessuale umano”. Tali parafilie hanno il compito di innalzare il livello di eccitazione sessuale nella società e quindi aumenterebbero la probabilità che le persone consumino rapporti sessuali, il che contribuisce alla sopravvivenza della specie.

Parte integrante della sua teoria è il concetto che la pedofilia abbia scopi procreativi. Anche se il bambino non può procreare, un bambino coinvolto in incontri sessuali in tenera età sarà probabilmente un bambino altamente “sessualizzato”, ovvero bramoso di esperienze sessuali in età prepuberale. Questo bambino “sessualmente carico” trasmetterà i suoi geni alla prole in giovane età. “Più giovane è la macchina per la sopravvivenza quando appaiono gli impulsi sessuali, più lunga sarà la sua capacità procreativa e maggiori saranno le probabilità che le persone facciano sesso, e questo contribuisce alla sopravvivenza della specie.”

Teorie di Gardner sulla pedofilia

“Comunemente il bambino abusato sessualmente è considerato la vittima, sebbene sia il bambino, a volte, a sedurre l’adulto”

Nonostante Gardner ponga l’accento sulle false accuse di abuso sessuale, ammette tuttavia che l’abuso sessuale sui bambini è molto diffuso e che la stragrande maggioranza degli abusi sono reali (“probabilmente oltre il 95%“). Gardner considera i rapporti sessuali fra adulto e bambino come un fenomeno universale presente in misura significativa in tutte le culture del mondo. Allo stesso modo “la pedofilia intrafamiliare (l’incesto) è diffuso e … probabilmente è una tradizione antica“.

Gardner suggerisce che la società occidentale è troppo moralista e punitiva nei confronti dei pedofili. Egli sostiene che le “le punizioni draconiane inflitte ai pedofili vanno ben oltre quello che io considero la gravità del crimine“. L’attuale divieto di avere rapporti sessuali con i bambini sarebbe una “reazione eccessiva”, riconducibile alla cultura ebraica.

Secondo Gardner l’unico popolo antico a punire i pedofili erano gli ebrei. Il divieto a rapporti con i bambini presente nella cultura paleocristiana deriverebbe quindi dal giudaismo e la nostra contemporanea avversione alla pedofilia non sarebbe che una esagerazione dei principi giudaico-cristiani e un fattore operativamente significativo nella società occidentale, atipica in relazione a tali attività.

Gardner afferma: “ci sono buone ragioni per ritenere che la maggior parte, se non tutti, i bambini abbiamo la capacità di raggiungere l’orgasmo nel momento in cui sono nati.” Inoltre alcuni bambini sperimentano “elevati impulsi sessuali nella prima infanzia” e “il bambino normale (il corsivo è dell’originale di Gardner) presenta una vasta gamma di fantasie e comportamenti sessuali, molti dei quali sarebbero etichettati come malati o perversi se riscontrati in un adulto”.

Gardner osserva che “il bambino abusato sessualmente è generalmente considerato la vittima, ma è possibile che sia stato il bambino a sedurre l’adulto” e suggerisce che quando il rapporto viene scoperto, il bambino “è in grado di manipolare le cose di modo da accusare l’adulto della sua iniziazione”.

L’idea che la pedofilia sia una malattia o un crimine è un riflesso delle idee della società occidentale sull’argomento. Come prodotto della cultura occidentale, Gardner afferma: “anche io sono portato a pensare che l’attività sessuale tra un adulto e un bambino sia un atto riprovevole, ma non credo che sia intrinsecamente così: in altre società e in altri tempi potrebbe non essere stato dannoso per lo sviluppo psicologico dell’individuo… determinante perché l’esperienza sia traumatica è la reazione della società.”

Raccomandazioni per il trattamento dei bambini sessualmente abusati

Gardner afferma che egli non accetta di avviare alcuna terapia con un bambino abusato se non ha la certezza al 100% che vi sia stato abuso e aggiunge: “è estremamamente importante che i terapisti siano in grado di valutare se il bambino che è stato abusato necessiti davvero di intervento psicoterapico“.

C’è da tenere in considerazione questo continuum: dal bambino che è stato costretto e quindi non ha provato piacere (e può essere considerato come stuprato) a quei bambini che invece hanno goduto dell’esperienza (in termini di orgasmo) degli incontri sessuali.

Il trattamento del bambino è giustificato solo se il bambino presenta sintomi in settori importanti della sua vita, come a casa, a scuola e nei rapporti con i coetanei.

Se il bambino necessita un trattamento, Gardner raccomanda un solo terapeuta per tutta la famiglia, nella quale è ricompreso anche l’eventuale perpetratore dell’abuso.

Gardner mette in guardia dalla scelta di un terapeuta convinto che un incontro sessuale tra un adulto e un bambino conduca necessariamente il bambino a soffrire di gravi disturbi psichiatrici, perché questa convinzione potrebbe compromettere il trattamento del bambino.

Di rilievo è la convinzione di questo genere di terapeuti che un incontro sessuale tra un adulto e un bambino – non importa quanto breve, tenero, amorevole e non doloroso – debba automaticamente essere psicologicamente traumatico per il bambino.

Secondo Gardner “a determinare se l’esperienza è traumatica è l’atteggiamento della società nei confronti di questi incontri“.

Anche se i bambini devono essere protetti da ulteriori abusi, Gardner raccomanda che particolare cura deve essere posta dal terapeuta nel non alienare il bambino dal genitore abusante. La rimozione di un genitore pedofilo da casa “dovrebbe essere presa in seria considerazione solo dopo che tutti i tentativi di trattamento della pedofilia e di riavvicinamento alla famiglia si sono dimostrati inutili”.

Anche i pedofili che abusano di bambini non appartenenti al proprio nucleo familiare dovrebbero innanzi tutto avere la possibilità di essere curati. “Se la terapia fallisce allora e solo allora può essere presa in considerazione la carcerazione”.

In contrasto con queste affermazioni, Gardner rileva che i soggetti che hanno mostrato un  ricorrente modello comportamentale pedofilo è improbabile che possano essere curati e non c’è terapia che possa intervenire significativamente se gli incontri sessuali fra adulto e bambino continuano.

La terapia con il bambino

Gardner considera il disordine da stress post-traumatico (PTSD) come una “naturale forma di desensibilizzazione sistematica”. Gardner raccomanda che la madre venga scoraggiata dal prendere parte al contenzioso perché “ella interferirebbe con il processo di desensibilizzazione naturale, sottoponendo il bambino ad una vasta gamma di interrogatori che sarebbero inevitabilmente dannosi“. Inolte, l’indagine psichiatrica e legale del trauma finirebbe col procurare al bambino più danni di quelli provocati dall’abuso stesso.

Il processo di desensibilizzazione (PTSD) comporta la ripetizione del dramma verbalmente, emotivamente e mediante giochi di fantasia. Il bambino è preoccupato dei pensieri e dei sentimenti che prova in merito al trauma. Ogni volta che il bambino rivive l’esperienza, questa diventa un po’ più sopportabile. Nel corso del tempo “le preoccupazioni diminuiscono spesso fino al punto di poter essere completamente dimenticate”. Questo processo può aiutare il bambino a “seppellire l’intero incidente“.

Secondo Gardner obiettivo della terapia dovrebbe essere quello di “facilitare il processo di desensibilizzazione, piuttosto che prolungare il trauma artificialmente attraverso una psicoterapia scandalistica”.

Se il bambino si sente in colpa per aver partecipato ad attività sessuali con adulti, Gardner raccomanda che al bambino venga detto che in altre società tale comportamento è considerato normale e che la nostra società ha un atteggiamento esageratamente punitivo e moralista nei confronti degli incontri sessuali adulto-bambino.

I bambini più grandi potrebbero essere aiutati a capire che gli incontri sessuali tra un adulto e un bambino non sono universalmente considerati atti riprovevoli. Si può raccontare loro di altre società in cui un simile comportamento era considerato normale. Il bambino potrebbe essere aiutato ad apprezzare la saggezza dell’Amleto di Shakespeare, che dice “Non c’è niente di buono o di cattivo, è il pensiero che lo rende tale”.

Gardner osserva che il bambino può provare forti impulsi sessuali quando l’abuso si interrompe. Questi bambini dovrebbero essere incoraggiati a masturbarsi.

La terapia con la madre

“Forse può essere aiutata a comprendere che nella storia del mondo il comportamento dell’abusante è stato probabilmente più comune del comportamento contenuto di quelli che non abusano dei propri figli”

Il trattamento della madre (e moglie di un padre abusante) dovrebbe essere mirato a disinnescare la rabbia e ad aiutarla a diventare sessualmente più disponibile con lui.

Se la madre ha reagito agli abusi in modo isterico, o tende ad utilizzare l’abuso per dare il via ad una campagna denigratoria contro il padre, allora il terapista dovrebbe cercare di “farle smaltire la sbornia“. I suoi isterismi non faranno altro che contribuire ad alimentare l’idea del bambino che un grave crimine è stato commesso, diminuendo le possibilità che il bambino recuperi un rapporto con la figura paterna.

Si deve fare di tutto per collocare il “crimine” in una giusta prospettiva. Deve comprendere che nella maggior parte delle società, nel corso della storia, un simile comportamento è sempre stato presente e il suo è solo l’ennesimo caso.

E’ opinione di Gardner che le madri delle vittime di abuso sessuale siano spesso passive, masochiste, socialmente isolate, e spesso sono state esse stesse vittime di abusi sessuali nel corso dell’infanzia. Il risultato di questo fatto è che la rabbia residua verso il loro originario molestatore sessuale potrebbe interferire nel rapporto con il marito. Gardner suggerisce che il terapeuta dovrebbe aiutarla a ridurre tale rabbia residua. Afferma: “Forse può essere aiutata a comprendere che nella storia del mondo il comportamento dell’abusante è stato probabilmente più comune del comportamento contenuto di quelli che non abusano dei propri figli”.

E’ probabile che la madre abbia problemi sessuali e che consciamente o inconsciamente condanni l’abuso a causa delle sue stesse inibizioni sessuali. Potrebbe non aver mai raggiunto un orgasmo – nonostante si tratti di un soggetto molestato sessualmente o nonostante abbia avuto molti amanti o sia sposata.

Gardner suggerisce che il terapista dovrebbe aiutarla a raggiungere la gratificazione sessuale. Osserva che “le dichiarazioni verbali in merito i piaceri della risposta orgasmica non si rivelano molto utili. Bisogna incoraggiare esperienze, in adeguate situazioni di relax, in modo da permetterle di raggiungere l’obiettivo della risposta orgasmica“.

Gardner suggerisce che i vibratori possono essere estremamente utili in questo senso e che “si deve farle superare qualsiasi inibizione sul loro uso”.

Gardner afferma: “la diminuzione del senso di colpa in merito alla masturbazione le renderà più facile incoraggiare la figlia in tal senso e una sua accresciuta sessualità potrebbe diminuire la necessità del marito di recarsi dalla figlia in cerca di gratificazione sessuale“.

La terapia per il padre pedofilo

“Deve essere aiutato a capire che, ancora oggi, la pedofilia è una pratica diffusa e accettata lettermalmente da miliardi di persone”

Gardner reputa inutile la terapia con quei padri che negano di aver commesso molestie. Se il padre desidera il trattamento, allora il terapeuta dovrebbe concentrarsi sul rafforzamento della sua autostima, che si ottiene aiutandolo a comprendere che “c’è un po’ di pedofilia in ognuno di noi” e che “la pedofilia è stata considerata la norma dalla grande maggioranza degli individui nella storia del mondo”. Deve essere aiutato a capire che, ancora oggi, la pedofilia è una pratica diffusa e accettata tra letteralmente miliardi di persone. Deve comprendere che, in particolare nella nostra società occidentale, l’atteggiamento nei confronti delle sue inclinazioni è molto punitivo e moralista, e che è stato piuttosto sfortunato a nascere in momento storico e in un luogo con simili idee intorno alla pedofilia.

Oltre ad essere dispiaciuto per la sua sfortuna, il padre dovrebbe essere aiutato a provare pietà per quel bambino “vittima di una società che considera il comportamento del padre un crimine odioso e un peccato mortale“.

Se il padre non prova senso di colpa, allora l’obiettivo della terapia deve essere migliorare questo stato di cose.

Gardner osserva che il padre può razionalizzare che la pedofilia è una tradizione antica, una pratica diffusa in tutto il mondo e che non c’è nulla di cui sentirsi in colpa.

Tali padri devono essere aiutati a capire che, anche se quanto detto in merito alla pedofilia è vero, questo non ne giustifica la pratica nella nostra società (il corsivo è dell’originale di Gardner), perché la società reagisce eccessivamente ad essa. E’ la disapprovazione del contesto sociale che fa soffrire il bambino.

Nonostante si tratti di sfortuna, quella di essere nato nel tempo e nel posto sbagliato, il padre abusante “deve imparare a controllarsi per proteggersi dalle punizioni draconiane inflitte a coloro che nella nostra società agiscono i loro impulsi pedofili“.

In ogni caso la terapia con il padre abusante non dovrebbe concentrarsi sul problema principale – le molestie sessuali. Invece, la terapia dovrebbe “ruotare attorno ad altre cose“, perché scopo della terapia è “aiutare le persone a dimenticare i propri problemi“.

Un caso esemplare: la bambina e l’autista dell’autobus

“… eccetto che per una certa dose di frustrazione sessuale non soddisfatta, la bambina di 4 anni non è stata significativamente traumatizzata dagli incontri”

Nel suo libro “True and false accusation of child sex abuse” Gardner parla di una bambina di 4 anni (Jane) che ha avuto in cura perché vittima di molestie sessuali extra-familiari.

La madre della bambina si rivolse a Gardner perché sua figlia manifestava comportamenti sessualizzati.

La bambina aveva raccontato alla madre di essere stata molestata dall’autista dell’autobus che la portava alla scuola materna. L’autista aveva modificato il percorso di modo che la bambina rimanesse l’ultima sull’autobus e prima di portarla a casa parcheggiava in un luogo appartato per molestare la bambina. La madre aveva riferito il racconto alle autorità scolastiche e l’autista dell’autobus, una donna, aveva ammesso le molestie. La scuola la aveva licenziata. La madre chiese il parere di Gardner in proposito: avrebbe dovuto rivolgersi anche alla Polizia?

Gardner scoraggiò la madre a portare la Polizia a conoscenza dell’accaduto (secondo Garder gli eventi risagono alla fine del 1970).

Gardner afferma: “Ho scoraggiato la madre perché perché una denuncia avrebbe costretto la bambina ad essere sottoposta ad una serie di indagini e probabilmente ad un processo penale. Anche se tale segnalazione avrebbe potuto avere un qualche effetto positivo per la società, senza dubbio il processo avrebbe danneggiato psicologicamente Jane. Inoltre, ho detto alla madre che il processo avrebbe reso il trattamento molto più difficile, perché avrebbe interferito con il processo di desensibilizzazione naturale, avrebbe rafforzato il senso di colpa e procurato altri effetti psicologici indesiderati”.

La madre acconsentì e l’autista dell’autobus non è mai stato denunciato.

Gardner determinò che la bambina era stata molestata due o tre volte alla settimana per un periodo di circa due o tre mesi. L’autista avrebbe masturbato Jane senza farle raggiungere l’orgasmo.

Gardner concluse che “ad eccezione di una certa quantità di frustrazione causata dalla mancata gratificazione sessuale, la bambina non era rimasta troppo traumatizzata dagli incontri”.

Gardner e il NAMBLA a confronto

Il Noth American Man/Boy Love Association (NAMBLA) è una associazione politica per i diritti civili che promuove il sesso fra maschi adulti e bambini di sesso maschile. Mary De Young, Professoressa associata di sociologia alla Grand Valley State University, ha illustrato gli argomenti utilizzati dal NAMBLA per giustificare, normalizzare e/o razionalizzare il sesso tra adulti e bambini. I membri del NAMBLA utilizzano principalmente 4 strategie: la negazione del pregiudizio; la condanna di chi biasima; l’appello a principi più alti; la negazione della vittima.

Sebbene il NAMBLA non venga mai citato da Gardner, simili strategie si rispecchiano nei suoi scritti:

NAMBLA: descrive il rapporto sessuale fra adulto e bambino in termini positivi: contrariamente al sentimento popolare, i rapporti sessuali con i bambini non procurano ai minori nessun danno o sofferenza; i danni e la sofferenza sono causati dalle reazioni della società ignorante e piena di pregiudizi.

Gardner: l’attività sessuale tra adulti e bambini è un fenomeno universale che può rientrare nel repertorio delle attività sessuali umane; simili rapporti non sono necessariamente traumatici; a generare il trauma è l’atteggiamento della società nei confronti di questo genere di attività.

NAMBLA: reindirizza la condanna e la censura che riceve dalla gran parte della società stessa; così, coloro che condannano il sesso tra adulti e bambini sono caratterizzati come ipocrita e meritevoli di condanna ; i professionisti nel campo degli abusi sessuali, della giustizia penale e della salute mentale sono derisi e accusati di impegnarsi nelle stesse o anche più vittimizzanti forme di sfruttamento di quelle per le quali i membri NAMBLA sono accusati; iprotettori” dei bambini sono i veri pervertiti, i veri pedofili, che sfruttano l’innocenza e l’inesperienza dei bambini per diffondere il senso di colpa e la paura del sesso con gli adulti.

Gardner: terapisti e avvocati sono motivati da una combinazione di denaro, sesso e potere per alimentare l’isteria nazionale nei confronti dell’abuso sessuale sui minori; i professionisti che fanno sui bambini valutazioni di abuso sessuale sono ritratti come mal addestrati, poco qualificati, persone incompetenti che fanno domande in modo da utilizzare tecniche coercitive, tecniche che sono paragonate a torture fisiche; “molti terapeuti senza licenza sono “ciarlatani, e / o psicopatici, e / o incompetenti“; le indagine per verificare se è avvenuto un abuso sessuale possono causare danni maggiori rispetto a quelli causati dall’abuso stesso.

NAMBLA: normalizza pedofilia insistendo sul fatto che la sua difesa fa appello ad un principio superiore, che è la liberazione dei bambini dalle repressioni della societàsi dipinge come un’organizzazione che promuove la libertà dei figli di vivere l’amore a loro piacimento.

Gardner: sostiene la pedofilia è la norma nella maggior parte delle culture e la nostra cultura occidentale è troppo inibita; ritiene che, nella storia del mondo, gli uomini che abusano sessualmente i loro figli sono stati probabilmente più comuni di quanto non siano stati coloro che non abusano sessualmente dei loro figli“; teorizza che la pedofilia è un fenomeno naturale che può migliorare la sopravvivenza della specie.

NAMBLA: il bambino ha meritato o provocato il comportamento deviante; i bambini seducono gli adulti, che non sono i soli responsabili del loro comportamento.

Gardner: “I bambini normali presentano una vasta gamma di fantasie e comportamenti sessuali, molti dei quali potrebbero essere etichettati come ‘malati‘ o ‘perversi’ se esibiti da persone adulte“; Gardner ritiene che la maggior parte dei bambini hanno la capacità di raggiungere l’orgasmo dalla nascita, che possono sviluppare forti impulsi sessuali durante i primi anni di vita e avviare incontri sessuali con adulti. Al momento, il bambino abusato sessualmente è generalmente considerato la vittima“, anche se il bambino può provocare incontri sessuali per sedurre” l’adulto. Se il rapporto sessuale è scoperto, “il bambino è in grado di manipolare il racconto in modo che venga incolpato l’adulto per l’iniziazione.”

Conclusioni

Il Dr. Richard Gardner è un esperto di medicina legale di primo piano il cui lavoro è servito a prendere decisioni in aula sul benessere dei bambini, in tutta la nazione. Le sue teorie riguardanti la pedofilia così come sulle altre parafilie e e le sue raccomandazioni in materia di trattamento terapeutico del bambino, della madre e del padre dello stesso sono uniche e non sembrano rientrare nella corrente principale della pratica clinica generalmente accettata.

Bibliografia

De Young, Mary. (1988). The indignant page: Techniques of neutralization in the publications of pedophile organizations. Child Abuse & Neglect, 12(4), 583-91.

De Young, M. (1989). The world according to NAMBLA: Accounting for deviance. Journal of Sociology & Social Welfare, 16(1), 111-126.

Gardner, R.A. (1986). Child Custody Litigation: A Guide for Parents and Mental Health Professionals . Cresskill , NJ : Creative Therapeutics.

Gardner, R.A. (1988). Clinical evaluation of alleged child sex abuse in custody disputes. In P.A. Keller & S.R. Heyman (Eds). Innovations in Clinical Practice, Vol. 7. Sarasota, FL: Professional Resource Exchange, Inc., pp. 61-76.

Gardner, R.A. (1991). Sex Abuse Hysteria: Salem Witch Trials Revisited . Cresskill, NJ: Creative Therapeutics.

Gardner, R.A. (1992). True and false accusations of child sex abuse. Cresskill, NJ: Creative Therapeutics.

Gardner, R.A. (1993) Revising the Child Abuse Prevention and Treatment Act: Our best hope for dealing with sex-abuse hysteria in the United States . Issues in Child Abuse Accusations, 5(1), 25-27.

Quinn, K.M. (1991). Family evaluation in child custody mediation, arbitration, and litigation (Book Review). Bulletin of the American Academy of Psychiatry and Law, 19(1), 101-02.

Sherman, R. (1993, August 16) Gardner ‘s law. The National Law Journal, pp. 1, 45-46.

Sull’autrice:

Stephanie Dallam, RN, MSN, è una Family Nurse Practitioner e infermiera consulente legale. Attualmente è funzionaria e ricercatrice per il Leadership Council of Mental Health, Justice and the Media, un’organizzazione no-profit che promuove l’applicazione etica della scienza psicologica al benessere pubblico. Ha lavorato in terapia intensiva pediatrica per 10 anni presso la clinica dell’Università del Missouri Hospital ed è un ex docente di infermieristica presso l’Università del Missouri-Columbia. Ha scritto numerosi articoli su questioni relative al benessere dei bambini.

Ricordiamoci che in Parlamento si discute di Pas e si cita Richard Gardner:

Ancora un disegno di legge che parla di Pas

Sempre su Richard Gardner:

La terapia della minaccia

Informazioni su il ricciocorno schiattoso

Il ricciocorno schiattoso si dice sia stato avvistato in Svezia da persone assolutamente inattendibili, ma nonostante ciò non è famoso come Nessie.
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46 risposte a Le teorie di Richard Gardner

  1. Vale ha detto:

    Agghiacciante O.O

  2. Singer ha detto:

    Pessima fonte, la Dallam è una infermiera e una mitomane e le sue letture di Gardner sono vaneggianti e già ampiamente screditate. Non era questo il pernsiero di Gardner e non è questo il modo di criticarlo. Stai facendo cherry-picking nella pattumiera, o disinformazione se preferisci.

    • “La Dallam è una infermiera”??? E quindi? Il Maglietta è un ingegnere, ma questo non gli impedisce di spacciarsi ovunque per esperto di diritto, di mediazione familiare e di infanzia. E sui suoi disegni di legge pro-Pas non avete mai avuto nulla di obiettare.
      I titoli di studio li devono presentare solo quelli che non sono d’accordo con voi e con Gardner?
      E comunque, una infermiera mi sembra una persona più competente – se parliamo di salute – di un ingegnere.
      Il fatto che la Dallam sia una mitomane esattamente da cosa lo deduce?
      E’ una sua opinione personale oppure…
      Le frasi che la Dallam cita, ad esempio questa: (1986, Child Custody Litigation: A Guide for Parents and Mental Health Professionals – Cresskill , NJ : Creative Therapeutics. p. 93) “the sexually abused child is generally considered to be the victim,” though the child may initiate sexual encounters by “seducing” the adult.” nei libri ci sono oppure no?
      Perché se la frase c’è, non si presta ad altre interpretazioni se non quella che leggiamo qui.
      Dare del mitomane a chi non condivide la sua opinione non è certo un modo convincente di argomentare, in ogni caso, ma è una fallacia: l’argomento ad hominem. http://www.treccani.it/enciclopedia/ad-hominem_%28Dizionario_di_filosofia%29/
      Se non avete altro da dire se non “chi non è d’accordo con noi è incompetente e pazzo” potete astenervi dal commentare.

      • Singer ha detto:

        Parliamo di fallacie? OK, cosa ne pensi dello “straw man argument”? E perché tolleri che l’infermiera Dallam lo utilizzi contro Gardner, anzi ti ci accodi? La Dallam nell’articolo che hai tradotto sta vaneggiando di proprie erronee interpretazioni, che non corrispondono alle idee di Gardner. Sono porcate deplorevoli quelle che leggiamo, ne convengo, ma le ha pensate la Dallam, mai Gardner. Prima di tradurre hai condotto una verifica almeno sommaria? Evidentemente no, hai un intero blog dedicato in buona parte a criticare Gardner, ma ammetti che in realtà non lo conosci se non per fonti indirette (e che fonti…). L’articolo della Dallam è un arcinoto straw man, possibile che ancora non lo sapevi?

      • E che ci vuoi fare, non apprezzo Gardner… Ma mi sento in buona compagnia. Ci siamo io e gli esperti che hanno redatto il DSM V, che non hanno introdotto nel manuale la sindrome da alienazione genitoriale, nonostante il grande impegno dei suoi estimatori. Che smacco, eh? E dire che fino a poco tempo fa lo davate quasi per scontato… Invece vi dovete accontentare dello spirito che aleggia fra le pagine. Ma chi si accontenta gode, giusto?

        Io non “tollero”, io traduco. Ho tradotto un articolo. Non posso? Non è di tuo gradimento? Contestalo, argomenta. Insultare non equivale ad argomentare. Se secondo te la Dallam ha torto, spiegaci perché. Scrivere che si tratta di uno straw man (senza spiegare quale sarebbe la teoria originale) non è un argomento.

        p.s. hai notato che l’ho linkato, il vecchio Richard? E’ proprio che non mi piace… e temo che neanche lui si piacesse troppo.

  3. Pingback: Il verbo della perversione | Movimento per l'Infanzia

  4. Andrea Mazzeo ha detto:

    Senti, macchina da cucire, sta’ zitto ch’è meglio, hai paura a firmare con il tuo nome vero? Leggendo le stronzate di Gardner mi convinco sempre più che non era affatto laureato in medicina; qualsiasi medico sa che procreare in età precoce aumenta il rischio di malformazioni cromosomiche, a partire dalla trisomia 21, altro che sopravvivenza della specie. E qualsiasi psicologo-psichiatra-neuropsichiatra infantile sa che bambini che hanno subito abusi sessuali o, se vogliamo, precocemente sessualizzati, da adulti hanno atteggiamenti di rifiuto proprio verso la sessualità. Gardner è stato solo un gran maiale, che ha fatto la fine di un maiale, e chi lo difende è come lui e gli auguro di fare la stessa fine.

    • Vale ha detto:

      Farei anche notare che c’è la sovrappopolazione, ergo direi che anche se le porcate rivoltanti scritte sopra fossero vere (E NON LO SONO), comunque non c’è nessuna emergenza per garantire maggior “capacità procreativa”.
      Comunque è rivoltante: mentre leggevo ero così arrabbiata e indignata per talmente tante cose, che se iniziazzi un commento puntuale, impiegherei ore.
      Adesso però sono curiosa: dal momento che è impossibile male interpretare le idee di quel… beh, “uomo” non ho il coraggio di definirlo, non vorrei offendere gli uomini, dicevo, visto che non c’è spazio per altre interpretazioni, chiunque difenda quel tizio, sta implicitamente dichiarando di essere a favore della pedofilia. Devo quindi dedurne che i sostenitori della PAS sono in realtà tutti pedofili che non vogliono veder allontanato da loro il povero bambino che stanno molestando?
      Vale

      • In Italia Richard Gardner non è mai stato pubblicato. Adesso sta per essere dato alle stampe, tradotto, uno dei suoi volumi. La maggior parte della gente che ne parla non sa di cosa sta parlando. In rete è possibile trovare qualche suo breve articolo, ma niente di più, per lo più ci si basa sul lavoro di quelli che lo citano. E anche chi lo cita sembra capirne molto poco…
        Ad esempio leggo qui http://infobigenitorialita.altervista.org/blog/listeria-collettiva-degli-abusi-sessuali-v/ che, nell’introduzione al suo libro, chi lo commenta sostiene che Gardner non abbia mai elaborato la “terapia della minaccia”. Forse non l’avrà mai chiamata così, ma parla espressamente di minacciare adulti e bambini, come ad esempio qui: http://www.fact.on.ca/Info/pas/gard99m.htm
        Vi cito un passo che Gardner definisce un dialogo tipico fra bambino affetto da Pas e terapeuta:
        Gardner: What would you do if the judge said that if you don’t see your father for a full weekend, he’ll stop your mother’s money for that week?
        Sally: I wouldn’t see him. I’d get a job and give her all the money I have.
        Gardner: Suppose he said that if you don’t see him, he’ll stop your mother’s money forever. She’d have no money. What would you do?
        Sally: All of us (Sally and her two brothers) would get jobs.
        Gardner: Suppose the judge said that if you don’t see your father for a full weekend, he’ll put your mother in jail for that weekend?
        Sally: My mother said she’d go to jail for me if I was that uncomfortable with him and didn’t want to go.
        Gardner: Suppose the judge said, “I’ll keep her in jail unless you go and I’ll keep her in jail until you go.”
        Sally: I guess I’d go!
        Traduco
        Gardner: Cosa faresti se il giudice ti dicsse che se non vedi tuo padre per un intero weekend, non darà soldi a tua madre per quella settimana?
        Sally: Non vorrei vederlo. Mi piacerebbe avere un lavoro e darle tutti i soldi che ho.
        Gardner: Supponiamo che dica che se non lo vedi, non darà più soldi a tua madre per sempre. Non avrà mai più del denaro. Che cosa faresti?
        Sally: Tutti noi (Sally e i suoi due fratelli) cercheremmo lavoro.
        Gardner: Supponiamo che il giudice dica che se non vedi tuo padre per un intero weekend, lui metterà tua madre in prigione per quel weekend?
        Sally: Mia madre ha detto che sarebbe andata in galera per me se io sono a disagio e non voglio andare.
        Gardner: Supponiamo che il giudice dica: “Io la tengo in carcere a meno che non andiate e ce la tengo finché non ci vai.”
        Sally: Penso che andrei!
        Per convincere i bambini a trascorrere del tempo col genitore che non vogliono frequentare, Gardner suggerisce di spaventare questi bambini minacciando l’arresto del genitore col quale vogliono stare. Ma fa di più: sostiene che il terapeuta dovrebbe avere il potere di farlo arrestare davvero, quel genitore. Non la vogliamo chiamare terapia della minaccia? Ok, allora come la chiamiamo?
        Io sono in dubbio anche a chiamarla terapia…

      • Vale ha detto:

        Questa non è terapia, questo è un sopruso, un ricatto bello e buono che fa leva sul senso di colpa del bambino! È rivoltante, ma scherziamo? Non so neppure se la Convenzione di Ginevra lo permetta, visto che è tortura!
        È evidente che se i bambini non vogliono vedere quell’uomo, un motivo ci sarà. Un motivo bello grosso. Questi signori, invece che nascondersi dietro “la moglie è cattiva e manipolatrice”, dovrebbero guardarsi allo specchio e chiedersi cos’hanno fatto di così terrificante per far sì che i loro figli li schifino!
        Vale

    • Samuele ha detto:

      Il sig. Mazzeo che minaccia chi difende Gardner ne ha totalmente travisato il pensiero. Gardner studiava come l’esistenza delle parafilie (fra cui necrofilia, coprofagia, ed anche pedofilia) possa venire inquadrata nella teoria dell’evoluzione, allo stesso modo in cui vi si comprende l’altrettanto abominevole selezione parentale, e cioè nell’ambito del paradigma del “gene egoista” proposto da Dawkins: la selezione naturale favorisce gli alleli i cui effetti fenotipici promuovono la propria riproduzione. Per fare un esempio, i leoni maschi uccidono i cuccioli nati da altri maschi sconfitti per potersi accoppiare subito con le femmine. Capire che tale comportamento, invece di scomparire spontaneamente, si trasmette alle generazioni successive in quanto corrisponde ad un vantaggio evolutivo non significa darne una valutazione etica né tantomeno suggerire di applicarlo agli umani. A scanso d’equivoci il prof. Gardner, prima di addentrarsi in tale analisi scientifica, ha allertato il lettore sulla delicatezza politica rivestita da tali temi: «Sarebbe sbagliato concludere che io approvi alcuna di queste forme di comportamento sessuale. Ciascuna deve essere considerata come caso particolare riguardo ai giudizi morali. Una caratteristica determinante per il mio giudizio è legata all’elemento coercitivo, specialmente quando esercitato su una persona più debole o giovane. Per quanto la pedofilia possa avere un ruolo in natura, rimane una forma di sfruttamento di persone innocenti». [R.A. Gardner in “Una teoria sulla varietà dei comportamenti sessuali umani” IPT journal 5 (1993)].

      • Non andiamo fuori tema. Ci interessa poco del comportamento dei leoni, quello che interessa è invece: Gardner ha scritto o non ha scritto che le reazioni della società odierna nei confronti della pedofilia sono eccessive e che il pedofilo è solo una persona che si è trovata nel posto e nel tempo sbagliato?
        Ha scritto o non ha scritto che i bambini seducono gli adulti? Che il bambino abusato va convinto che in quello che gli è capitato non c’è niente di male? Che a far soffrire il bambino abusato sono le reazioni isteriche della società moralista piuttosto che l’abuso in sé?
        Perché è questo che ci interessa. Con tutto il rispetto per i leoni.

      • Samuele ha detto:

        La frase sulla “posto e tempo sbagliato” viene proposta solo come strategia per un terapeuta incaricato di operare su pedofili curabili perché resi tale da mancanza di auto-stima. Per i pedofili non curabili Gardner propone la galera.
        Come idee proprie, Gardner ha scritto che certe reazioni isteriche sono dannose quanto la pedofilia: programmi di prevenzione che terrorizzano e sessualizzano i bambini, bambini non abusati coinvolti in false accuse per privarli di un genitore e poi trattati come se fossero stati abusati, ecc. Anche questi sono abusi. Per capire che Gardner ha ragione basta vedere gli abusologi: alcune di questi soggetti che passano la vita ad occuparsi di pedofilia sono palesemente degli invasati che mediante le false accuse sfogano sui bambini le proprie perversioni.

        Gardner ha scritto che esistono bambini perversi. Gli adulti perversi esistono: vogliamo dare la colpa alla società o accettare che questa perversione è anche innata? Ad esempio, un tizio che attacca Gardner cercando di negare l’esistenza di bambini perversi, pare che da bambino abbia tentato di sedurre il proprio padre accusandolo falsamente di pedofilia e finendone ripudiato.

      • Ecco, siamo arrivati al nocciolo della questione: gli abusologi. Tutta la teoria di Gardner si basa sull’assunto che vi sia una tendenza diffusa ad “inventare” accuse di abuso sessuale sui bambini. Premessa che, dimostrano i dati sensibili, non corrisponde a verità.
        La sua teoria è un castello che poggia su fondamenta fasulle: l’alta incidenza di false accuse di abuso sessuale su minori che lui ha riscontrato non si riscontra in nessun altro posto che non siano i suoi libri e questo già basterebbe a buttare tutto alle ortiche.

        In una ricerca negli Stati Uniti (Thoennes N. e Tjaden P. – 1990 -, The extent, nature and validity of sexual abuse allegations in custody/visitations disputes), furono analizzati 9000 casi di divorzio in cui c’erano conflitti per l’affido dei figli. In meno del 2% dei casi uno dei genitori aveva sporto denuncia di abuso sessuale. In un altro studio in Canada (Trocmé, N. e Bala, N. – 2005 – False allegations of abuse and neglect when parents separate) sono stati analizzati 7.672 casi di maltrattamenti su bambini segnalati ai servizi sociali: solo il 4% di questi casi era costituito da false denunce.
        https://ilricciocornoschiattoso.wordpress.com/2013/01/05/sui-falsi-abusi/
        Ora, se una premessa è falsa, che cosa ne facciamo delle conclusioni?

        Le faccio notare che l’affermazione “basta vedere gli abusologi: alcune di questi soggetti che passano la vita ad occuparsi di pedofilia sono palesemente degli invasati che mediante le false accuse sfogano sui bambini le proprie perversioni”: che razza di affermazione è?
        Chi sono gli abusologi? Che significa “palesemente invasati”? E’ palese per chi? Dove sono gli studi che dimostrano l’esistenza di questa tipologia di persone?
        Simili affermazioni sono un abuso nei confronti dell’intelligenza della gente.
        Se segue il link che ho postato qui sopra, noterà che l’accusa di essere un’abusologa è stata rivolta da alcuni lettori ad una professionista, Malacrea Marinella.
        Marinella Malacrea è neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta della famiglia. Ha fatto parte dal 1980 al 1983 dello staff del C.A.F. (Centro Aiuto alla Famiglia in Crisi) e dalla sua fondazione (1984) al 2003 dello staff del CbM (Centro per il Bambino Maltrattato e la cura della crisi familiare), all’interno del quale si è occupata del problema dell’abuso sessuale, impegnandosi nell’attività operativa e nella formazione in Italia e all’estero.
        Dal 1995 è stata responsabile dell’UCRAS (Unità per la Cura e la Ricerca nell’Abuso Sessuale) settore specialistico del CBM.
        Attualmente é responsabile diagnosi e terapia nel Centro TIAMA (Tutela Infanzia e Adolescenza Maltrattata), Milano.
        E’ Accredited Practitioner in EMDR.
        E’ socio fondatore del CISMAI (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia). E’ stata membro dal 2002 al 2004, come esperto, dell’Osservatorio nazionale sull’infanzia e l’adolescenza.
        Non ci sono prove di suoi disturbi della personalità, eppure, per i fan di Gardner, è una abusologa.

        Quello che curioso è come vi irritino le persone che si occupano di abusi sull’infanzia e di come non abbiate alcuna remora ad accusarle di nefandezze senza prova alcuna: non è l’abuso che vi sconvolge (mentre sconvolge me, ad esempio, l’idea che qualcuno possa abusare sessualmente di un bambino), no: a scatenare la vostra ira sono le persone che si occupano di indagare sugli abusi.
        Ed è questo che nota la Dallam: lo spostamento dell’indignazione dall’abuso sessuale alle persone che denunciano gli abusi sessuali.

      • Inoltre: da quando in qua l’autostima delle persone si costruisce attorno a delle bugie? Perché raccontare ad un paziente che è solo sfortunato, che è nato nel posto e nel tempo sbagliato, che la pedofilia sotto sotto è cosa buona e giusta, se si ritiene che siano affermazioni false? Non è forse una minimizzazione dell’accaduto? E guarda caso, è proprio tipica del pedofilo, ci dicono gli esperti, questo genere di distorsione cognitiva: la minimizzazione , il diniego, la sessualizzazione della vittima, l’assenza di colpa. Dire di non aver fatto poi nulla di tanto grave è l’atteggiamento tipico del pedofilo, non del suo terapeuta: e questo lo sa chiunque, non c’è bisogno di essere esperti in materia…

      • Vale ha detto:

        Pare abbia anche scritto di non allontanare il pedofilo molestatore dal bambino e che la madre dovrebbe rendersi più disponibile per diminuire il tempo in cui lo stupratore stupra i figli (chiamiamo le cose col loro nome)! Tanto normale non mi sembra ‘sta cosa. Cos’è, se questo tizio non fa sesso abbastanza (dove “abbastanza” lo definisce chi?) o in modo abbastanza soddisfacente, gli viene implicitamente concesso il diritto di stuprare i propri figli? E se pure così non è soddisfatto, che si fa? Può stuprare quelli degli altri? Ma siamo matti? O.O
        Ah, faccio anche notare che tutto il castello parte dall’assunto che sia il padre (leggi: maschio) a stuprare i figli. Interessante…
        Vale

    • Samuele ha detto:

      Premesso che non mi riferivo alla sig.ra Malacrea, vi invito ad analizzare l’operato del CISMAI, della Malacrea, della sig.a Luisa dalla Rosa nel caso della piccola Angela Lucanto, che da grande ha scritto il libro “Rapita dalla giustizia”. A 6 anni, per via di una falsa accusa di pedofilia, Angela venne allontanata dalla propria famiglia, il papà si fece 2 anni di carcere prima della caduta delle false accuse. Anche allora la magistratura rifiutò di ridare ad Angela i suoi genitori. Solo anni dopo, grazie all’opera extra-giudiziaria di persone buone, Angela venne a sapere della falsità delle accuse e, fregandosene dei magistrati, tornò dalla sua vera famiglia. Quello che Angela ha subito è un abuso peggiore della pedofilia, ma per i colpevoli vige la totale impunità.

      Poi, ci sono abusologi che per fare confessare ai bambini abusi inesistenti li ricattano, li ingannano, li picchiano, che falsificano perizie ginecologiche e psicologiche, che addirittura fanno stuprare bambine. E così in Italia nelle separazioni sono false il 92% delle accuse di pedofilia.

      • Ma dove lo prende questo 92%? Non è il caso di inventarsi percentuali senza fornire le fonti, perché l’argomento è serio. Un errore giudiziario non fa primavera… Lei non può passare da un caso al 92% con tanta leggerezza. Lei usa lo stesso metodo di Gardner: ci fornisce dei dati come certi, ma non c’è nessuno studio italiano che dimostri che una simile percentuale corrisponda a fatti concreti. Vede, chi fa studi sull’argomento ci racconta tutta un’altra storia, che parla di pedofili che se la cavano con poco, di una gustizia inadeguata e di bambini a rischio… e che la Giustizia sia inadeguata a tutelare i bambini dagli abusi sessuali lo dimostra il caso che in questi giorni è su tutti i giornali: una bambina di 11 anni, affidata ad un uomo di 60. L’abuso che questa bambina ha subito viene definito “amore”.
        Legga qua:
        https://ilricciocornoschiattoso.wordpress.com/2013/09/01/abuso-sessuale-sui-minori-scenari-dinamiche-testimonianze/
        https://ilricciocornoschiattoso.wordpress.com/2013/09/02/meta-degli-aguzzini-non-paga/
        Ci dice la Dott.ssa Olzai: «Gli allontanamenti sono pochi e spesso non rispettati, la media delle condanne è di due anni, a più di 4 viene condannato solo il 9,9% degli imputati. Ma soprattutto al 51 % dei condannati viene data la sospensione della pena con la presunzione che non commetteranno più il reato. E così tornano tranquillamente dove vivevano prima, dove vivono le loro vittime. Fino all’assurdo di diversi casi in cui i figli violentati dal padre si sono ritrovati a vivere con lui, di nuovo».
        Ecco, questa è l’Italia. Questo è il vero problema. Vero, perché è documentato.
        Le sue sono accuse infondate, rivolte a soggetti indefiniti, che per ciò ne sappiamo hanno la stessa probabilità di esistere dei rettiliani: “gli abusologi”.

      • Vale ha detto:

        Poi, ci sono abusologi che per fare confessare ai bambini abusi inesistenti li ricattano, li ingannano, li picchiano, che falsificano perizie ginecologiche e psicologiche, che addirittura fanno stuprare bambine.
        linki le fonti, cortesemente, perché queste sono accuse ASSAI gravi (addirittura l’accusa di stupro!) e occorrono le fonti. Puntuali. Altrimenti sono tutte scemenze.
        Vale

  5. Lilli ha detto:

    Se fosse vivo il signor (dottor credo non sia un titolo da riferire a lui) Gardner (e ringrazio Dio che non lo è; almeno una cosa buona l’ha fatta nella vita, cioè suicidarsi) vorrei chiedergli: “Secondo te, il sesso con un cadavere (necrofilia) come contribuirebbe alla sopravvivenza della razza umana”? Cosa nasce dallo stupro di un cadavere? Le sue idee mortifere, immagino.

  6. Cinzia ha detto:

    Non capisco, questo qui, dice che la pedofilia è “naturale”,come mai allora la considera pratica esclusiva dei maschi e dei padri… la naturalità comprende ogni genere.
    Ha fatto studi anche sul sesso di donne con bambini e madri con figli?

    • Se parliamo di pedofilia intrafamiliare, le statistiche parlano chiaro: gli abusatori in percentuale sono più maschi che femmine. E le vittime sono soprattutto le bambine…

      • Cinzia ha detto:

        Mi spiego meglio… se uno studio serio c’è… dovrebbbe occuparsi anche degli aspetti marginali, no? Il relatore ci spiegherebbe perché la madre abusante è più rara, come affrontare l’abuso materno e quale deve essere il trattamento del padre che scopre che la propria moglie ha rapporti sessuali con il figlio, del perchè preferisce il figlio a lui, di quali siano l deficit sessuali di quest’ultimo, e a che esperienze sessuali dovranno essergli fatte sperimentare, per liberarlo dalle sue inadeguatezze sessuali.
        Il tizio qua sopra ha relazionato anche questo aspetto della pedofilia o no?
        L’impressione è che non gli interessi proprio, visto che nel paragrafo “Il trattamento della madre”, da per scontato che la donna sia una poveretta, quasi incapace di intendere e volere e ventila, neanche tanto velatamente, che con le sue inibizioni e mancanze sessuali, mette quel pover’uomo del padre nelle condizioni di guardare alla figlia.
        O ma guarda mi ero dimenticata dell’evidenza scientifica del vecchio paradigma che “se l’uomo sbaglia, sotto sotto è sempre colpa di una donna”
        Chissà che malattia avranno quei padri che insoddisfatti delle mogli si trovano un’amante adulta e consenziente fuori casa e magari divorziano pure ?
        Ma per favore …

      • E’ proprio questo che si obietta a Gardner: di non aver mai condotto delle ricerche.
        Anche lui avesse incontrato una famiglia in cui ad un padre pedofilo corrispondeva una moglie abusata da piccola e per questo sessualmente inibita (soggetto che l’altro è in contraddizione con la ventilata ipotesi che un abuso sessuale nella prima infanzia possa rendere una persona sessualmente più attiva), il fatto di aver incontrato questa tipologia di pazienti non gli permetteva in nessun modo di inferire che c’è un qualche legame di causa ed effetto fra le due cose. O meglio: poteva fare una ipotesi, ma questa ipotesi andava poi verificata attraverso una ricerca strutturata.
        Per questo si dice che le teorie di Gardner sono prive di conforto scientifico…

  7. Maurizio ha detto:

    Chi non conosce l’inglese può ora leggere la traduzione in italiano dell’opera di Gardner, a cura della dott. Francesca Ricca, edizione QuattroVenti, “L’isteria collettiva dell’abuso sessuale”. Si renderà conto che Gardner diceva tutt’altro rispetto a quello che i detrattori tentano di attribuirgli. Alcune parti sono riportate qui
    http://www.alienazione.genitoriale.com/labusologia-dei-sedicenti-abusati-richard-alan-gardner

    • Caro Maurizio qui non si tratta di “detrattori”. Le teorie del Dott. Gardner sono state definite junk science in patria e definite prive di conforto scientifico in Italia, da un sacco di gente: https://ilricciocornoschiattoso.wordpress.com/?s=dicono+della+pas
      Il Dott. Gardner non ha mai svolto ricerca e le sue ipotesi si basano sulla mera osservazione clinica, quindi, come ha detto Robert E.Emery, professore di Psicologia e Direttore del “Center for Children, Families, and the Law at the University of Virginia”, che, in merito alla polemica intorno alla Pas, ha pubblicato un articolo dal titolo PARENTAL ALIENATION SYNDROME: Proponents Bear the Burden of Proof: “As a scientist, I am outraged by the misunderstandings, errors in logic, and sweeping assertions in his article. Gardner writes forcefully and with conviction, and I worry that the unwary will be more persuaded by the tone than the substance of his arguments. Rhetoric is a tool for pursuing truth in the courtroom. Rhetoric is not a tool of truth in science.”
      Fraintendimenti, errori di logica, affermazioni che tendono a generalizzare… ma nessuna prova: ho paura – afferma Emery – che a convincere gli sprovveduti (unwary) sia il tono persuasivo, più che la sostanza… ma se la retorica può essere uno strumento valido nelle aule di Tribunale, ma non è certo da considerarsi una prova in ambito scientifico. Il Professor Emery si dichiara oltraggiato.
      Che cosa manca, secondo il Professor Emery, alle teorie di Gardner?
      “I do find clinical experience enriching and rewarding in numerous ways. As I tell my graduate students, clinical work can be the best place to develop creative hypotheses. Still, we all have to recognize and admit that clinical experience, including case studies, prove nothing.”
      Le osservazioni che scaturiscono dalla pratica con i pazienti (clinical work) sono il terreno più fertile per la nascita di nuove ipotesi, ma osservazioni cliniche e studio di casi non provano assolutamente nulla.
      Inoltre, il lavoro di Gardner è stato pubblicato dalla sua casa editrice, senza essere sottoposto alla peer review.
      Nell’ambito della ricerca scientifica la valutazione tra pari, revisione dei pari, o revisione paritaria (meglio nota con il termine inglese di “peer review”) indica la procedura di selezione degli articoli o dei progetti di ricerca proposti da membri della comunità scientifica, effettuata attraverso una valutazione esperta eseguita da specialisti del settore per verificarne l’idoneità alla pubblicazione scientifica su riviste specializzate.
      Fondare una casa editrice e autopubblicarsi non permette che il lavoro venga sottoposto a questo genere di valutazione…
      Ci sono paesi in cui chi utilizza in un aula di Tribunale le teorie di Richard Garder viene accusato di “una condotta professionale che dimostra incompetenza o mancanza di adeguate conoscenze, di abilità, di giudizio o di cura ” (https://ilricciocornoschiattoso.wordpress.com/2013/12/02/ancora-un-disegno-di-legge-che-parla-di-pas/)
      Allora, di che cosa stiamo parlando?

  8. IDA ha detto:

    Senza parole!… Una cosa mi piacerebbe sapere, ma l’autista (anche se era una donna) che molestava la bambina di 4 anni, cosa ha fatto dopo? Ha molestato altre bambine, che poi sono andate in terapia da Gardner??

  9. paolanu ha detto:

    Leggo solo oggi il post ……. sono rimasta basita !!! Queste schifezze che scrive Gardner, che poi non fa altro che rifarsi alla psicologia nera riconducibile al nazismo, mi fa paura !! Lo dico per esperienza perchè in nome di questa “alienazione parentale” vengono “torturati” bambini che hanno la sola colpa di denunciare abusi sessuali e psicologici da parte di uno dei genitori.
    Ma è più facile parlare di PAS per i giudici e i Consulenti Tecnici almeno non si guarda la realtà, i bambini che hanno subito un abuso in questo modo continueranno ad essere abusati. Io, con il mio compagno sono anni che cerchiamo di combattere contro queste false “teorie” di questo pazzo psicopatico di Gardner …. si fosse almeno suicidato prima di scrivere certe cretinate !!
    A tutti quelli che hanno postato anche solo un’unica parola a difesa di queste “teorie” dico che mi fanno schifo !!!! Che auguro a tutti loro un Buon Natale e soprattutto un anno nuovo pieno di abusi di ogni tipo …… tanto che male c’è no ?????
    Grazie Ricciocorno sei unica !!!! Grazie perchè mi aiuti a capire !

  10. Andrea ha detto:

    Riguardo alla mancata denuncia della autista lesbica pedofila, Gardner era lo psicologo a cui si erano rivolti i genitori della bambina per aiutarla a superare il trauma. Quello che davvero Gardner ha scritto è: “la bambina sarebbe stata soggetta ad investigazioni poliziesche e coinvolta in un processo. Sebbene la denuncia avrebbe potuto essere un bene per la società, non c’è dubbio che avrebbe psicologicamente danneggiato la bambina. Dissi alla madre che avrebbe reso più difficile trattarla perché il venire esposta avrebbe interferito con il processo naturale di desentizzazione ed avrebbe aumentato il suo senso di colpa. La madre seguì il mio consiglio” (pag. 612, trattamento dei bambini davvero abusati).

    • Una pedofila libera di agire indisturbata grazie a Gardner. E grazie a lei per la conferma.

      • Luigi Parelli ha detto:

        In passato il femminismo cercava di negare che la pedofilia lesbica è un abuso: in tale senso si sono espresse Chris Bearchell, Simone de Beauvoir, Beth Kelly, Shulamith Firestone, Kate Millet ecc. Associazioni di pedofili come NAMBLA facevano parte di movimenti lesbo-femministi come ILGA. Oggi il femminismo cerca di negare che l’alienazione genitoriale è un abuso, attaccando il povero Gardner che cercò di difendere i bambini

      • Ma smettiamola una buona di volta di circolare per il web a spammare scemenze! Perché non vi trovate un hobby più costruttivo, il punto a croce ad esempio?
        Quel è il nesso fra Simone de Beauvoir e Gardner? Glielo dico io: nessuno.
        Se la Dallam parla del Nambla, lo fa solo in riferimento al lavoro della De Young. Non si paventa un legame fra Gardner e il Nambla in termini di affiliazione.

        Comunque, bravi: venite qui a scrivere che tutte le femministe sono lesbiche cattive che vogliono fare del male ai bambini, così almeno le persone normali che passano di qua si rendono conto che razza di gente si appassiona di alienazione genitoriale…

      • Chiara ha detto:

        “Il povero Gardner”… Luigi, cos’è per te la pedofilia? Uno scherzetto? Un qualcosa di cui si parla troppo e magari è stato pure ingigantito? E le femministe sono tutte brutte, sporche e cattive? Non vorrei arrivare a conclusioni affrettate, ma…

    • Il Rasoio di Occam ha detto:

      La cosa ironica è che è vero che le indagini e i processi sono spesso ri-traumatizzanti per le vittime di abusi sessuali, ma questo avviene principalmente perché la vittima viene screditata/accusata di mentire e colpevolizzata: ossia proprio quello che fa Gardner con la sua teoria delle false accuse e dei bambini “seduttori” e perversi. Quando si dice la coerenza…

  11. A proposito di alienazione genitoriale e vittimizzazione: il caso di Damon Moelter, il ragazzo che per salvarsi dal suo abusatore è stato costretto a vivere in clandestinità https://ilricciocornoschiattoso.wordpress.com/2013/02/26/lappello-di-damon/

    Oggi Damon è finalmente libero e lotta per i diritti dei bambini nella sua stessa drammatica situazione: http://www.myfoxdfw.com/story/22137518/damon-out-of-hiding

  12. Ogni volta che leggo le teorie di Gardner, nonostante le conosca da tempo, rimango allibita lo stesso. Ma quello che mi stupisce (sempre) è il vedere la gente che crede davvero alle sue farneticazioni e le segue, spesso alla lettera. Tribunali, psicologi, assistenti sociali: se dovessero davvero seguire tutti i casi come dovrebbero essere seguiti, non ne uscirebbero più. Quindi meglio (per loro) dire che i bambini sono “affetti” da PAS e passare oltre. E la gente comune? Pensavo che, nel 2013, con l’uso (e l’abuso) della tecnologia, le persone si sarebbero documentate meglio, avrebbero cercato di trovare dei controargomenti (io non do mai per scontato che la prima notizia sia quella vera o sia scritta bene) che confutassero o provassero le loro, di teorie. Invece l’ignoranza dilaga, dilaga, dilaga…

  13. Un chiarimento che mi sembra doveroso. Se è vero che ci sono stati movimenti, negli anni ’70, che hanno proposto l’eliminazione dell’ “età del consenso” ai rapporti sessuali, già negli anni ’80 molti gruppi si dissociavano dal NAMBLA accusandolo di propaganda pedofila. Affermare “ah, ma 40 anni fa un tizio/una tizia ha detto che” non dimostra che ci sia OGGI alcun legame fra il movimento LGTB nel suo complesso e gruppi tipo Nambla. Né che questo abbia a che fare con una fantomatica lobby di “femministe lesbiche e cattive”.
    Secoli fa i medici non si lavavano le mani prima di toccare i pazienti e la gente moriva di infezione, ma questo non comporta che OGGI io non vado dal medico perché sono tutti assassini: cerchiamo di usare il cervello.
    Passa il tempo, le teorie vengono confutate, la ricerca progredisce e si scoprono cose nuove: oggi sappiamo che, a dispetto di quello che scrisse Freud, non si può parlare di “impulsi sessuali nella prima infanzia” analoghi a quelli dell’adulto, pertanto inculcare nei bambini modelli di comportamento o atteggiamenti sessuali tipici degli adulti è una forma di violenza.
    Alla luce della percezione che si ha del bambino OGGI le teorie di Gardner sono superate.
    Per ciò che riguarda l’eliminazione dell’età del consenso, l’ostracismo nei confronti del Nambla da parte di altre aggregazioni di attivisti si è manifestato immediatamente dopo la sua formazione e se ci informiamo bene, scopriamo che già in occasione della prima marcia gay del 1979 a Washington ci fu chi protestò per la presenza dei suoi membri e che si pretese che una simile proposta fosse eliminata dai principi ispiratori della manifestazione.
    Dalla metà degli anni ’80 il Nambla è rimasto completamente isolato, sono gli unici a portare avanti quel tipo di discorso e OGGI quasi tutti i gruppi per i diritti dei gay ripudiano ogni legame con Nambla, esprimono disapprovazione verso i suoi obiettivi e tentano di impedire che abbia un qualsiasi ruolo in eventi rivolti all’affermazione dei diritti dei gay e delle lesbiche.

  14. Pinzalberto ha detto:

    Ma è corretto definirla “Opera”?? Possiamo definire opera anche il “mein kampf”?

  15. donatella ha detto:

    NON RIESCO A TROVARE NEL MIO VOCABOLARIO UN TERMINE ADATTO ………PERVERSIONE? PAZZIA PURA? RAPIMENTO DI CERVELLO DA PARTE DI ALIENI?
    ANCHE L’OMICIDIO, LA TORTURA POTREBBERO TROVARE UNA GIUSTIFICAZIONE SE UNO SI FA TANTE …..MENTALI. NON MI STUPISCE CHE GARDNER ABBIA FATTO LA FINE CHE HA FATTO.
    MI PREME PRECISARE, ESSENDO ASSISTENTE SOCIALE, CHE CI SONO PROFESSIONISTI/E CHE PASSANO MOLTO TEMPO A STUDIARE, CHE SI INFORMANO SULLE “NUOVE MODE” E CHE COMBATTONO, ANCHE CONTRO I TRIBUNALI, CON LE UNGHIE E CON I DENTI PER AFFERMARE E FAR RISPETTARE I DIRITTI DEI MINORI.
    I GENITORI CHE NON SI SENTONO AIUTATI, SOSTENUTI O TUTELATI, NON SONO PRIGIONIERI DEI SERVIZI, POSSONO RIVOLGERSI AI VARI ORDINI PROFESSIONALI, AI DIRIGENTI DEI SERVIZI SOCIALI O SANITARI, RICHIEDERE UNA VALUTAZIONE MULTIDISCIPLINARE E MULTIPROFESSIONALE FONDATA SU BASI TECNICO SCIENTIFICHE.

  16. PAOLA ha detto:

    l’unica asserzione di questo “essere” (assurdo!!), che secondo me potrebbe essere giusta è: ” le indagine per verificare se è avvenuto un abuso sessuale possono causare danni maggiori rispetto a quelli causati dall’abuso stesso.” Sicuramente le domande “sbagliate” rivolte al bimbo abusato gli farebbero “rivivere” l’atto sessuale deviato! Meglio sarebbe metterlo in mani (delicate e sensibili) di psicologhe/gi e/o terapeuti con tecniche molto meno invasive! Evitare assolutamente avvocati, magistrati o pm vari…!
    Ma il resto della sua disamina in materia è a dir poco allucinante!

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