Le ragazze di oggi

Mi ricordo perfettamente di quando avevo 15 anni, volevo andare in discoteca la domenica pomeriggio e mio papà non era d’accordo.

La cosa che mi dava più fastidio era la tiritera che iniziava con “Voi ragazzi di oggi…” e proseguiva con una accurata spiegazione sul perché i “ragazzi di ieri” erano molto, ma molto meglio.

Pensavo allora – e a dire il vero lo penso anche oggi – che tutto quel biasimare i giovani nascondesse un po’ di rancorosa nostalgia per la gioventù perduta.

Ho giurato a me stessa che, una volta cresciuta abbastanza da poterlo fare, non avrei mai detto a nessun adolescente “Voi ragazzi di oggi”.

Adesso sono dall’altra parte della barricata, giovane non lo sono più e ho abbastanza anni da potermi permettere di sospirare scuotendo la testa “Ah, i ragazzi di oggi!”, eppure vi garantisco che non provo alcun impulso di questo genere.

Piuttosto mi sgomenta il modo in cui gli adulti di oggi raccontano i ragazzi e vorrei scrivere una bella predica il cui incipit sarebbe: “Voi adulti di oggi…” ma non posso, perché dovrei dire in realtà “Noi adulti di oggi”…

Il Fatto Quotidiano pubblica in data 6 marzo 2014 un’inchiesta dal titolo “Sex and teens”, la cui prima puntata è incentrata sulle ragazze: “Sesso a 14 anni, le adolescenti raccontano: “Se non ti fai sverginare sei una sfigata”.

A corredare l’articolo una bella immagine di culi inquadrati dal basso.

Cosa c’è di meglio di un culo femminile per corredare una qualsiasi notizia? Figuriamoci un’inchiesta! Si parla di ragazzine, si parla di sesso, il culo è quasi obbligatorio.

Anzi, adesso che ci penso, metto il culo pure io, per darmi un tono:

culo

Questa inchiesta comincia con l’intervista ad una studentessa di un liceo milanese, tale Chiara, che vive il dramma (?) di essere casta in un contesto in cui le sue compagne “indemoniate” (usa proprio l’aggettivo indemoniate) non pensano altro che al sesso (è il sesso l’unico argomento che tiene banco, l’unica carta d’accesso per restare nel gruppo).

Oltre ad essere in preda di questa compulsione a fare sesso ovunque e con chiunque, le compagne di Chiara sono anche “cattive” (si, c’è scritto proprio cattive):

“I ragazzi non ci pressano mai per andare a letto. Anzi, sono terrorizzati dal fare figuracce, perché non sanno bene cosa devono fare. Anche perché noi siamo cattive, se uno se la cava male poi rischia che lo roviniamo. Sono le femmine – spiega Chiara – a sentirsi in dovere di sverginarsi in fretta. E poi gli uomini non hanno bisogno di insistere, perché le ragazze sono indemoniate.

I maschi del liceo di Chiara, invece, sono tutti ingenui ed imbranati (“i maschi non sanno nemmeno da che parte cominciare“), oltre che terrorizzati dalle possibili conseguenze di una prestazione non all’altezza di queste Mata Hari in erba.

Vi ricordo il caso di Carolina Picchio, suicida a soli 14 anni:

Il 12 novembre la ragazza è a una festa. L’ex fidanzato non c’è, ma ci sono i suoi cinque amici. Carolina beve sino a ubriacarsi. I cinque la mettono in mezzo, la raggiungono in bagno dove lei sta vomitando. Le fanno proposte oscene, approfittano del suo stordimento. E filmano tutto con il cellulare. Il video è su Facebook poche ore dopo. E per Carolina è l’inizio del calvario.

Per la morte di Carolina Picchio sono stati indagati 8 ragazzi, colpevoli di aver condiviso le immagini “hot” della ragazza, dando il via al massacro su facebook che l’avrebbe portata a lanciarsi dal balcone di casa sua, nella notte tra il 4 e il 5 gennaio del 2013.

Oppure, nel febbraio di quest’anno, la ragazzina stuprata a Finale Ligure:

I fatti risalgono al 31 gennaio, quando la ragazza ha dato la sua versione agli inquirenti in seguito alla denuncia presentata dalla famiglia. Secondo le testimonianze della vittima e di alcuni suoi compagni, uno dei ragazzi l’avrebbe presa sottobraccio e portata nei bagni dove sarebbe stata costretta a un rapporto orale con lui. Sembra che gli altri tre abbiano assistito alla scena, forse aspettando il loro turno. La ragazzina è stata salvata dall’intervento di un insegnante che passava vicino alle toilette e ha sentito rumori strani. I compagni di scuola dei quattro sostengono che la vittima “ha mentito. Nessuno di loro avrebbe mai fatto una cosa del genere”… La ragazza che ha denunciato la violenza ha abbandonato la scuola. Lo ha detto il suo avvocato, rivelando che i suoi ormai ex compagni la stanno bersagliando di sms minatori.

Parlo di questi casi, perché trovo piuttosto inquietante che questa inchiesta ci proponga un mondo popolato di ragazzine cattive e indemoniate e poveri maschietti in pericolo.

Se è vero che non tutte le femmine sono fragili e indifese (e lo hanno dimostrato i video delle bulle in azione), mi sembra altrettanto poco credibile un quadro della situazione in cui le vittime fragili e indifese sarebbero tutti i maschietti.

La femme fatale dominatrice, crudele e lussuriosa che irretisce l’ometto timido e spaventato che si lascia trascinare dagli eventi; oppure la ragazzina vergine, sensibile e sofferente (“Chiara, capelli biondi alle spalle, occhi castani col mascara nero sulle ciglia, stelline disegnate a penna sul polso, è una delle pochissime ragazze della sua classe a essere ancora vergine… Se sei una persona sensibile, vivi molto male il fatto di non averla ancora data…”) da contrapporre eventualmente al macho forte ed aggressivo; il sesso è una cosa brutta (La prima volta fa stra-male, e anche le volte dopo, comunque, tutto è tranne che piacevole), mentre la castità è la virtù dei buoni e dei sensibili… questi non sono “i ragazzi di oggi”, sono gli stereotipi di sempre!

Non credo che “i ragazzi di oggi” siano degli animaletti in calore privi di spessore che pensano solo a fare sesso: né i maschi, né le femmine. Credo invece che quello che interessa ai “giornalisti di oggi” sia pubblicare storie di ragazzini in calore che fanno sesso come animaletti. Non è possibile che i ragazzi si sentano in dovere di assecondare questo genere di aspettative?

Mi vengono questi dubbi perché una recente indagine di Save the children ci racconta che per un italiano (adulto) su tre è “accettabile” avere rapporti sessuali con un adolescente:

“Nella nostra esperienza di lavoro sul campo coi ragazzi, veniamo spesso a conoscenza di tentativi di interazione da parte di un adulto con un minore, uno dei motivi che ci ha spinto ad indagare in profondità un fenomeno come quello di un’interazione a sfondo sessuale tra giovani e adulti, anche attraverso le nuove tecnologie. Ma non ci aspettavamo un grado di tolleranza così alto dei rapporti da parte l’opinione pubblica che, a nostro avviso, prelude ad un’accettazione di una deresponsabilizzazione e di un disimpegno degli adulti rispetto al loro ruolo nei confronti degli adolescenti” commenta Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children. “Ci rivolgiamo dunque alla società civile, così come a tutti gli attori coinvolti: gli adulti tutti, gli adolescenti, i media, le istituzioni e gli organi di controllo al fine di innescare un dibattito continuativo sul ruolo educativo e sulle responsabilità degli adulti in genere, che siano o meno genitori, nei confronti degli adolescenti”.

Ecco, io direi che gli adulti responsabili di questa inchiesta dovrebbero riflettere su quanto queste storie di ninfette “indemoniate” (alle prese con coetanei incapaci di soddisfarle) sembrino costruite allo scopo di titillare le fantasie di quegli adulti che vanno alla ricerca di incontri sessuali con adolescenti… argomento che consiglierei loro di approfondire.

Il paragrafo meno credibile dell’inchiesta, tuttavia, è questo:

“Non sai quanti lunedì mattina vedo le mie amiche completamente in paranoia. Il sabato erano strafatte e non riescono a ricordarsi se hanno usato il preservativo o no. In più, non sanno chi è il ragazzo con cui hanno scopato, oppure si vergognano a chiamarlo per chiedere. Quindi le più furbe vanno in consultorio e prendono la pillola del giorno dopo – succede ogni due o tre mesi – e le altre aspettano e pregano che il ciclo arrivi”.

Davvero furbe le amiche di Chiara!

Perché, nel caso non ve ne fosti accorti, è in corso una mobilitazione nazionale per contrastare il problema degli obiettori di coscienza, che in Italia rende l’ottenere la pillola del giorno una vera e propria impresa epica, nonostante non si tratti di un farmaco abortivo.

Questa inchiesta ci vuole dare ad intendere che, mentre una marea di donne adulte lamenta enormi difficoltà a reperirla, la pillola del giorno dopo – tanto che l’Aifa (l’Agenzia Italiana del Farmaco) ha dovuto pubblicare nel febbraio di quest’anno un comunicato sulla Gazzetta Ufficiale per definirne le modalità di azione e far cadere “definitivamente l’appiglio che consentiva ai medici di negare la somministrazione della contraccezione di emergenza“, come ha sottolineato il Dott. Emilio Arrisi, Presidente della Smic (Società Medica Italiana per la Contraccezione) – delle liceali ce l’hanno a disposizione come se fosse aspirina.

Sembra curioso solo a me?

(Non ci sono solo io a trovare abbastanza sospetto questo articolo:

Vergini sfigate e adolescenti indemoniate. Inchieste di cui potremmo fare a meno)

Informazioni su il ricciocorno schiattoso

Il ricciocorno schiattoso si dice sia stato avvistato in Svezia da persone assolutamente inattendibili, ma nonostante ciò non è famoso come Nessie.
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28 risposte a Le ragazze di oggi

  1. maria serena ha detto:

    no,sembra curioso anche a me

  2. IDA ha detto:

    Queste pseudo inchieste servono solo a rafforzare gli stereotipi di sempre, con scadenza quasi decennale, esce fuori una di queste inchieste, con interviste, testimonianze, di adolescenti i calore, pronte ad irretire il povero maschietto ingenuo, una massa di ragazze disinteressate al proprio piacere, ma già esperte nel garantirlo al maschio.. e infondo è solo questo l’unico scopo che ha il sesso per una donna, oltre quello di continuare la propria specie, è quello di saper dar piacere ad un uomo, e da sempre quelle di oggi sono sempre le più esperte.. Ricordo di un’inchiesta di qualche anno fa, più o meno simile a questa, di averne parlato con mia figlia, che allora era adolescente, e mi raccontava tutta un’altra realtà… ma si sa i figli ti dicono solo una parte della verità.. ma coincidevano con l’impressioni che avevo io alla sua età.. Alla fine degli anni 70, questo è il periodo in cui io ero adolescente, uscivano le stesse inchieste, che ci descrivevano, noi adolescenti, come quelle di oggi.. e più o meno con le stesse leggende metropolitane, allora si parlava e si discuteva di aborto, ( oggi la pillola del giorno dopo), e le inchieste parlavano di flotte di ragazze adolescenti che andavano a Londra ad abortire all’insaputa dei genitori.. noi ci si chiedeva, come cazzo facevano ad andare a Londra all’insaputa dei genitori, soldi, documenti, ecc.. logicamente era una domanda di cui non abbiamo mai avuto una risposta…. Ma queste inchieste entravano nel dibattito politico di allora, venivano citate per dimostrare, che le giovani donne usavano l’aborto come contraccettivo..
    In più, queste inchieste hanno anche un’altra funzione; Nel periodo in cui i miei figli facevano le medie, ricordo che in un consiglio proposi l’educazione sessuale, la preside mi guardo e mi disse, più o meno: “Ma cosa vuoi insegnarli, queste ne sanno più di noi..” e il discorso dell’educazione sessuale finì lì..
    Dimenticavo, quando ero adolescente io, e le inchieste ci descrivevano come disinibite, sessualmente aggressive, esperte masturbatrici e pompinare, in realtà io e gran parte delle mie amiche, vivevamo nella più totale ignoranza per quello che riguardava il sesso, e circolavano tanti pregiudizi e leggende.. Per noi è stato importante un libro; “Porci con le ali” di Lidia Ravera e Marco Lombardo Radice.. non a caso le inchieste ci chiamavano la generazione di porci con le ali…..

  3. Ariell ha detto:

    Il punto di vista è chiaramente quello di una cattolico fanatico e misogino. Cattolico fanatico perchè è chiaro che se uno vuole far credere che al consultorio regalino “pillole del giorno dopo” alle ragazzine, come se fossero caramelle, è un obiettore di coscienza (poi, magari sbaglierò!). Misogino perchè dipinge i ragazzi come dei santi e le donne come Satana.
    Come afferma anche lo storico Alessandro Bellassai, la maggior parte degli uomini non riesce ad accettare il fatto che le donne possano essere loro pari e quindi cerca sempre di rimetterle in una posizione subordinata.

  4. Paolo ha detto:

    anch’io considero discutibili e sensazionalisti questi articoli

  5. valpur ha detto:

    La sessualità femminile continua a fare tanta paura.
    Sinceramente se ripenso ai miei quattordici anni ero sì confusa e a stento riconducibile alla specie umana quanto ad aspetto, ma avevo degli ormoni che ululavano per essere liberati. Ero anche abbastanza impacciata, quindi non è che saltassi addosso al primo arrivato, ma nemmeno mi sentivo “strana” per questo.
    Vorrei solo che ai ragazzi (maschi e femmine) venisse impartita una severissima educazione sessuale.

    • “Severissima” in che senso?
      Io, che oggi sono madre, ho notato che si parla molto poco di contraccezione, ma soprattutto non si parla di salute. Quando ero adolescente io, la paura più grande erano le malattie sessualmente trasmissibili: soprattutto c’era una grande paura dell’AIDS. Oggi non se ne parla quasi più, ma l’AIDS non è affatto scomparso.
      Invece si leggono notizie preoccupanti circa l’aumento della diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili: i dati dicono che le infezioni genitali sono in costante aumento, dalla clamydia al linfogranuloma venereo, ma c’è anche un incremento della sifilide (in Europa e pure in Italia).
      Eppure la salute non sembra più una priorità. Anche in questa inchiesta, i rischi del sesso non protetto non sono assolutamente nominati! E questo, secondo me, è grave…

      • valpur ha detto:

        Hai ragione, “severissima” era molto ambiguo: intendevo fatta con molto scrupolo e senza riserve. A me non è mai stata fornita e mi sono dovuta arrangiare grazie al mio buon senso, ma vorrei che alle ragazze venisse spiegato cos’è la contraccezione, come funziona, perché è essenziale… il tutto senza colpevolizzarle perché stanno iniziando a conoscere il mondo della sessualità.
        Hai purtroppo ragione sul problema delle malattie sessualmente trasmissibili; è forse l’aspetto che ormai viene trascurato di più quando si parla di contraccezione, come se fossero passate di moda. Viene demonizzato il sesso tout court (cosa anche troppo facile in un Paese finto bigotto come il nostro) senza prestare attenzione a quelli che sono i rischi reali.
        Scusami se mi sono espressa male nel messaggio precedente, comunque 🙂

      • Non c’è bisogno di scusarsi! 🙂 Volevo solo puntualizzare che riscontro una scarsa attenzione al tema della salute. E i risultati, purtroppo, si vedono.

  6. Fra ha detto:

    Come scrivevo su FB, guardando a questo genere di notizie dal punto di vista più “leggero”, i giornalisti sembrano dimenticarsi una semplice verità dell’adolescenza (ma non solo): quando si tratta di sesso, sono tutti dei gran pallonari. Da una parte ci sono quelli che per fare i fichi con gli amici raccontano di aver fatto sesso con uno sconosciuto nel cesso di una discoteca; da un’altra parte, fortunatamente marginale, ci sono quelli che lo fanno davvero.
    La rete pullula di confessioni di 20enni, 30enni e non solo che confidano l’atroce segreto di essere ancora vergini, di non averlo detto a nessuno, di come con l’avanzare dell’età diventi sempre più difficile convivere con questo segreto e relazionarsi ad un eventuale “primo partner”. Siamo tutti schiacciati dalle aspettative. E’ questo secondo me il problema: che con la pubertà arrivi la curiosità verso il sesso è divertente e normale. Sano non è, invece, farne una moneta di legittimazione sociale. E, badare bene, non lo dico nel senso dell’articolo; ma anche nel senso che uno non deve sentirsi “schiacciato” da questo centro di gravità.

    La seconda cosa più grave che tu segnali è una malafede dei giornalisti, che fingendo di condannare certi “costumi sempre più degeneri” sfruttano un mero meccanismo pubblicitario: fai leva sulla prurigine sessuale e vendi di più. Specie con un corpo ancora “proibito” come può essere quello pre-adolescente. Fingi di condannare, e intanto crei delle fantasie, degli idoli sessuali, quattordicenni che invece di pensare agli One Direction sono pronte ad assecondare i desideri del “primo che incontrano” – e vi piacerebbe, mi verrebbe da dir loro.

    La verità sta da un’altra parte ed è molto più complessa di così.

    • IDA ha detto:

      Certo che la verità stà da un’altra parte, questa prende il nome di inchiesta, ma non è un’inchiesta, perché non ha fondamenti scientifici, (povero Galileo) per essere un’inchiesta sociologica o antropologica, ma nemmeno giornalistica.. il pezzo è firmato da una donna, e credo che sia quella che anni fa lavorava con Santoro e Travaglio, e mi meraviglio che non le hanno insegnato nemmeno la regola delle 5W (chi, che cosa, quando, dove, perché).. In pratica se io faccio un’intervista a mia figlia, parlo di mia figlia e non delle ventenni italiane.. Male di poco, si dirà.. No!.. perché servono a diffondere e rafforzare certi stereotipi.. e non occuparci di contraccezione, di educazione sessuale, ecc..

  7. Cinzia ha detto:

    Dopo aver letto l’articolo, mi sono chiesta se vivo nello stesso paese di questa giornalista.
    Credevo di poterlo liquidare sotto l’etichetta “idiozie”, ma poi ho pensato che non potevo rinunciare a descrivere le “ragazze reali” con cui faccio attività teatrale.
    Ne frequento decine settimanalmente dagli undici ai diciotto anni, e ne seguo molte attraverso il loro sviluppo e la crescita personale.Le vedo trasformarsi da bambine in adolescenti e adulte.
    La mia impressione è di essere di fronte alla generazione di future donne più consapevoli e preparate che questro paese abbia mai avuto.
    A partire dai quindici anni, cominciano a parlare dei loro progetti di vita con l’entusiasmo e competenza, che alla loro età la mia generazione non possedeva.
    Nella loro visione di futuro c’è dentro la realizzazione sociale e affettiva, l’andare bene a scuola e avere amicizie profonde, poter affrontare e discutere quelli che per loro sono i grandi temi etici (immaginereste che per ragazze di diciassette anni la lotta alla mafia o di diritto alla libera scelta sul fine vita, siano temi su cui agire concretamente?) e la scoperta di sessualità e affettività, con gli entusiasmi e le ansie tipiche di questa età … “Come lo dico a mamma, cosa succede quando vai dal ginecologo, ma devo proprio dirgli tutto tutto?
    Quando ne parlo ai miei coetanei o quando i ragazzi stessi si raccontano attraverso il linguaggio teatrale, vedo in noi adulti reazioni tra lo stupefatto e l’incredulo… quasi un rtrarsi, perchè nella realtà conosciamo poco o niente i nostri ragazzi, e non per colpa loro.Ci costruiamo miti che giustifichino le nostre proiezioni.
    Ho la netta sensazione che raccontarci di mitologiche ninfette indemoniate di sesso sia oltre che l’attenuante per gli incoffessabili desideri di alcuni, (normalizzare l’idea di lolitismo conviene a chi commette reato di corruzione di minore), e il modo che la maggioranza ha di negare l’esistenza di queste “future donne” migliori delle precedenti.

  8. A proposito di questa inchista, ho trovato questo articolo: http://www.softrevolutionzine.org/2014/borromeo-adolescenti-sesso/
    Ne cito alcuni passi:
    “se c’è una categoria meritevole di rispetto, essa è quella delle ragazze adolescenti.
    Non ho motivo di rivolgere imperitura stima a chi riceve già di continuo legittimazione, incoraggiamento e potere.
    Il mio rispetto va a chi, nonostante lo scrutinio costante e spesso brutale, giunge ai vent’anni.
    Il mio rispetto va a chi, sotto lo scrutinio costante e spesso brutale, non giunge ai vent’anni.
    Se c’è una categoria meritevole di rispetto, essa è quella delle ragazze adolescenti.
    Le si dipinge come figurine piatte. Stronze, fragili, puttane, frigide, pronte a massacrarsi a vicenda. L’amicizia femminile è quasi sempre raccontata con toni che sembrano volerla negare nella sua essenza.
    Le ragazze adolescenti sono quasi sempre nel torto.
    Se scopano, se non scopano.
    Se parlano di sesso, se non ne parlano.
    Se fanno una sega ad un ragazzo con cui sono uscite, se non gliela fanno.
    Se si masturbano, se non si masturbano, se dichiarano di farlo, se dichiarano di non farlo.
    Le ragazze adolescenti sono trattate sistematicamente da sgualdrine quando cercano di avere accesso alla pillola del giorno dopo. È successo a me, è successo a moltissime delle mie amiche.
    Le ragazze adolescenti sono trasformate in oggetti sessuali, ma il loro piacere, nel discorso pubblico, nelle narrazioni collettive, non è mai computato. Le ragazze adolescenti, nelle narrazioni collettive, non provano desiderio, non si masturbano. Se lo fanno, sono delle devianti. ‘Non si parla di queste cose.’ ”
    “Una ragazza adolescente – una qualsiasi – vive correndo il rischio di essere svergognata pubblicamente. Articoli come quello di Beatrice Borromeo gettano benzina sul fuoco. Scatenano dibattiti controproducenti, che negano le verità quotidiane di chi è ragazza nel 2014.
    Negano le violenze, negano gli affetti, negano la concretezza delle esperienze che non trovano spazio per essere raccontate, perché è molto più facile inventarsele per suscitare clamore.
    Beatrice Borromeo dovrebbe chiedere scusa per quello che ha scritto e con lei anche il Fatto Quotidiano, che ha fornito lo spazio e il bacino d’utenza che ha accolto le sue parole.”

  9. paolam ha detto:

    Proporrei di distinguere tra l’impostazione falsa e tendenziosa della “giornalista” e la realtà delle adolescenti (tra 13 e i 19 anni?) attuali in Italia: ci saranno di certo esperienze diverse, e più o meno grandi differenze nelle esperienze di vita che hanno contribuito alla formazione delle personalità adolescenziali nei più diversi contesti. Quindi, se da una parte sarà attendibile l’informazione sull’esistenza di adolescenti succubi di un modello oggettificante, che percepiscono sé stesse in funzione dell’adeguamento a un modello plasmato sulla domanda maschile, dall’altra questa rappresentazione sarà parziale, e cioè non esaurirà tutti i comportamenti delle adolescenti attuali e, allo stesso tempo, sarà mistificatoria e tendenziosa, in quanto oscura intenzionalmente il ruolo che la stessa pressione “mediatica” può avere nella creazione di queste ansie di adeguamento. In questo senso la “giornalista” è disonesta e non è tale.

    • Ma infatti l’articolo di Margherita Ferrari che ho linkato nei commenti inizia così: “Una regola fondamentale che ho imparato studiando sociologia, ma che dovrebbe essere incisa sui banchi delle scuole fin dalla prima elementare, dice che non possiamo generalizzare a partire da un numero limitato di casi o occorrenze di un dato fenomeno.”
      E più avanti: “I giornalisti dovrebbero sapere fin troppo bene che non possiamo generalizzare a partire da un numero limitato di casi.”

    • Cinzia ha detto:

      Vorrei aggiungere che l’esistenza di adolescenti succubi di modelli oggettificanti è una non notizia.
      La donna oggetto, animale domestico, necessaria a fini riproduttivi, priva di anima e di intelletto, è vecchia come il mondo. Basta farsi un giro tra i filosofi greci per farsi un’idea delle basi su cui poggia la de-umanizzazione delle donne ad occidente: le brave ragazze vergini votate al matrimonio e alla procrezione, erano solo un altro tipo di oggetto, non sessuale, a quello pensavano prostitute ed etere… il patriarcato ha sempre fatto pressione dividendo il mondo femminile tra “donne rispettabili” e “donne di malaffare” (sai la novità) dove sta quindi la notizia ????
      La notizia sarebbe semmai ammettere che un sempre maggior numero di ragazze si costruiscono percorsi di vita autonomi, fregandosene bellamente di aspettative sociali e interessi di famiglia.
      Quello che non si vuole dire, perché non è conveniente allo status quo, è che ci sono sempre meno giovani donne sottomesse e dipendenti, e questo sì che inquieta a quanto pare e non poco.

      • paolam ha detto:

        Allora preciso: succubi di modelli oggettificanti/positivi di nuovo tipo. Lo davo per scontato. Per la seconda parte della risposta: appunto, è quel che la se-dicente giornalista non è interessata a vedere.

  10. Yellow ha detto:

    Ci sono tante cose che vorrei dire sull’articolo del Fatto. Vedo di riordinare i pensieri. Innanzitutto non mi è piaciuto come è stato scritto, tracciando una bella linea netta tra sante e troie, al solito, da una parte le ragazze cattive e indemoniate, dall’altra la vergina Chiara, bella (era proprio necessario scriverlo?), sensibile e ancora un po’ bambina (le stelline disegnate sul polso). In secondo luogo, com’è già stato scritto, sul sesso si sono sempre raccontate un sacco di palle. Io, da neoventenne, scommetto che la maggiorparte delle ragazze (ma anche dei ragazzi) che vantano di essersi “trombate” questo e quello ed entrano in classe urlando “mi hanno stappata” con ogni probabilità non hanno mai nemmeno visto un ragazzo nudo. Da adolescente confesso di aver sentito davvero ben poche coetanee parlare di sesso in maniera così “consumistica”, quindi non fatico a credere che l’articolo sia molto gonfiato. Quello di cui sono convinta è che c’è un motivo, anzi diversi motivi, per cui le ragazze parlino in questo modo di sesso. Il primo che mi viene in mente è un meccanismo di difesa, ci si para come si può dalla mercificazione della donna. Gli uomini cambiano (più che altro sono spinti a cambiare) donna una volta a settimana? Va bene anche noi ci scopiamo più ragazzi possibili? Tu vedi la donna solo come una gnocca? Io vedo l’uomo solo come un cavatappi che mi deve “sverginare”. Tu mercifichi me? Va bene, io mercifico te. “Se non puoi batterli unisciti a loro” il corpo della donna è mercificato, lo vediamo tutti i giorni, i culi accanto alle notizie di femminicidio, gnokkatravels, le veline, le velone, donne nude per vendere qualsiasi prodotto, tutto ci comunica che alla fine della donna è questo che interessa, il suo aspetto fisico e la sua disponibilità a dare piacere sessuale all’uomo (nemmeno a riceverlo) il resto è fuffa. Cosa può fare una ragazza davanti a tutto questo? Accettare di essere una merce, fare vedere che le sta bene essere una merce, che non soffre, che non è fragile, che non è un’ingenua che crede ancora nelle favole (la favola che agli uomini e al mondo generale importi altro rispetto alla vagina), ma quel sistema lo ha accettato e ci sguazza benissimo, anzi non è più solo una merce, diventa anche lei una mercificatrice dei corpi altrui. Ora voglio dire una cosa. I ragazzi non sono stupidi, l’ipocrisia la imparano crescendo e prima ancora che a metterla in atto imparano a fiutarla, imparano prestissimo. Non ha senso ripetere alle ragazze “l’aspetto non è tutto” o “devi rispettarti” se poi chi lo dice due minuti dopo cerca “farfallina Belen” su youtube o guarda “Veline”. Che senso ha raccomandare alle proprie figlie di non svendersi se poi si compra sesso dalle prostitute (che magari hanno la loro età), ma credete davvero che i ragazzi e le ragazze non la vedano tutta questa falsità e non ne siano schifati? E sono ancora più schifati dalla morale che viene fatta loro, dovrebbero rispondere ai genitori (nella maggioranza dei casi) “ma senti chi parla”. Perché ci lamentiamo di questa generazione? Sono vent’anni almeno che gli prepariamo questa strada.

  11. Ricevo su facebook un commento interessante che vorrei condividere con voi. Di Simonetta Caporale:
    “Questo articolo è illeggibile. Prende una (dico UNA) testimonianza, diciamo vera, ne estrapola brani a effetto, e la presenta come rappresentazione attendibile della diffusa condizione delle adolescenti di oggi, spacciandola per INCHIESTA, il che presupporrebbe un lavoro di raccolta e confronto di dati, e successivi approfondimenti, di cui qui non si vede nemmeno l’ombra. Il lavoro della giornalista è pessimo, ma la scelta del giornale di ospitare l’articolo è inqualificabile, e pubblicandolo si è assunto una grave responsabilità.
    Tra le tanti frasi che mi hanno fatto sussultare per violenza, approssimazione, inconsapevolezza, una mi sembra particolarmente rivelatrice del modo di pensare che trasuda da questo articolo, e che sarebbe più comprensibile in un uomo sessantenne, che in una donna venticinquenne: “(Chiara) descrive un mondo capovolto: “I ragazzi non ci pressano mai per andare a letto. Anzi, sono terrorizzati dal fare figuracce, perché non sanno bene cosa devono fare. Anche perché noi siamo cattive, se uno se la cava male poi rischia che lo roviniamo. Sono le femmine – spiega Chiara – a sentirsi in dovere di sverginarsi in fretta. E poi gli uomini non hanno bisogno di insistere, perché le ragazze sono indemoniate”.
    Quindi il mondo dritto, il mondo come dovrebbe essere, è un mondo in cui i ragazzi pressano le ragazze (opportunamente riluttanti) ad andare a letto, sereni di trovare comprensione e accoglimento di fronte alla propria eventuale imperizia, e silenzio. Quelle sarebbero le buone ragazze, non queste, “cattive” e “indemoniate”… un mondo in cui il prestigio sociale di un giovane uomo si basa sulle sue prestazioni sessuali, a partire dalle quali si costruisce una solida reputazione, e quindi la buona ragazza deve sostenerlo, coprendo l’eventuale onta..
    Ma che mondo stiamo descrivendo? Sarebbe questo un mondo desiderabile? In cui la sessualità femminile non esiste in quanto desiderio ed espressione di un soggetto, ma solo come acquiescenza rassegnata e silente di un oggetto al desiderio pressante di altri? E perché desiderare è prerogativa del maschio, perché il ragazzo che desidera si sta semplicemente e lecitamente esprimendo, mentre le ragazze sono indemoniate? E perché la sessualità maschile dovrebbe essere una prova di forza e affermazione? In questa rappresentazione non c’è, né per gli uomini né per le donne, spazio per vivere la sessualità come relazione, invece che come genitalità e affermazione di potere. Queste non sono storie di persone, persone che hanno un corpo e attraverso questo si esprimono e si incontrano, ma storie di organi, che funzionano, non funzionano, si guardano funzionare o non funzionare, e si giudicano… Qui c’è un’aria irrespirabile, che non fa bene a nessuno…
    Era solo per fare un esempio del mondo di non detti, presupposti, pregiudizi e giudizi, che questo articolo evoca velenosamente, quando non afferma. Questa la responsabilità della giornalista, e del giornale che sceglie di pubblicare.
    Questo articolo mira unicamente a creare scalpore e a titillare sguardi morbosi sulle adolescenti, in spregio ad una rappresentazione corretta e leale della realtà, senza nessuno sforzo di penetrazione e comprensione di un fenomeno, e incurante della responsabilità di portare un contributo a temi così delicati e fondanti della convivenza civile. Solo una mia opinione? Magari sì. Ma segnalo 2 cose:
    1) Le immagini che accompagnano l’articolo: una fotografia di un gruppo di adolescenti presa da dietro e dal basso… una foto di sederi, e da una prospettiva schiettamente voyeristica; una illustrazione stile manga di una ragazzina con la maglietta trasparente, i seni svettanti, e minigonna inguinale, con intorno un alone giallo che la rileva come un punto esclamativo
    2) L’articolo ha alcune parole evidenziate con il grassetto… Leggiamo solo queste parole, le parole chiave per scelta editoriale, e avremo chiaro l’impatto che l’articolo persegue…
    una ragazza-stappata-Margherita-mi hanno sturata-la perdita della sua verginità-Chiara-Reazioni? Non molte-complimenti- la conta-liberarsene – vanno col primo che passa-il bilancio-ancora data-emarginata-Bambina-una sfigata-Preliminari-una sega-sesso orale- ero ubriaca-vodka-pesca-shot di rum e pera-tre o quattro canne-un pompino-Scopare come fumare-piccola trasgressione-più matura-gruppo più figo-la dovrai pur dare-andare a letto-figuracce-oi siamo cattive-insistere-indemoniate-ho deciso che scopo-‘mi hanno sfondata’-‘mi hanno aperta’-l’inibizione-Gliela dai-Il sesso-Inesperti-stramale-per venire-per liberarti-questione d’immagine-primo fidanzato-gita fuori città-precauzioni-preservativo-pillola anticoncezionale-in paranoia-pillola del giorno-e pregano
    ogni commento mi sembra superfluo.”

    • Cinzia ha detto:

      Ma se penso malignamente che dentro certe giovani giornaliste viva in segreto qualche sessanta/settantenne che problemi con le adolescenti e le prostitute minorenni ce l’ha? E se mi immagino che in un paese dove anche eminenti figure pubbliche hanno subito condanne per questo tipo di reato, possa far “curriculum” alla carriera di certe figlie della “buona società” assecondare una cultura da vecchi sporcaccioni ??? Naaaaaaaa, ma cosa vado a pensare… questo non è mica un paese di giornalisti compiacenti e asserviti ai potenti 😉

      • Cinzia, ma insomma, quanto sarai maligna? Giornalisti leccaculo che si prostrano davanti ai potenti di turno, vecchi laidi e sporcaccioni, che grazie a questi reportage da quattro soldi, vengono giustificati di tutte le loro basse nefandezze? 😀

  12. Usare il vocabolo “stappata”… cos’è, una bottiglia di spumante? E dire che l’autrice del pezzo è una giovane ragazza e non un vecchio misogino…

    • IDA ha detto:

      Si! Codesto vocabolo ha colpito anche me, o meglio infastidito.. e ha reso tutto ancora meno credibile e fastidioso..

  13. Luca ha detto:

    Prova

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