Odi et amo

L’idea che la parità tra i sessi debba comportare sempre e solo vantaggi per le donne è una delle ragioni, forse la principale, per cui il femminismo è andato storto.
E la colpa è soprattutto delle passate generazioni, prendiamo il voto. gli uomini per poter votare dovevano fare il serivizo militare.
Ebbene le donne per votare avrebbero dovuto fare il servizio civile.
Poi col tempo si poteva ovviare a questa differenza, le donne avrebbero cominciato a fare pure il servizio militare e gli uomini quello civile, dopodiché si sarebbe abolito l’obbligo: ogni generazione un traguardo.
Invece: voto femminile senza niente in cambio. (fonte: commenti al post Supereroi e Principesse)

Qualche giorno fa mi è stato chiesto perché ho praticamente abbandonato questo spazio, e in generale il web come mezzo di espressione. Credevo di essere stata onesta raccontando dei miei problemi di salute e dei lutti che hanno funestato gli ultimi anni della mia vita.

Tuttavia una serie di circostanze, anzi, una circostanza in particolare mi ha costretta a riflettere sul fatto che non ero stata del tutto onesta, in primis con me stessa. E non perché i miei problemi di salute non siano concreti e non rendano la mia quotidianità molto più difficile dal 2018 a questa parte o perché non sia vero che il lutto non espresso finisca col logorare. Ma perché c’è dell’altro.

Da un paio di giorni uno dei tipici lettori del mio blog – autore del commento citato qui sopra – ha preso gusto nel tempestarmi di commenti. Al momento ce ne sono parecchi in attesa e ammetto che non li ho neanche guardati.

Ho iniziato a scrivere qui nel 2012 e di lettori del genere ne ho affrontati a bizzeffe. Non ho timore di essere accusata di indebita generalizzazione se parlo di “lettori del genere”, perché gli argomenti proposti sono sempre gli stessi, a prescindere dal tema sottoposto al pubblico dall’articolo sotto il quale si collocano. Sono gli argomenti che si possono trovare in uno qualsiasi degli spazi appartenenti a quella che in gergo tecnico è definita “Manosphere” e che raccoglie una discreta varietà di soggetti – compresi quelli che, pur scrivendo castronerie come quella che ho qui estrapolato e non esitando a citare fra le sue fonti di ispirazione nientepopodimento che Erin Pizzey (la cui storia personale ricalca quasi alla perfezione la parabola di Warren Farrel, visto che è passata da eroica fondatrice del primo rifugio per donne maltrattate in Gran Bretagna a pasionaria dei Men’s Rights Activists), si proclama a gran voce “antisessista” e si percepisce in netta contrapposizione al becero misogino di quartiere.

I primi tempi trovavo questi logorroici estimatori interessanti.

Prendiamo il commento citato, “gli uomini per poter votare dovevano fare il servizio militare”: dove? Quando? Esattamente a quale ordinamento si fa riferimento, a quale epoca? E’ un’occasione per discutere di cosa significhi, dalla prospettiva della filosofia del diritto, “diritto di voto”, magari per andarsi a rivedere la storia della coscrizione obbligatoria e del suffragio universale, per portare alla luce la storia delle donne nei conflitti, quelle guerriere come quelle che alla guerra hanno opposto il pensiero pacifista, o la storia di quanto le donne abbiano sacrificato per ottenere il diritto di voto, insomma anche una boiata pazzesca può stimolare una conversazione corroborante.

La prima volta che la leggi.

Alla milionesima volta, l’unica cosa che riesco a provare è la nausea, una nausea sartriana, prodromo del manifestarsi dell’orrore di esistere. Mi si obnubila la vista, non riesco a leggere oltre. Vorrei che lo schermo prendesse fuoco.

Lo sapete che c’è un passo di Euripide dal quale si evince al di là di ogni ragionevole dubbio che già a quel tempo fra uomini e donne si svolgeva la stessa conversazione?

Si blatera che conduciamo una vita priva di rischi, tra le mura domestiche, mentre i maschi vanno a battersi in guerra. Che assurdità!

dice ad un certo punto Medea.

Non so se vi rendete conto che la stessa idiozia è ripetuta indefessamente almeno dal 400 avanti Cristo e probabilmente da molto prima. Sono state scritte opere di indiscusso pregio per confutarla, che vengono rappresentate tutt’oggi e la gente va a vedere quelle rappresentazioni.

Senza capirne granché, a quanto pare.

Se si assume questa prospettiva sulla faccenda, la prospettiva di Euripide, vi risulterà comprensibile perché sento il bisogno di prendere una lunga, lunga pausa dal Ricciocorno Schiattoso e da gente che si ritiene arguta mentre ripete qualcosa che era ritenuta una balordaggine letteralmente migliaia di anni fa.

Ho amato questo posto, alla follia. Ho amato tutti i miei lettori, compresi i più balordi. Mi dispiace di essere arrivata al punto di definirli tali con tanta leggerezza, forse è la vecchiaia, forse la sindrome da burn-out. Di sicuro non è un buon segno.

Quindi credo sia giunto il momento di chiudere i battenti, e mi sembrava giusto salutarvi.

Informazioni su il ricciocorno schiattoso

Il ricciocorno schiattoso si dice sia stato avvistato in Svezia da persone assolutamente inattendibili, ma nonostante ciò non è famoso come Nessie.
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