Ged – Gender equality and diversity label: che genere di premio?

Al minuto 2:28 possiamo ascoltare una delle vincitrici dell’edizione 2020 del Premio Innovatori Responsabili, il (cito testualmente)

Premio regionale per la responsabilità sociale di impresa e l’innovazione sociale, istituito dall’art. 17 della Legge regionale n. 14 del 18 luglio 2014, Promozione degli investimenti in Emilia-Romagna, [che] valorizza le esperienze più significative realizzate dalle imprese emiliano-romagnole e da altri soggetti che attraverso iniziative di innovazione responsabile contribuiscono ad attuare gli obiettivi e i target indicati dall’ONU con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

La psicologa e psicoterapeta Maria Cristina Meloni è stata premiata nell’ambito delle segnalazioni GED – Gender equality and diversity label, che – come da regolamento (pagg.4 e 5) – è un premio assegnato

in attuazione dell’art. 30 della L.R. 6/2014, alla migliore buona pratica relativa ad azioni positive per le pari opportunità.

Per questo motivo, ovvero poiché la succitata legge si ispira ai principi espressi dalla Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW) e della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul),

ai fini dell’attribuzione di tale premio, come stabilito al punto 1.4 del Bando, è previsto il coinvolgimento della Commissione assembleare per la parità e i diritti delle persone.

Non è curioso che un simile riconoscimento, la cui creazione trova il fondamento in due fra le più importanti Convenzioni internazionali attestanti l’esistenza di un fenomeno sociale noto come “violenza contro le donne”, venga conferito ad una professionista fermamente convinta che “la violenza non ha genere“?

Anche senza voler entrare nel merito della sussistenza delle argomentazioni che la signora Meloni adduce a supporto della sua tesi, assegnarle il premio GED equivale ad assegnare ai nazisti dell’Illinois un posto nel Giardino dei Giusti: una contraddizione della quale è difficile darsi una spiegazione.

Come sono venuta a conoscenza di questo inspiegabile accadimento?

Grazie a Facebok e ad una lettera aperta che un nutrito gruppo di cittadine e cittadini indignati ha inviato ad una serie di personaggi politici (fra i quali spicca anche il Presidente Commissione per la parità e per i diritti delle persone della Regione Emilia Romagna) in occasione di un Convegno, valido a fornire 2 crediti formativi agli avvocati partecipanti, che si svolge a Piacenza oggi 21 gennaio 2023; il convegno, introdotto proprio dalla psicologa e psicoterapeuta Maria Cristina Meloni, affronta fra gli altri tutti i temi cari ai papà separati:

le false accuse

le false memorie

i bambini suggestionati.

(Per chi fosse digiuno sul particolare significato dell’espressione “papà separati”, vi rimando ad un testo vecchiotto ma sempre attuale, che spiega come la stessa non si riferisce ai genitori separati di sesso maschile).

Come molti studiosi del fenomeno “papà separati” hanno spiegato negli ultimi anni (perché, checché ne dica la signora Meloni, è tutt’altro che un fenomeno poco indagato, sebbene non lo sia nei termini che usa lei nelle sue interviste) la lettura della violenza contro le donne fornita dal femminismo è un punto chiave dell’attivismo dei gruppi di attivisti per i diritti dei papà; promuovere una lettura della violenza “interpersonale” (e delle politiche in merito) priva di qualsivoglia connotazione di genere, infatti, è funzionale alla loro battaglia, mirata a difendere il disequilibrio di potere a favore dell’uomo all’interno della struttura familiare e il dominio maschile nella società.

Per farlo gli attivisti e le loro fiancheggiatrici diffondono analisi prive di fondamento nella ricerca empirica e dati inventati, come ad esempio quello fornito dalla signora Meloni al sito Il Piacenza linkato qualche paragrafo addietro:

Ogni anno sono circa 200 i padri che si suicidano perché le ex mogli gli impediscono di vedere i figli o li hanno accusati di un grave e falso reato.

Da dove salta fuori questo numero? Chi ha condotto uno studio statistico sui suicidi dei padri e dove è stato pubblicato?

Ve lo dico io: nessuno lo ha condotto e non ci sono pubblicazioni. E’ un dato falso e diffuso allo scopo di supportare l’idea balzana che parlare di violenza contro le donne equivalga rendersi colpevoli di discriminazione di genere.

Sono pronta a ricredermi ed a chiedere scusa se qualcuno mi fornisce una fonte di questo numero che non sia La Fionda o il presidente dell’associazione “Nessuno tocchi papà” Walter Buscema, che vanta la medesima autorevolezza come esperto di studi statistici che posso vantare io.

Ma siccome sono abbastanza certa che nessuno si farà avanti con qualcosa di più concreto, sono qui a chiedervi se la Commissione per la parità e per i diritti delle persone della Regione Emilia Romagna, nel rispetto di tutte le vittime, non debba dire e fare qualcosa per rimediare all’assegnazione sciagurata del premio GED alla signora Meloni, che, magari sarà stata brava ad imbrogliarli all’epoca, ma oggi si dimostra soprattutto impegnata nel creare un clima saturo di ostilità e sospetto attorno a chiunque decida di denunciare la violenza maschile contro le donne.

Informazioni su il ricciocorno schiattoso

Il ricciocorno schiattoso si dice sia stato avvistato in Svezia da persone assolutamente inattendibili, ma nonostante ciò non è famoso come Nessie.
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5 risposte a Ged – Gender equality and diversity label: che genere di premio?

  1. Giulia ha detto:

    La statistica sui suicidi è del tutto inventata, presa dallo stato civile dei dati istat. Lo stato civile appunto, che non ci dice nulla del movente ne se sono genitori oppure no. In più da considerare che il 35% ha più di 65 anni, la vedo difficile che siano tutti con figli minori. E comunque è arrotondato in eccesso, in media sono 160/180 uomini l’anno e 60/80 donne “stato civile” separato/a. è interessante come confondono lo stato civile con il movente. Senza dimenticare che uno su due, delle persone che si uccidono sono coniugati/e un numero ben maggiore dei separati. Forse si sono suicidati, perché costretti a frequentare i figli?
    La violenza non ha genere? Le vittime certamente! L’autore della violenza ha un genere ben preciso! Le vittime di violenza all’interno della famiglia, possono essere sia uomini che donne, ma gli autori come ci ricorda l’istat, sono: 97% uomini se la vittima è una donna e il 95% uomini se la vittima è un uomo.

  2. Antome ha detto:

    Bentornata e buon anno.
    Quindi è stata la regione Emilia, il cui presidente è candidato alla guida del PD? Non la Roccella.
    Ho cercato su internet e ho visto che La Fionda, che poi ho notato essere un sito ferventemente antifemminista, in effetti anch’io lo ricordavo così, il nome non mi è nuovo, cosa curiosa, esorta a non usare più quella statistica perchè falsa e facilmente sbugiardabile. Inizialmente pensavo a dell’ironia
    Particolare che nel motore di ricerca “italia 200 padri suicidi” dia ai primissimi posti fonti chiaramente antifemministe
    Non è per evocare un complotto google, ma forse bisogna creare altrettanto alacremente articoli che rispondano proprio su quei punti con titoli che rispondano alle parole chiave, ricordavo infatti quando questo blog iniziò che le fonti antifemministe e reazionarie erano in fondo ai risultati di ricerca, non trovavi in cima Il Giornale o peggio Il primate N. senza offesa per i primati, ops, dimentico che devo essere sempre dialogante e rispettoso con chi fa vanto che lo siamo troppo e siamo troppo sensibili e politicamente corretti senno lo allontano sempre di più, siamo ipocriti etc.
    Ma forse sai meglio di me come funziona il ranking e non è del tutto lineare, forse riflette meccanismi tossici di popolarità che sono cambiati con il tempo molto più basati su controversia etc.
    La tabella pubblicata dal sito è questa https://i0.wp.com/www.lafionda.com/wp-content/uploads/2021/03/varie_tabellasuicidi09.jpg?resize=1024%2C329&ssl=1
    non specifica la presenza di figli, chi è stato lasciato da chi, affido, alimenti ed il resto degli argomenti Mra.
    Le donne separate suicide sarebbero “solo” 6 volte di meno, per carità brutti dati a prescindere dal genere e ed è giusto indagare costruttivamente cosa ci sia dietro che non implicano una colpa femminile o tanto più del femminismo, come sembra un ossessione dei siti Mra più in vista tenendo pure conto che che a quanto so un numero simile tenta il suicidio e gli uomini ci riuscirebbero di più.
    I pochi che tengono un focus su problematiche maschili dall’interno senza accusare il femminismo o con un’evidente agenda* nell’accusarlo sono nella subreddit /r/menslib
    *non che abbiano un’agenda nascosta, nel senso che è evidente l’investimento e l’impostazione di molti della manosphere nell’indirizzare frustrazione e rabbia lasciando intatte le cause, buona parte nel maschilismo.
    Si sbaglia anche a dire che manchi il focus verso le donne sessiste verso altre donne, molta parte del femminismo lo riconosce, ma c’è chi cerca di dire che allora il patriarcato non c’entra nulla.
    Un umile consiglio sarebbe al limite un maggiore focus nei confronti di alcune donne che hanno aspettative tradizionali problematiche di genere nei confronti degli uomini. La manosphere infatti ama generalizzare questi casi come fossero rappresentativi in generale delle donne ed intrinsechi alla loro natura, dicono sono loro che ci invogliano ad essere competitivi ed a competere per loro, appunto mascolinità e competitività tossica. Va da sè che non sono solo loro affatto però il tema alle donne piace così è il tema portante della mascolinità tossica e della visione del differenziale di potere tra uomini e donne come parte di ciò che crea l’attrazione verso gli uomini. Quelle che sono così però esistono e contribuisco al problema, ovviamente non nascono così, così come gli uomini maschilisti non sono nati tali.

    • Giulia ha detto:

      Ciao! Antome. Non trovi nessuna ricerca perché non esiste. Le tabelle che pubblicano riguardano lo stato civile e non il movente. Per il movente la gran parte riguarda la salute fisica e mentale e i motivi economici sia per gli uomini che per le donne. Comunque li puoi cercare qui: http://dati.istat.it/
      Vai a : Salute e Sanità/Cause di morte/ Suicidi.

  3. Antome ha detto:

    Un altro refrain che viene contrapposto alle statistiche di violenza sessuale, quella che per gli uomini è più facile essere aggrediti ed uccisi, non starò a dire da altri uomini, sennò quelli rispondono “e allora i neri in America?”. Questi dati mi chiedo, controllano il contesto? Includono uomini che stanno camminando per i fatti loro o uomini coinvolti in attività criminali? Non è per dire che se la cercano, ovviamente i primi no, ma i secondi potrebbero essere uccisi o aggrediti da rivali, nel contesto di una rissa, chessò o di ritorsioni. Questo viene menzionato o omesso. Essendo purtroppo gli uomini la maggior parte degli autori di risse, aggressioni e atti criminali e oltre il 90% degli omicidi.
    Potrei credere che si sia più propensi tra un uomo ed una donna da aggredire in strada, anche se si sta facendo i fatti propri, possa talvolta essere più a rischio un uomo, ma sospetto, dovendo però approfondire, non del tanto extent riferito da antifemministi isolando per questo contesto.
    Loro ritengono che accada perchè picchiare una donna avrebbe molta più riprovazione sociale rispetto ad un uomo anche tranquillo ed indifeso. Se anche in parte fosse vero, la colpa sarebbe dei ruoli di genere che affermerebbero che un uomo deve sapersi difendere, ma dubito che ci si aspetti che un uomo solo si difenda da gruppi di uomini e i più aggrediscono in branco vigliaccamente penso, quindi penso che la riprovazione sociale rimanga intatta.
    È strano perchè qui c’è un corto circuito, se loro fanno riferimento a conservatori, in teoria un po’ meno i Mra, sono convinti che la mancanza di empatia verso gli uomini sarebbe femminista? Perchè il femminismo è misandrico etc. quelli che la “vera equità è picchiare una donna come un uomo” sono in un bilico di dissonanza cognitiva che oscilla, tra “è sbagliato per entrambi” e “è giusto per entrambi”.
    D’altronde anche una parte del conservatorismo oscilla tra la donna è un fiore delicato o quello per cui il marito è giusto che la punisca, anche se ormai è sempre più retro.
    Il femminismo ha semplicemente dato alla donna la possibilità di uscire dalla relazione abusiva avendo almeno la legge dalla propria parte che non vuol dire sia una passeggiata e incoraggia le donne a non subire.
    Sa che entrambe le cose sia pur cognitivamente dissonanti opprimono la donna e in modo diverso gli uomini, perchè servono alla narrazione di proteggerla negandole la libertà per poi cambiare disco quando è “la propria donna” e sa che quella per cui l’uomo deve sapersi difendere sempre, oppressiva per l’uomo è parte del puzzle della stessa narrazione, assurdo imputarla al femminismo, questa della donna indifesa.
    Poi è chiaro che c’è chi può abusare di questa narrazione anche donne, ma è spesso uno strawman antifemminista.

  4. Antome ha detto:

    Oddio ho chiacchierato troppo e da solo. Ma era perchè mi mancavano nuovi post e discussioni, devo lavorare sulla sintesi come dice Paolo ^_^

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