Il 25 novembre, per ricordarci tutte le ragioni per cui è importante celebrare la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, il programma televisivo La Prova del cuoco ha mandato in onda l’esempio perfetto di ciò che si intende per famiglia di stampo patriarcale: una concorrente poco più che trentenne, interpellata sulla sua vita privata dalla conduttrice, ha colto l’occasione per ringraziare pubblicamente il suo novello sposo, poiché egli, mostrando estrema magnanimità e tenendo a bada un’indole “gelosina”, le aveva concesso di prendere parte al programma televisivo tutta da sola.
A quelli che si stanno ancora chiedendo se l’evento sia stato causato da un warmhole che ha fatto precipitare fra noi da una donna appartenente ad un lontano passato, vorrei rispondere che stupirsi della naturalezza con cui è stato pronunciato l’omaggio al marito-padrone è insensato tanto quanto lo è dichiararsi scioccati dall’ennesimo sondaggio ISTAT che conferma la significativa percentuale di italiani che indulgono nella colpevolizzazione della vittima.
Invece di far finta di cadere dal pero ogni volta, ammettete piuttosto che non ve ne importa un piffero, perché sono anni che sento ripetere la frase “il problema della violenza sulle donne è strutturale“, al punto che ormai all’idea di spiegarvela di nuovo mi viene la nausea.
Per ulteriori delucidazioni sulla questione, potete rivolgervi alla giunta del comune di Forlì.
Sempre il 25 novembre, il consigliere leghista Umberto La Morgia, in rappresentanza di tutti gli italici Men’s Rights, Fathers’ Rights, Incel e compagnia briscola, ci ha ricordato in modo sintetico a particolarmente efficace gli argomenti di chi la Giornata contro la violenza sulle donne proprio non riesce a digerirla:
- la confusione fra pari opportunità e pari probabilità di venire ucciso dal/dalla proprio/a partner/ex/collega/amante ecc.
- l’alienazione genitoriale
- le migliaia e migliaia di false accuse mosse dalle donne che sono il 90% delle accuse, no scusate, me l’ha detto qualcuno ed era un uomo quindi perché non credergli sulla parola? Mi sono sbagliato, sono stato frainteso, non ero io, quel giorno non c’ero, abbasso le ideologie e viva il Codice Rosso.
Ancora il 25 novembre, la ditta di pompe funebri Taffo che tutto il web (compresa me) adora(va) incondizionatamente per le campagne caratterizzate da uno straordinario black humor (ho amato e cantato la loro hit dell’estate), ha deciso di intervenire sul tema violenza sulle donne con un’immagine potente: sotto la scritta “Ci sono due tipi di donne”, l’immagine di una bara affiancata ad un’altra scritta, “quelle che denunciano”.
Così, in barba a Marianna Manduca, uccisa dopo ben 12 denunce, e a tutte quelle donne che come lei debbono combattere non solo contro la violenza dei singoli maltrattanti, ma anche contro l’inerzia di un’intera società che – grazie alle teorie prima esposte e poi ritrattate da La Morgia – di fronte alle loro richieste d’aiuto fa troppo spesso orecchie da mercante, Taffo per una volta rinuncia a puntare sull’originalità per accodarsi alla più rassicurante delle narrazioni sul femminicidio, perdendo un po’ della stima di quella fetta di pubblico (me compresa) che aveva apprezzato il suo coraggio di osare.
Peccato.
Questo non è che un assaggio dell’impegno che ogni anno il popolo italiano ci mette per ricordarci quanto è importante che ognuna di noi continui a lottare.
Sentitevi libere di contribuire e allungare la lista di tutti gli “inspirational moments” del 25 novembre, quelli che rafforzano in ogni femminista la consapevolezza che
Mi piace tutto e concordo, a parte per la critica alla Taffo. Secondo me sono dei geni XD le loro immagini mi sono piaciute molto entrambe, soprattutto la seconda (quella col sessista nella bara).
https://medium.com/@Iabicus/lorem-ipsum-127dd8706dd9 qui trovi una critica più articolata.
Me la leggo ora 🙂 e qua c’è il mio post di elogio XD
https://loonmartian.wordpress.com/2019/11/27/ci-sono-due-tipi-di-uomini-quelli-che-rispettano-le-donne-e-gli-altri/
Ti dico perché io non sono d’accordo. Le donne denunciano, le denunce sono in costante aumento: https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/11/19/femminicidi-nel-2018-uccise-142-donne-in-aumento-le-denunce-per-violenza-sessuale-stalking-e-maltrattamenti-in-famiglia/5571180/
Le dichiarano in aumento quest’anno, ma lo dichiaravano anche l’anno scorso: https://www.lastampa.it/cronaca/2018/08/05/news/violenza-sulle-donne-boom-di-denunce-1.34036776 Questo è un articolo datato 2017: https://tuttoggi.info/perugia-calano-morti-odose-aumentano-denunce-donne-vittime-violenza/432354/
La consapevolezza delle donne è un costante aumento, ma le istituzioni non vanno evidentemente di pari passo, visto che i casi di femminicidio rimangono costanti.
A dispetto delle continue esortazioni a denunciare, ancora ci sono rappresentanti delle istituzioni che si permettono di pubblicare percentuali assurde sulle false denunce delle donne, o che scelgono il 25 novembre per puntualizzare “la violenza non ha genere”.
Ok, mi sta benissimo lavorare ancora sulla consapevolezza delle donne, perché è evidente che ce n’è di lavoro da fare, ma da Taffo ci si aspettava una riflessione diversa, fuori dagli schemi “tradizionali” della comunicazione sulla violenza contro le donne, anche perché l’essere fuori dagli schemi è ciò che li ha resi famosi.
la isoardi ha fatto bene a rispondere. i problemi che segnali esistono e sono gravissimi anche se voglio sforzarmi di essere ottimista, voglio pensare che la maggioranza degli italiani sappia che i vestiti della vittima non c’entrano con lo stupro