Fonte: La Nuova Sardegna
Mi spiace non aver potuto scrivere una riga, in questi giorni. Mentre i Carabinieri facevano irruzione nella casa dove una madre si barricava insieme alla sua bambina, per strappargliela letteralmente dalle braccia, io ero in sala operatoria. Per diversi giorni non ho potuto muovermi dal mio letto d’ospedale, ma ora che sono a casa, seduta davanti al computer, voglio testimoniare la mia impotente indignazione e tutta la mia solidarietà ad una donna e una comunità che hanno strenuamente lottato contro un potere troppo grande e spietato, affiancando il mio grido (virtuale, essendo ancora impossibilitata a fare altro) a quello di Patrizia Cadau, consigliera comunale di Oristano: è uno scandalo.
La vicenda di Baressa, a quasi un anno dal caso di Juana Rivas, ci conferma che in Italia il tanto sbandierato concetto di “bigenitorialità” non è altro che un arma con la quale colpire crudelmente quelle donne che pretendono che le loro denunce per violenza domestica vengano tenute in debita considerazione nel momento in cui un giudice deve decidere sull’affidamento dei bambini coinvolti, principio sancito dalla Convenzione di Istanbul, che riconosce ai bambini lo status vittime “anche in quanto testimoni di violenze all’interno della famiglia“.
Che la “bigenitorialità” sia una strategia processuale più che una onesta preoccupazione per il sano sviluppo dei bambini, lo dimostra al di là di ogni ragionevole dubbio la contradditoria decisione di una giudice, Fiorella Scarpato, che, sostenendo di perseguire l’obiettivo di garantire alla bambina due genitori, avrebbe concesso all’uomo l’affido esclusivo della bambina, soltanto perché la donna, senza lavoro e con un sostentamento stabilito dalla Corte di 150 euro al mese, è dovuta ovviamente tornare presso i genitori in Sardegna.
Oltre venti Carabinieri, ci dicono i giornali, si sarebbero prestati al sequestro di una bambina di due anni e mezzo.
E’ urgente che le donne di questo paese prendano posizione nei confronti di istituzioni che rifiutano di applicare la ratificata Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, di fatto rendendo per ogni vittima, che abbia avuto dei figli col suo aguzzino, spaventosa e inconcepibile la sola idea di allontanarsi per smettere di subire.
Ogni madre che si trovi oggi invischiata in una relazione con un uomo maltrattante, nel leggere di quanto accaduto a Baressa, deciderà di rimanere in casa a rischio della sua stessa vita, piuttosto che convivere con il terrore di dover consegnare i suoi figli, deprivata della possibilità di difenderli da quel comportamento abusante del quale hanno fatto esperienza sulla loro pelle.
Perché, è opportuno ricordarlo, “E’ probabile che quei padri che hanno usato violenza sulle compagne adottino anche con i propri figli il medesimo comportamento abusante e le stesse tecniche di controllo psicologico” (fonte: APA Resolution On Male Violence Against Women).
Quindi, in conclusione, se avete uno spazio dal quale potete far sentire la vostra voce, ditelo anche voi il più forte possibile:
#IOSTOCONLAMAMMADIBARESSA
Per approfondire sul tema genitorialità e violenza sulle donne:
Se chiedo aiuto mi porteranno via i bambini?
Se si tutela la madre, si tutela anche il figlio
In che modo l’enfasi sulla bigenitorialità è pericolosa per le vittime di violenza domestica
Traumi infantili, salute e violenza domestica
Genitorialità condivisa con un ex abusante?
Quando la bigenitorialità uccide
Le competenze genitoriali dell’uomo violento
Crescere i tuoi figli con un ex maltrattante e rimanere sana di mente: è possibile?
Bentornata!
Per fortuna la madre e la bambina non sono isolate, come mi sembra che succeda di solito. Speriamo che questo sia d’aiuto.
Mi ha consolato leggere il nome della consigliera regionale delle pari opportunità Gabriella Murgia, fra le persone intervenute a supporto della mamma di Baressa.
Sì, ho pensato la stessa cosa.
L’ha ribloggato su Il Libro di Ahania.
guardi che le cronache su queste brutte storie non si devono scrivere in modo così fazioso.
Tra le tante citazioni si è dimenticata un particolare, cara RCS: la signora di Baressa, che ha chiamato i giornalisti per farsi immortalare urlando con i servizi sociali (problemi suoi, ne va della sua attendibilità come genitore) ha commesso un reato. Si chiama Sottrazione di minore; per piacere non si autociti col suo blog, provi ad aprire un codice penale.
Ha commesso una sottrazione di minore spostando la bimba, che ovviamente ha diritto di avere madre e padre, da VITERBO (Penisola) alla Sardegna (Isola), nel senso che non è andata a fare due passi al centro commerciale. Il genitore separato non può spostare un figlio senza il consenso dell’altro o quantomeno, ad esempio per esigenze di viaggio, deve preavvertirlo.
Se poi c’erano effettivamente esigenze di tutela (che io comunque escludo in quanto il babbo pare che sia un avvocato, magari meglio difeso, ma poco propenso ad aggredire) non doveva fare altro che prendere la figlia e recarsi a Viterbo dai CARABINIERI. depositata una denuncia, sarebbe stata immediatamente autorizzata ad allontanarsi per tutelare la propria incolumità, invece di farsi “giustizia da sola” spostando la bimba per centinaia di chilometri.
io sto con la bimba, che ovviamente ha diritto a crescere con due genitori.
Se poi volete sostenere che “la giudice” come enfaticamente la chiamate, ha sbagliato, siete
liberi di farlo ma a ragion veduta e citando reati, perchè la sottrazione di minori E’ un reato
e se lo avesse commesso un padre, ipotizzo seri provvedimenti nei suoi confronti, di identico
segno di quelli adottati per la mamma del paese di Baressa.
Il padre sarebbe “poco propenso ad aggredire” in quanto avvocato? Sarebbe questa la prova inconfutabile dell’insussistenza delle accuse?
allora….io ho letto bene le cronache e conosco un po’ questo caso; per conoscere esattamente la situazione occorre vedere il provvedimento del TC di Viterbo; inoltre ho dimenticato di dire che la madre può vedere la figlia anche se questo implica un costo
(la bimba è a Viterbo, la mamma in Sardegna). questo significa che sia pure in spazio protetto la madre potrà visitare la bimba, con la speranza che non ci sia in futuro nessun deleterio “spazio protetto” (dannoso per i padri, dannoso come vedi per le madri!).
io non ho trovato alcuna traccia di una accusa di maltrattamenti; si sa solo che la madre
si è allontanata inopinatamente dal domicilio familiare, cosa che NON si può fare e sai
bene che se lo facesse un padre, a parti inverse, sarebbe un comportamento sanzionabile.
la mia opinione, se è lecita, è che la madre ha sbagliato tutto nel chiamare giornalisti, fare riprese, tenere un atteggiamento di “sfida” nei confronti di chi eseguiva un semplice ordine, che per quanto rigoroso, è pur sempre un ordine (quando un marito viene arrestato e finisce in carcere, perdendo la potestà genitoriale, si sono mai visti striscioni di protesta?
non credo proprio).
i provvedimenti sono sempre reclamabili e l’augurio è che con ritrovata serenità
il contatto madre-figlia (essenziale) riprende quanto prima.
infine i due soggetti (Pili e quell’altra consigliere) sono poco degni di considerazione.
una si fa fotografare con Colt in mano sui social, e non mostra grande equilibrio
l’altro è un ex forza italia a capo di un partitello simil indipendentista e in Sardegna
è noto come un mezzo squilibrato.
ferma la gravità indubbia della vicenda, cercherei altre fonti ….
La traccia di maltrattamenti la si trova, ad esempio, nell’articolo che ho linkato all’inizio di questo articolo. Per ciò che riguarda invece il reato di cui parli tu, qui la versione degli avvocati della madre: http://www.lanuovasardegna.it/oristano/cronaca/2018/07/08/news/bimba-contesa-troppi-dubbi-1.17043807
“c’è da esaminare il comportamento della madre. Il giudice le attribuisce il mancato rispetto dell’ordinanza del 22 dicembre del 2017. Non avrebbe ottemperato all’obbligo di trasferirsi a Viterbo, ma l’avrebbe fatto solamente il 28 febbraio. C’è un perché ciò sia avvenuto e questo perché è contenuto anche in alcuni atti che la giudice ha ben presenti.
Il tempo trascorso tra dicembre e febbraio, è stato quello in cui fu avviata dall’avvocato Paolo Mauri, la negoziazione nel tentativo di trovare una via d’incontro che potesse soddisfare le esigenze di entrambi i genitori. Questo passo fu regolarmente autorizzato dal tribunale che quindi non dovrebbe rimproverare alla mamma il mancato rispetto dell’ordinanza.”
sempre nel ribadire che sto con la BIMBA e che spero in un riabbraccio madre-figlia in tempi brevi,
magari leggerei più ampiamente la notizia, sempre sul rilievo che Viterbo è parecchio distante dalla Sardegna e che non è possibile spostare un figlio senza consenso almeno tacito di entrambi i genitori. anche in questo articolo nessunissima traccia di maltrattamenti da parte del padre,
oltretutto sarebbe stato folle e illogico riportare la bimba presso il genitore maltrattante addirittura
per decreto del tribunale civile.
http://www.tusciaweb.eu/2018/07/bimba-contesa-i-carabinieri-a-casa-della-madre-ma-lei-si-barrica-in-camera-con-la-figlia/
Esatto: folle e illogico.
quindi RCS, tu stai dicendo che una donna magistrato con un po’ di esperienza nel civile
ha sbagliato con, questa colossale topica?
Se ha sbagliato ci sarà presto un collegio che riformerà la sua decisione.
ti posso garantire che lo shock per una bimba che viene allontanata dalla madre, figura genitoriale essenziale, è pari a quello di una bimba che per motivi meramente formali
(leggi condiviso inapplicato) non può vedere un padre.
Stiamo sempre dalla parte dei figli: loro ci guardano e ci giudicano. Questa non è francia-croazia dove qualcuno deve per forza vincere; l’unica che dovrà salire “sul podio” sarà la bimba e col tempo, con pazienza, con equilibrio, con intelligenza, con un immenso sforzo
da parte di tutti, la bimba rivedrà la sua madre, come e quanto vorrà.
Non si è mai parlato di un condiviso, leggi bene, ma di un affido esclusivo al padre.
io leggo bene sopratutto leggo senza faziosità; conosco un minimo la faccenda.
mi permetto di lasciarti questo link della Unione Sarda (in Sardegna ci sono due giornali).
http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2018/05/22/bimba-contesa-mamma-di-baressa-si-barrica-in-casa-non-potete-port-68-731744.html
nessuna traccia di una denuncia per maltrattamenti; una separazione conflittuale, come tante
certo. Non vi è dubbio che non si deve mai arrivare a questo punto;
poniti un dubbio, l’esclusivo in favore del padre è una roba da marziani, forse il 2% delle
cause di separazione termina in un affido esclusivo per il padre, solitamente è la madre
che ottiene un esclusivo in caso di incapacità genitoriale del padre.
la signora è laureata in giurisprudenza, è curioso che non riesca a trovare un lavoretto
nel lazio ma accettiamo pure l’ipotesi della disoccupazione intellettuale.
Escluso fermamente l’idea che abbiano affidato la bimba al padre perchè la mamma è povera.
nel caso, può fare un mutuo e farsi aiutare dalla comunità sarda nel Lazio.
può farsi prestare i soldi da Pili che corre a fare esposti (dannosissimi!!! Specie nell’interesse
della figlia piccola).
io conclusivamente ti faccio rilevare che, SI, è dannoso togliere i figli alle madri…
lo vedi quanto è dura, pesante, orribile questa situazione che riguarda un numero
immenso di padri? La cui sofferenza ha valore quanto meno identico alla piccola sarda
di Baressa, mal difesa e mal consigliata (infatti ha cambiato avvocato e ha fatto bene),
auguri alla mamma…ma sopratutto alla bimba, ii bene primario.
“la signora è laureata in giurisprudenza, è curioso che non riesca a trovare un lavoretto”: si certo, l’Italia è famosa per la velocità con cui impiega i suoi laureati http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-08-08/talentuosi-e-disoccupati-perche-giovani-ultra-qualificati-fanno-fatica-trovare-lavoro-140346.shtml?uuid=AEatkJAC e soprattutto per la sua predilazione per le donne con bambini piccoli (sarcasmo).
“Escluso fermamente l’idea che abbiano affidato la bimba al padre perchè la mamma è povera.” Ed è escluso su che basi? In realtà capita molto più spesso di quanto siamo disposti ad ammettere, che la povertà venga considerata una colpa. Ne abbiamo già parlato in questo blog: https://ilricciocornoschiattoso.wordpress.com/2014/09/15/due-pesi-e-due-misure-i-genitori-single-e-il-genere/
Cito: il Tribunale di Genova sottrae una bambina di 4 anni alla madre Irina, definita una “parassita” perché senza lavoro; la maestra della bambina protesta: “Per me Irina è un’ottima madre, portava la piccola tutte le mattine e veniva a prenderla all’una o alle cinque a seconda degli impegni. Naturalmente potrei non sapere tutto. Non poteva pagarmi la retta, ma per me non c’è problema.”
(…) Maria, 35 anni, che lavora come colf e vive in un residence gestito da religiose dove paga un regolare affitto, si vede portar via il suo bambino dal Tribunale dei Minori di Roma. Non è non è accusata di alcun reato nè di atti di violenza, “nutre affetto nei confronti del figlio” – ammettono i giudici – ma “È povera, ha sofferto molto in gioventù”, “a causa del suo vissuto doloroso risulta ella stessa bisognosa di vicinanza e prossimità”.
non avevo dubbi che ti autocitassi. Ma tu scrivi il tuo blog per discutere oppure per attendere commenti che accolgano le tue tesi?.Forse ho capito, rispondi tanto per prendere in giro le persone che provano a discutere con te.
Intanto, la signora non ha fatto nulla per cercarsi un lavoro e il fatto che in Italia ci sia disoccupazione non è scusa; tantissime madri responsabili trovano un impiego sopratutto quando hanno figli da mantenere. Guardi che i tribunali non “sottraggono” nessuno, faccia attenzione, questa è la terminologia dei padri separati che lei tanto detesta.
di certo la signora di Baressa non trova impiego in un paesello di poche anime nel cuore della Marmilla, praticamente un deserto, dove si è recata con la bimba allontanandola
del padre e commettendo Sottrazione di minori.
Invece di citare casi che c’entrano poco, invece di fare disinformazione , veda di
leggere qualche provvedimento giudiziario, si informi, perchè se continua così un giorno
o l’altro si prenderà una bella querela per diffamazione a mezzo internet.
si ficchi nella testa che i tribunali non sono “zingari” che portano via i bambini.
veramente non c’è rimedio egregia ricciocorno. O come si chiama lei.
https://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/quartu_figlia_tre_mesi_servizi_sociali-1645459.html
Io non mi autocito: io cito.
hanno sottratto la figlia alla mamma perchè questa è povera.
questa è veramente una idiozia che ti puoi risparmiare. tu vivi di leggende.
Kinkyreggae..??? La condizione d’indigenza non basta per allontanare un bambino dai propri genitori. Ma può bastare per la decadenza della potestà genitoriale, se il Giudice valuta il comportamento o le condizioni dei genitori, pregiudizievoli per il figlio, in altre parole che non sia in grado di assicurare al figlio il mantenimento, l’educazione, l’istruzione e le relazioni affettive di cui ha bisogno. Questo in generale.
Sul caso: Noi sappiamo solo quello che ci dicono i giornali, Alcuni tipo la Nuova Sardegna, ci parlano di maltrattamenti e denunce.. “ORISTANO. Maltrattamenti in famiglia. La madre costretta a scappare da un inferno, fatto di vessazioni, documentate da denunce all’autorità di pubblica sicurezza.” Altri giornali omettono questo passaggio, ma non lo smentiscono. Come non c’è nessun riferimento alle violenze e alle denunce nel provvedimento del giudice, ma questo non esclude che le denunce non ci siano state.
L’affido esclusivo al padre non è stato dato come sottintendi o ipotizzi per sottrazione di minori, ma alla madre si addebita il fatto che non si adopererebbe abbastanza a salvaguardia del rapporto tra bambina e il padre. In pratica non collaborativa, che ha un unico significato non obbediente.
Poi supponi che lei non si sia data da fare per cercarsi un lavoro, sarei curiosa di conoscere quali sono gli elementi che te lo fanno pensare. Il fatto che sia sempre disoccupata non dimostra nulla.
Di fatto lei è ritornata al suo paese, dove può contare nel sostegno economico e morale della famiglia di origine e conoscenze tali per entrare nel mondo del lavoro, cosa che probabilmente a Viterbo non ha.
Domanda: Perché deve essere lei, il soggetto economicamente più debole e a rischio a salvaguardare il rapporto tra padre e figlia? Perché lui deve avere la “pappa scodellata”? Perché non si reca lui in Sardegna? Non ci deve andare con la barchetta a remi, a Viterbo c’è un aeroporto in meno di mezz’ora è a Oristano.
In pratica perché deve essere lei a sostenere tutte le spese e i disagi per garantire il rapporto tra padre e figlia?
vorrei fosse chiara una cosa, io rabbrividisco per il destino di questa signora
e mi auguro che riabbracci la figlia; non tifo per nessuno, nel caso tifo per l’interesse della
bambina. Non vi è nulla di cui gioire e chi gioisce di questi disastri è veramente un pazzo.