La famiglia e le famiglie

Émile Durkheim nel 1888 scrisse: “Non esiste un modo di essere e di vivere che sia il migliore di tutti. La famiglia di oggi non è né più né meno perfetta di quella di una volta: è diversa, perché le circostanza sono diverse.”

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Queste parole  ci insegnano che oggi non si può più parlare di famiglia come di un’entità stabile e definibile in termini assoluti. La famiglia è un fenomeno che deve essere considerato all’interno dei mutamenti politici e culturali di una società. Non si può teoricamente parlare della famiglia in generale, ma solamente di tipi di famiglie.

Secondo la visione sistemica una funzione fondamentale del sistema famigliare è quella di trattare con la varietà dell’ambiente allo scopo di rimanere adatto e sopravvivere. Ogni sistema sociale deve quindi essere capace non solo di mantenere l’equilibrio interno e con l’esterno, ma deve accettare il cambiamento delle proprie strutture e dei propri valori di base allo scopo di rimanere funzionale. Sono infatti molteplici i modelli di vita familiare presenti nella società, frutto dei profondi cambiamenti a livello economico, culturale, lavorativo, delle rappresentazioni sociali oltre che dell’affermarsi dell’individualismo affettivo, che hanno caratterizzato il ventesimo secolo.

Nei paesi dell’Europa occidentale si sono verificati importanti mutamenti in ambito familiare come: il passaggio dall’epoca d’oro del matrimonio a quella della coabitazione, dalla centralità del bambino a quella della coppia, e da un modello unico di famiglia ad una pluralità di forme familiari.

I sociologi ormai parlano di “famiglie” anziché di “famiglia” per indicare i molteplici modi di vivere insieme e le molteplici esperienze familiari che un essere umano può attraversare nel corso della sua vita. Un singolo individuo, infatti, può iniziare la propria esistenza in una famiglia tradizionale, poi, in seguito al divorzio dei suoi genitori, entrare a far parte di un nucleo familiare con un solo genitore (famiglia monogenitoriale); successivamente, può entrare a far parte di una famiglia ricostituita se il genitore a cui è stato affidato si risposa. Una volta adulto può vivere per un periodo di tempo da solo, costituendo una famiglia unipersonale, andare poi a convivere, sposarsi, eventualmente separarsi, e ricostituire a sua volta un nuovo nucleo.

L’associazione psicologi italiani scrive: “L’Associazione Italiana di Psicologia ricorda che le affermazioni secondo cui i bambini, per crescere bene, avrebbero bisogno di una madre e di un padre, non trovano riscontro nella ricerca internazionale […]. Infatti i risultati delle ricerche psicologiche hanno da tempo documentato come il benessere psico­sociale dei membri dei gruppi familiari non sia tanto legato alla forma che il gruppo assume, quanto alla qualità dei processi e delle dinamiche relazionali che si attualizzano al suo interno.

In altre parole: non è importante quanti genitori, né il genere dei genitori (maschio e femmina, due maschi, due femmine, un unico genitore), bensì la capacità dei suddetti genitori di assumersi la responsabilità genitoriale. Ciò che è davvero importante per il benessere del bambino è la qualità dell’ambiente familiare; ne consegue che essere genitori non è un diritto che può prescindere dalla volontà di esserlo, non si aggrappa a criteri neutri come il legame genetico con la prole o il genere di appartenenza, o addirittura ad un numero standard dei suoi componenti, bensì dipende dal modo in cui chi si definisce genitore agisce la genitorialità.

Lo stesso orientamento ha l’American Psychoanalytic Association: “E’ nell’interesse del bambino sviluppare un attaccamento verso genitori coinvolti, competenti e capaci di cure. La valutazione di queste qualità genitoriali dovrebbe essere determinata senza pregiudizi rispetto all’orientamento sessuale”. E aggiungo io, al di fuori di premesse che si basano esclusivamente su un pregiudizio che non ha altre basi se non un concetto “storico” (e non scientifico) di famiglia.

La “Risoluzione del Parlamento europeo 13 marzo 2012 sulla parità tra donne e uomini nell’Unione europea” ribadisce chiaramente: Il Parlamento europeo, considerando che le famiglie nell’UE sono diverse e comprendono genitori coniugati, non coniugati e in coppia stabile, genitori di sesso diverso e dello stesso sesso, genitori singoli e genitori adottivi (…) invita gli Stati membri a elaborare proposte per il riconoscimento reciproco delle unioni civili e delle famiglie omosessuali (…) al fine di garantire un trattamento equo per quanto concerne il lavoro, la libera circolazione (…) e la tutela dei bambini.

In Italia, il dibattito sulla famiglia, secondo me, si basa su premesse ideologiche, se non addirittura religiose, e non tiene in minima considerazione il fatto che non esiste un modo di essere e di vivere che sia il migliore di tutti. Credo che dovremmo cominciare ad accettare che la società non è un qualcosa di strutturato secondo criteri immutabili nel tempo, bensì un’entità che si modifica, adattandosi alla vita che scorre e reinventa se stessa…

“Girando sempre su se stessi, vedendo e facendo sempre le stesse cose, si perde l’abitudine e la possibilità di esercitare la propria intelligenza.
Lentamente tutto si chiude, si indurisce e si atrofizza come un muscolo”
Albert Camus

Informazioni su il ricciocorno schiattoso

Il ricciocorno schiattoso si dice sia stato avvistato in Svezia da persone assolutamente inattendibili, ma nonostante ciò non è famoso come Nessie.
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2 risposte a La famiglia e le famiglie

  1. thesparesuit ha detto:

    Condivido ogni singola parola.
    Ogni parola.
    Splendido articolo.

  2. Pingback: Le meravigliose famiglie | il ricciocorno schiattoso

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