I ragazzi di oggi… ma quelli di ieri?

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Nella Bibbia due testi prendono in considerazione la disciplina giuridica relativa allo stupro di una ragazza (Esodo 22, 15ss, Deuteronomio 22,23ss): il delitto viene considerato come violazione contro il diritto del padre e del marito, non come crimine contro la donna; infatti era comunemente contemplata la possibilità per gli Israeliti liberi di avere rapporti con le schiave e le donne (vergini) prigioniere di guerra (Numeri 31;18). La violenza sessuale contro le donne era all’epoca socialmente istituzionalizzata.

Deuteronomio, 22,23-29:

“Se una fanciulla vergine è fidanzata, e un uomo trovandola nella città, si sarà giaciuto con lei, siano condotti ambedue fuori della porta della citta’ e siano lapidati, finché muoiano: la fanciulla perché, pur trovandosi in citta’, non ha gridato, e l’uomo, perché ha violato la donna del suo prossimo. Togli così il male di mezzo a te. Invece se un uomo trova una giovane fidanzata per i campi, e facendole violenza, si giace con lei, muoia soltanto l’uomo che e’ giaciuto con quella; ma non far nulla alla giovane, essa non ha commesso colpa degna di morte; e’ come il caso di uno che assale il suo prossimo e lo uccide. Infatti, egli ha trovato quella giovane fidanzata per i campi, ella può aver gridato, ma nessuno è venuto in suo aiuto. Se uno trova una fanciulla vergine, non fidanzata, l’afferra e si giace con lei, e verranno scoperti, l’uomo che si sarà giaciuto con la fanciulla deve pagare al padre di lei cinquanta sicli d’argento ed ella sia sua moglie, perché egli l’ha disonorata, né la potrà mai rimandar via per tutta la sua vita.”

Nota bene: vieni lapidato perché hai usato violenza alla donna di qualcun altro. Se stupri una donna che ancora non è di nessuno, te puoi prendere tu, in fondo te la cavi con 50 sicli d’argento.

Vieni stuprata in città? Sarai lapidata insieme al tuo aggressore. Vieni stuprata in campagna? Sei costretta a sposare il tuo aggressore. Indossavi un paio di shorts quando ti hanno stuprata? Un po’ te la sei andata a cercare… Magari ti è anche piaciuto. Ah, giusto, gli shorts nella Bibbia non sono citati.

Lo stupro di Dina è narrato in uno dei brani più violenti della Bibbia. Si racconta della piccola Dina, figlia di Lia e Giacobbe, vittima del principe Sichem che la vede, l’attira nella sua casa e la possiede.

“Dina, la figlia che Lia aveva partorita a Giacobbe, uscì a vedere le ragazze del paese.  Ma la vide Sichem, figlio di Camor l’Eveo, principe di quel paese, e la rapì, si unì a lei e le fece violenza.”

“Intanto Giacobbe aveva saputo che quegli aveva disonorato Dina, sua figlia, ma i suoi figli erano in campagna con il suo bestiame. Giacobbe tacque fino al loro arrivo.
Venne dunque Camor, padre di Sichem, da Giacobbe per parlare con lui. Quando i figli di Giacobbe tornarono dalla campagna, sentito l’accaduto, ne furono addolorati e s’indignarono molto, perché quelli aveva commesso un’infamia in Israele, unendosi alla figlia di Giacobbe: così non si doveva fare!”

Innamoratosi poi di lei, Sichem la chiede in sposa. I figli di Giacobbe acconsentono ma a una condizione: che Sichem e tutto il suo popolo si facciano circoncidere in segno di conversione al Dio biblico. Così la parola dell’alleanza sarebbe stata incisa anche nella carne di quei vicini.

“Allora i figli di Giacobbe risposero a Sichem e a suo padre Camor e parlarono con astuzia, perché quegli aveva disonorato la loro sorella Dina. Dissero loro: «Non possiamo fare questo, dare cioè la nostra sorella ad un uomo non circonciso, perché ciò sarebbe un disonore per noi.  Solo a questa condizione acconsentiremo alla vostra richiesta, se cioè voi diventerete come noi, circoncidendo ogni vostro maschio. Allora noi vi daremo le nostre figlie e ci prenderemo le vostre, abiteremo con voi e diventeremo un solo popolo. Ma se voi non ci ascoltate a proposito della nostra circoncisione, allora prenderemo la nostra figlia e ce ne andremo».”

Ma è un inganno, un pretesto per indebolire il nemico e sopraffarlo nella sua vulnerabilità. Al terzo giorno dopo la circoncisione dei Sichemiti, Simeone e Levì assalgono la città e uccidono tutti i maschi.

“I figli di Giacobbe si buttarono sui cadaveri e saccheggiarono la città, perché quelli avevano disonorato la loro sorella. Presero così i loro greggi e i loro armenti, i loro asini e quanto era nella città e nella campagna. Portarono via come bottino tutte le loro ricchezze, tutti i loro bambini e le loro donne e saccheggiarono quanto era nelle case.”

Questa narrazione è di 3.000 anni fa, ma potrebbe essere una cronaca giornalistica. Ancora oggi le donne pagano con la violenza sessuale il semplice fatto di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato. E ancora oggi la politica strumentalizza la violenza sulle donne trasformandola in una battaglia fra uomini.

Tratta dal secondo libro di Samuele al capitolo 13, è la storia dello stupro di Tamar, una principessa sorella di Assalonne, figli del re Davide. Amnon, loro fratellastro, si innamora disperatamente della bellissima Tamar;  non può più vivere senza di lei, non mangia, è disperato.

“Dopo questo, accadde che, avendo Assalonne, figlio di Davide, una sorella molto bella , chiamata Tamar, Amnon figlio di Davide si innamorò di lei. Amnon ne ebbe una tale passione da cadere malato a causa di Tamar, sua sorella; poiché ella era vergine, pareva impossibile ad Amnon di poterle fare qualcosa.”

Così ricorre ad un sotterfugio, consigliato dal suo amico e cugino Ionadab. L’innamorato si finge ammalato e quando suo padre lo va a trovare gli chiede di mandargli Tamar a preparargli da mangiare.

Amnon si mise a letto e fece l’ammalato; quando il re venne a vederlo, Amnon gli disse: «Mia sorella Tamar venga e faccia un paio di frittelle sotto i miei occhi e allora prenderò il cibo dalle sue mani». Allora Davide mandò a dire a Tamar, in casa: «Va’ a casa di Amnon tuo fratello e prepara una vivanda per lui». Tamar andò a casa di Amnon suo fratello, che giaceva a letto. Ella prese la farina, la impastò, ne fece frittelle sotto i suoi occhi e le fece cuocere. Poi prese la padella e le versò davanti a lui; ma egli rifiutò di mangiare e disse: «Escano tutti di qui». Tutti uscirono di là. Allora Amnon disse a Tamar: «Portami la vivanda in camera e prenderò il cibo dalle tue mani». Tamar prese le frittelle che aveva fatto e le portò in camera ad Amnon suo fratello. Ma mentre gli porgeva il cibo, egli l’afferrò e le disse: «Vieni, giaci con me, sorella mia». Ella gli rispose: «No, fratello mio, non farmi violenza. Questo non si fa in Israele: non commettere quest’infamia! E io, dove andrei a finire col mio disonore? Quanto a te, tu diverresti uno dei più infami in Israele. Parlane piuttosto al re: egli non mi rifiuterà a te».  Ma egli non volle ascoltarla: fu più forte di lei e la violentò giacendo con lei. Poi Amnon concepì verso di lei un odio grandissimo: l’odio verso di lei fu più grande dell’amore con cui l’aveva amata prima. Le disse:  «Alzati, vattene!». Gli rispose: «O no! Questo male, che mi fai cacciandomi, è peggiore dell’altro che mi hai già fatto». Ma egli non volle ascoltarla. Anzi, chiamato il domestico che lo serviva, gli disse: «Caccia fuori di qui costei e sprangale dietro la porta»”

Tamar si strappa la tunica, si sparge ceneri sulla testa e se ne va gridando.

E’ l’amore che fa perdere la testa agli uomini, è l’amore che li rende folli e li spinge alla violenza contro le donne: Sichem amava Dina, come Amnon amava Tamar, la amava al punto da cadere ammalato.

La amava così tanto, che dopo averla stuprata la cacciò di casa, senza minimamente preoccuparsi di cosa sarebbe stato di lei.

Vogliamo prendercela coi giornalisti di oggi perché si ispirano alla Bibbia?

Dal libro dei Giudici: il protagonista è un levita di Efraim che si mette in viaggio per andare a riprendersi la concubina che è tornata alla casa paterna.

“In quel tempo, quando non c’era un re in Israele, un levita, il quale dimorava all’interno delle montagne di Efraim, si prese per concubina una donna di Betlemme di Giuda. Ma la concubina in un momento di collera lo abbandonò, tornando a casa del padre a Betlemme di Giuda e vi rimase per quattro mesi. Suo marito si mosse e andò da lei per convincerla a tornare.”

Ma invece che con la donna, il levita si intrattiene con il suocero che, dopo averlo ospitato parecchi giorni, finalmente lo lascia partire insieme alla moglie. I due arrivano la sera tardi a Ghibea, città dei Beniaminiti e vengono ospitati da un vecchio di Efraim. Improvvisamente i Beniaminiti bussano alla porta dicendo al vecchio di fargli uscire il levita “perché vogliono abusare di lui”. Sarà lo stesso levita a spingere fuori la concubina che viene violentata per tutta la notte.

“Così lo condusse in casa sua e diede foraggio agli asini; i viandanti si lavarono i piedi, poi mangiarono e bevvero. Mentre aprivano il cuore alla gioia ecco gli uomini della città, gente iniqua, circondarono la casa, bussando alla porta, e dissero al vecchio padrone di casa: «Fa’ uscire quell’uomo che è entrato in casa tua, perché vogliamo abusare di lui». Il padrone di casa uscì e disse loro: «No, fratelli miei, non fate una cattiva azione; dal momento che quest’uomo è venuto in casa mia, non dovete commettere questa infamia! Ecco mia figlia che è vergine, io ve la condurrò fuori, abusatene e fatele quello che vi pare; ma non commettete contro quell’uomo una simile infamia». Ma quegli uomini non vollero ascoltarlo. Allora il levita afferrò la sua concubina e la portò fuori da loro. Essi la presero e abusarono di lei tutta la notte fino al mattino; la lasciarono andare allo spuntar dell’alba.”

Brasile, giorni nostri: “Violentata a turno da una trentina di uomini, filmata e poi umiliata anche sul web: stanno sollevando un’ondata di indignazione in Brasile gli abusi subiti da una 16enne, vittima di uno stupro collettivo alla periferia di Rio de Janeiro, metropoli che tra meno di tre mesi ospiterà le Olimpiadi. La polizia locale sta dando la caccia al branco, composto da almeno 33 persone che hanno pubblicato il video delle aggressioni sui social network.”

Certo, nella Bibbia non si parla di social network, né di video…

Spero di aver sollecitato qualche riflessione su cosa intende chi scrive che la violenza sulle donne non è un’emergenza, ma un problema strutturale e culturale della società”.

E spero che comprendiate perché trovo analisi come questa del tutto incomprensibili:

nuovo_secolo

Per non parlare di commenti come questo:

68ini

Informazioni su il ricciocorno schiattoso

Il ricciocorno schiattoso si dice sia stato avvistato in Svezia da persone assolutamente inattendibili, ma nonostante ciò non è famoso come Nessie.
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23 risposte a I ragazzi di oggi… ma quelli di ieri?

  1. salvo ha detto:

    Per i ‘conservatori’. l’era dorata (golden age) e’ sempre ‘ieri’ … e dalle loro parti.

  2. Paolo ha detto:

    che le religioni abramitiche (ebraismo, cristianesimo e islam) non siano proprio amiche delle donne si sapeva. Purtroppo finchè milioni di uomini e donne aderiranno a queste tre imposture e considereranno fonti di moralità BIbbia e Corano nulla cambierà

  3. Don Michele Guidi ha detto:

    Il Vecchio Testamento proteggeva le donne prevedendo la pena di morte per stupratori e femministe:
    Adulterio e fornicazione (Lev 20:10-12, Deu 22:22)
    Avere contatti sessuali con animali (Eso 22:19)
    Una donna non vergine al matrimonio (Deu 22:20-21)
    Rapporto sessuale con donna promessa in sposa (Deu 22:23-24)
    Incesto (Lev 20:11-12,14,19-21)
    Stupro di una donna promessa in matrimonio (Deu 22:25)
    Prostituzione di figlia di sacerdote (Lev 21:9)
    Falsa testimonianza in corte (Deu 19:16,19)

    • Quello che volevo dire è che quando oggi leggiamo sui giornali, a giustificazione di atti efferati contro le donne, “Lui non accettava la fine della relazione con lei”, non leggiamo che una versione della storia di Tamar, che non voleva giacere con Amnon, il quale era mosso da “una tale passione da cadere malato” a causa di lei.
      Ci sono miti, come quel potere seduttivo delle donne capace di far perdere agli uomini il lume della ragione, oppure il piacere che proverebbero le donne nel subire le attenzioni violente del maschio (il celeberrimo “Vis grata puellae” di Ovidio, per citare una fonte che non sia la Bibbia), o l’amore inteso come possesso della donna che si sostiene di amare e voler proteggere, che ritroviamo nelle narrazioni di oggi come in quelle di ieri, sempre identici a se stessi. Ha senso allora parlare delle peculiarità della società contemporanea per cercare una motivazione dietro ad una violenza che si ripete da secoli e secoli?

      • Paolo ha detto:

        il potere seduttivo ce l’hanno le donne (non va negato) e ce l’hanno gli uomini ed è giusto raccontarlo. Personalmente nelle narrazioni artistiche che ho letto gli uomini che cedono (vogliono cedere) al potere seduttivo della dark lady restano responsabili delle loro azioni.
        Comunque che oggi film e romanzi raccontino le stesse storie di mille anni fa con lo stesso maschilismo non lo credo affatto (salvo gli esempi di Twilight e Cinquanta sfumature dove peraltro il potere seduttivo è maschile)

      • Paolo ha detto:

        ed è giusto raccontare anche la paura che il potere seduttivo di una donna genera in alcuni maschi (che si credono forti ma non lo sono)

    • IDA ha detto:

      Inizialmente non capivo, cosa c’entrassero le femministe con l’antico testamento- sono un po’ ingenua.- poi ho capito, l’ultimo punto: Falsa testimonianza. “Se contro qualcuno si leva un falso testimone per accusarlo di un delitto.” Questo è il punto del Deuteronomio a cui fai riferimento.
      La falsa testimonianza è un reato, il Ministero Della Giustizia pubblica delle statistiche, sono disponibili quelle del 2004. Per Falsa Testimonianza, condannati: 2238 Uomini e 455 Donne. Mettiamo che siano state tutte femministe. Ma soprattutto… Calunnia: 1265 Uomini e 85 Donne. Su quali basi sostenete che le donne sono delle calunniatrici? Sui luoghi comuni, non sui dati.

    • Morgaine le Fée ha detto:

      Proteggeva le donne trattandole da cose senza volontá, da chiudere sotto chiave. Come, tipo, un barattolo pieno di soldi, un computer, un portagioie.
      Che prospettiva fantastica. I comandamenti della bibbia non proteggevano le donne, proteggevano gli effetti personali dei padroni delle donne. Chiamiamo i concetti col loro nome.

    • Lilli ha detto:

      Falsa testimonianza come quelle dei padri pedofili che usano la PAS per togliere i figli alle madri.

    • Lunaria ha detto:

      Salve don Michele. spieghi meglio perché nel libro di Naum dio è presentato come uno stupratore-vendicatore delle infedeltà della “moglie Israele”:

      “Di fronte alla grande violenza perpetrata contro le donne nelle moderne società occidentali, è molto difficile per le donne leggere i racconti biblici di violenza maschile ai danni del genere femminile e ancor più le immagini bibliche (anche se simboliche) della violenza di Dio contro le donne come in Naum 3,4-7
      Pur nella consapevolezza che qualsiasi linguaggio concernente Dio è metaforico, e che Dio può essere rappresentato unicamente mediante analogie umane, la lettura delle azioni di giudizio divino in termini di violenza sessuale resta nondimeno molto penosa. Nella descrizione del giudizio divino da parte di Naum sono riscontrabili due parti: l’immagine di Ninive come una prostituta e quella della sua sconfitta come umiliazione sessuale per mano di Dio. (Nota: e non è neanche l’unica parte, perché l’immagine delle città-prostitute, personificate da donne, mentre Dio è personificato dal marito tradito, compare anche in altri libri biblici: vedi Osea, per esempio, o Geremia, dove i titoli divini sono tutti al maschile)
      In che modo chi legge può comprendere e rispondere a queste immagini? […] Quale idea di Dio esprimerebbero queste immagini per l’attuale società?”

      Ci risponda, don Michele. e ci spieghi anche perché dio è sempre maschile e l’obbedienza della “vergine madre maria” sempre femminile e servile.

      “L’immagine biblica e popolare di un Dio simile ad un grande patriarca celeste che ricompensa o punisce secondo la propria misteriosa e apparentemente arbitraria volontà ha dominato l’immaginario collettivo per migliaia di anni. Il simbolo del Dio Padre, moltiplicatosi nell’immaginazione e ritenuto credibile dal patriarcato, ha, di conseguenza, reso un servigio a questo tipo di società, facendo apparire giusti ed adeguati i suoi meccanismi per l’oppressione delle donne. Se Dio nel “suo” Cielo è un padre che governa la “sua” gente allora nella “natura” delle cose è conforme al piano divino e all’ordine dell’universo che la società sia dominata dal maschio.
      In questo ambito si verifica una mistificazione dei ruoli: il marito che domina la moglie rappresenta lo “stesso” Dio.
      Le immagini e i valori di una data società sono stati proiettati nel reame dei dogmi e degli “articoli di fede” e questi a loro volta giustificano le strutture sociali che li hanno generati e li rendono credibili.”

      Quando i rapporti uomo-donna sono utilizzati per rappresentare quelli tra Dio e gli esseri umani, Dio è sempre ritratto come maschio e gli esseri umani come femmine. Ma mentre in Osea, Geremia ed Ezechiele l’immagine sottointesa era quella del matrimonio tra Dio e il suo popolo, in base al quale Dio ha diritto esclusivo sulla sessualità di sua moglie (vista dapprima come adultera, che si è concessa ad altri – gli Dei delle città confinanti – ) a Naum sembra del tutto adeguato descrivere la punizione in termini di violenza sessuale perpetrata da un uomo (Dio) ai danni di una donna (la città Ninive). Si veda poi il disprezzo per “la donna strega” (probabile riferimento alle Sacerdotesse di Ishtar, che praticavano la magia) la punizione per queste donne emancipate (sono Sacerdotesse, sono indipendenti, sono a capo di una città che le riverisce e le stima, praticano la magia e adorano una Dea dell’Amore e della Guerra – cosa c’è di peggio agli occhi di un monoteista?!) deve essere orribile.

      La punizione – in pieno stile monoteista! – colpisce anche i bambini, “sfracellati ai crocicchi di tutte le strade”: del resto, già a Numeri 31:17-18 si era avuta una strage di bambini oltre che un massacro di donne non vergini.

      Quale idea di Dio esprimerebbero queste immagini per l’attuale società? […] L’immagine usata da Naum per sfogare la sua ira è pericolosa per la salute, il benessere e l’esistenza delle donne e ciò va riconosciuto in quanto tale. In una società in cui la violenza contro le donne è epidemica, immaginare che Dio sia coinvolto in qualsiasi forma in una cosa del genere, è estremamente pericoloso.
      Si tratta di un pericolo di due tipi. Che cosa significherebbe adorare un Dio che è raffigurato mentre stupra le donne quando è in collera? E se gli esseri umani vedono in qualche modo se stessi come creati a immagine di Dio, che cosa significherebbe rispecchiare sul piano umano quell’aspetto dell’agire divino? A livello profondo, implicare Dio in un’immagine di violenza sessuale corrisponde in un certo senso a giustificarla e pertanto ad autorizzare a tale comportamento tutti i maschi che, per qualsiasi motivo, siano adirati contro una donna. Non c’è quindi da meravigliarsi che questi passi biblici siano usati molto raramente per la predicazione e l’insegnamento.
      Si può anche apprezzare lo sdegno di Naum contro lo spietato tiranno del suo tempo e il suo desiderio di servirsi di una metafora che esprimesse plasticamente il concetto biblico che la punizione divina è sempre commisurata al crimine. Tuttavia, nel mondo odierno occorre insistere affinché quello sdegno e quella concezione di punizione divina siano espressi con modalità che non sviliscano le donne e la sessualità femminile e che non promuovano la violenza contro di loro. è già sufficientemente pericoloso che Dio sia descritto come maschio e gli esseri umani come femmine. Pericolo ulteriormente aggravato quando Dio viene rappresentato come un uomo che dà prova della propria mascolinità e superiorità, mediante una ritorsione sessuale e violenta contro le donne.

      e facciamo anche un riassuntino dell’analisi femminista teologica all’idea maschile di cristo come salvatore anche delle femmine:

      “Non è tuttora insolito che preti e ministri cristiani, posti di fronte al discorso della liberazione della donna, traggano argomenti a sostegno della supremazia maschile dall’affermazione che Dio “si incarnò” esclusivamente in un maschio. In effetti la stessa tradizione cristologica tende a giustificare tali conclusioni.
      Il presupposto implicito – e spesso esplicito – presente per tutti questi secoli nella mente dei teologi è che la divinità non poteva degnarsi di “incarnarsi” nel “sesso inferiore” e il “fatto” che “egli” non lo abbia fatto conferma ovviamente la superiorità maschile.”

      “L’idea di un salvatore unico di sesso maschile può essere vista come un’ulteriore legittimazione della supremazia del maschio (…) In regime di patriarcato un simbolo maschile sembra proprio il meno indicato ad interpretare il ruolo di liberatore del genere umano dal peccato originale del sessismo. L’immagine stessa è unilaterale per quanto concerne l’identità sessuale, e lo è proprio dal lato sbagliato, perché non contraddice il sessismo e glorifica la mascolinità.”

      Ci risponda don Michele. sarebbe anche bello tirare fuori i tanti concetti di Tommaso d’Aquino, il mio preferito quando si parla di teologia. Quante cosine belle ed edificanti, nella Summa Theologiae… per chi si fa lo sbattimento di leggersela tutta (e non nel compendio censurato dal caro Barzaghi)

      p.s Scusami Ricciocorno, non ho resistito alla tentazione di fare un po’ di esegesi bollente. Con questo caldo… che vuoi farci… anche l’esegesi diventa rovente!

      • Rosario Ferrara ha detto:

        CIAO LUNARIA,
        non voglio sostituirmi a MICHELE nel risponderti, ma chiedere ad un prete quando puoi chiedere la risposta da un rabbino sembra un po’ poco opportuno…
        andando con una esegesi contestuale molto attenta in cui pare ed appare che dio sia ontologicamente incompatibile con la femminilita…

        in pratica:
        1. dio e troppo maschio.
        2. dio considera la femmina troppo impura da accoppiarsi con lui.

        ma ai tuoi esempi io ne posso aggiungere parecchi altri che invece smentiscono quello che scrivi tu…
        PER IL PUNTO 1.
        quasi tutte le cose piu sacre in ambito CULTUALE [VOLUTAMENTE SENZA “R”!] sono di genere femminile dal punto di vista grammaticale: tra gli arredi del tempio IL candelabro in realta in ebraico e LA menorah; lo stesso tempio, IL luogo della accoglienza della torah in ebraico e LA tevah; la stessa rivelazione data a mose, l’ illuminazione, in ebraico e LA torah…
        paradossalmente il culto (LA tefillah) non si limita a onorare dio, ma lo completa rendendolo fecondo… ecco perche la presenza di dio, (LA shekhinah, o la sua azione santificante, LA ruah) sono al femminile…
        e questa commistione di genere colpisce anche dio stesso, con una parola maschile, bet, che, indicando qualunque luogo chiuso, indica anche il luogo della vita, l’ utero, biologica, e dio stesso, spirituale… in pratica dio e un gigantesco utero che accoglie la vita accogliendola al suo interno, ritraendosi per darle spazio e protezione… su questo consiglio un serio studio sulla dottrina ebraica dello TZIMTZUM…
        PER IL PUNTO 2.
        chiaramente, se prendi nahum, come tutti i profeti ti trovi un uomo chiamato da dio a scuotere il popolo dalle sue infedelta… chiaro che usi un linguaggio duro e che esacerba l’ ostilita… ma dio non dimentica il popolo SUA SPOSA, ed all’ alleanza PERENNE che ha contratto con l’ alleanza data a mose…. se stai a pensare che il massimo testo mistico biblico e il CANTICO DEI CANTICI, canto di festa e sponsale, pensi a quel cerbiatto che saltella inafferrabile ma solo per far arrivare la sua cerbiatta nei pascoli con l’ erba piu saporita, fresca e tenera…
        inoltre la promessa non viene data ad abramo soltanto, ma anche a sara, e dio si irrita alquanto quando abramo ruba la primazia di sara tra le donne dell’ accampamento impedendole di diventare la madre del primogenito… inoltre potere profetico viene riconosciuto a rebecca, rut, ester, ma anche a miriam/maria, la sorella di mose, cui viene suggerito il cantico del mare all’ apertura delle acque del mar rosso…
        PER ENTRAMBI I PUNTI.
        in tutti i casi, e dico TUTTI… in cui un uomo ed una donna compiono peccato, la punizione tocca entrambi, senza discriminazioni… avviene cosi ad adamo ed eva, entrambi cacciati da eden… avviene cosi ad aronne e miriam/maria, entrambi colpiti dalla lebbra quando mormorano contro l’ autorita di mose…
        in tutti i casi, e dico TUTTI… in cui un uomo ed una donna si comportano onorando il signore dio, entrambi poi vengono onorati da dio… avviene cosi per mardocheo ed ester… avviene cosi per abramo e sara…

        ovviamente io mi occupo solo di “vecchio” testamento… ma con una (stra)ordinaria continuita anche la cristianita viene poi garantita di esempi analoghi…
        PER IL PUNTO 1.
        nessun essere umano gode di una grazia piu grande di quella di MARIA VERGINE, e vi sono di identificazione tra il figlio e la madre se la spada che trafiggera l’ anima di lei sara quella che trafiggera il costato di lui…
        PER IL PUNTO 2.
        ma MARIA VERGINE non e l’ unica donna della corte che girava con gesu… viene accompagnato durante tutta la vita pubblica, ed anche oltre sia dopo che prima, da un nugolo di donne, che lo accompagnano non solo nella ordinarieta dei tre anni di vita pubblica, ma anche durante la via crucis… per altro essendo le prime ad essere informate della avvenuta resurrezione…
        PER ENTRAMBI I PUNTI.
        casi di condanna li troviamo, ad esempio, con anania e sapphira, entrambi neoconvertiti, che con pari responsabilita mentono agli apostoli sull’ ammontare dei loro beni…
        come casi di onore attraverso la memoria li abbiamo con aquila e priscilla, amici di paolo, del cui zelo evangelizzativo viene conservata memoria fino ad oggi con i nomi di entrambi…

        confido di essere stato esaustivo…
        1. benedico la memoria dei defunti citati nella mia risposta e morti in stato di approvazione da parte del signore dio…
        2. ho omesso gli accenti per pura comodita redazionale, ma penso che il tutto suoni lo stesso comprensibile…
        3. per altro chiedete pure…

  4. IDA ha detto:

    Come feci notare una volta a Zorin, lo stesso concetto di molestie ad una donna, cambia a secondo se la donna appartiene a qualcuno, oppure no. Ad una donna sposata o fidanzata, si deve un maggiore rispetto, non tanto a lei come persona, ma al suo proprietario. (marito, fidanzato). In una donna libera, che non appartiene a nessuno, lo stesso concetto di molestie è più labile ed esteso. La donna libera è disponibile a tutti. Non appartiene ad un uomo in particolare, quindi appartiene a tutti gli uomini. (in pratica il socialismo). Tutto questo, ancora oggi nel 2016. Certo, fa parte di quel retaggio culturale che è ben presente nell’antico testamento. E non è sempre stato così. Negli anni 80, oltre che ad essere più giovane, frequentavo anche molte più persone di quelle che frequento adesso. E gli uomini, per lo meno i miei coetanei, mi sembravano molto diversi da quello che sono adesso. Questi meccanismi di proprietà, già li conoscevo, li avevo appresi nella lettura di Louise Michel: “mercato delle donne: prostitute o mogli.” Opuscolo del 1883, un po’ datato e così mi sembrava allora, come superato mi sembrava “Il secondo sesso”, di Simone de Beauvoir. Opere che adesso mi sembrano attualissime. Cosa è successo in questi anni che abbiamo fatto il passo del gambero? Non sto parlando solo del web, o dei social, e non solo di uomini, ma anche di donne, giovani, più giovani di me, fanno discorsi che mi lasciano sconcertata.
    Nei rapporti di coppia, tra uomo e donna, sono ancora forti, quei concetti di subalternità e di possesso. (Naturalmente la subalterna è la donna e quella da possedere è sempre la donna) Concetti barbari, che sono residuali di quella cultura testamentale, antica e no.
    I fatti di cronaca, passando da Sara a Carlotta Benusiglio, trovata impiccata ad un albero a Milano. Ci parlano della violenza di genere, che non viene percepita dalla gente nella sua interezza, ne come elemento umano e quindi anche correggibile, ma come una cosa ineluttabile. Che la vittima sia una donna, nella relazione di coppia, viene considerato naturale, perché la donna è una subalterna, un oggetto da possedere e da distruggere, quando prendono delle decisioni in proprio- gli oggetti non possono prendere decisioni- oppure sono venuti a noia, allora si buttano avvolte in un sacco dentro un fosso, in un cassonetto della spazzatura o le si da fuoco.
    . L’uomo ha il diritto naturale di compiere atti persecutori nei confronti delle donne, di ucciderle, di stuprarle, e si biasimano le vittime, perché sono loro che devono stare attente.

    • Morgaine le Fée ha detto:

      Esatto. La donna come oggetto di possesso, uno status symbol, una prova del proprio potere di uomo.
      Il sesso penetrativo non come atto di piacere e gioia condivisa, ma come marchio di possesso e sottomissione: la persona penetrata diventa sporca, marchiata, sottomessa, umiliata, usata. Basta pensare anche a come il concetto si é ben radicato nel linguaggio comune, ai significati della parola “fottere” e sinonimi. (“mi hanno ciulato il portafoglio” = mi hanno rubato il portafoglio, l’hanno sottratto alla mia proprietá”, “mi hanno fottuto/a” = “mi hanno imbrogliato, danneggiato, derubato”, eccetera).
      Resta sempre una questione di potere e possesso.
      Definitivamente, non é un concetto post-sessantottino.

      • IDA ha detto:

        La lingua ha una prospettiva androcentrica, l’uomo percepisce se stesso come l’universale, lo stesso termine “uomo” descrive la specie e il genere. Tramite la lingua si capisce già, chi comanda e chi è comandato. Giusto è il tuo riferimento alla sottomissione e penetrazione, te ne aggiungo un’altro, quando uno è stato truffato, si dice è stato inculato….. Nel “vocabolario della lingua italiana”, di Ottorino Pianigiani del 1907. alla voce cazzo, trovi, Membro virile. e i vari sinonimi, verga, uccello, ecc.. ma è sempre un qualcosa di concreto, di reale. Alla voce fica, trovi questa definizione: “Parte vergognosa della femmina”. Non è ben definita, non si sa cos’è, è un qualcosa che crea vergogna e appartiene solo alla femmina. Il nome definisce e il nome alle cose lo da chi comanda. Il maschile e il femminile è definito tra l’avere e il non avere. Il femminile è definito come mancanza del pene. come assenza, buco, voragine. o come nel caso di vagina, come fodera, guaina. Penetrazione, che vuol dire entrare, introdurre, inserire.
        Nelle carceri maschili, alcuni detenuti, sono barbaramente brutalizzati da altri uomini. Le vittime sono chiamate, “fidanzate”, quei detenuti, che sono stati scelti per essere abusati da uno, e solo lui ne ha il diritto. ” puttane” quelli che possono essere abusati da tutti. Molti suicidi nei carceri, sono compiuti da “fidanzate”e “puttane”. C’è la massima omertà anche da parte delle vittime, è un problema studiato e conosciuto da secoli, ma rimane un tabù per il mondo maschile. Nei rapporti omosessuali maschili, c’è sempre stata la distinzione tra il ruolo attivo e passivo. Quello che oggi chiamano insertivo e ricettivo. Ma quello che era ed è da biasimare, condannare, umiliare è il passivo, il ricettivo.
        Tra le caratteristiche del concetto di femminilità, c’è l’eterosessualità, nella virilità no, è sostituito dalle capacità predatorie e insertive. Il maschio vero è quello che se vede una crepa nel muro, ce lo mette subito dentro. 🙂

      • Paolo ha detto:

        credo però che oggi il sesso penetrativo possa essere anche gioia condivisa e piacere e confido che la maggior parte delle volte lo sia

  5. IDA ha detto:

    Ma il commento come finisce? Dice: “Alla fine la donna è la vera vittima perché crede sempre, eterna ingenua, di poter aver un” …. Come continua?

    • So di averlo screenshottato dal Il fatto Quotidiano, ma non mi ricordo da che articolo. Lo ammetto candidamente, non me lo ricordo. Uno di quelli che commentava l’omicidio di Sara Di Pietrantonio di sicuro, ma ho dimenticato di appuntarmelo. Se in questo mese notate delle défaillance, sappiate che devo traslocare il 30 e provate a perdonarmi..

      • IDA ha detto:

        Perdonata, lo sei sempre anche senza trasloco :)… era semplicemente per curiosità, da eterna ingenua, volevo sapere cosa mi sono persa.
        Ho provato a cercarlo, ma non l’ho trovato. Ora quella del sessantottina, quel commento lo ricordo,mi ricordo di averlo letto, sono nello stesso articolo?
        I traslochi portano via molte energie, fisiche e mentali.

  6. M. ha detto:

    Nulla o poco cambia e tutto è giustificabile, ad esempio questo fatto terribile avvenuto in America:
    http://www.huffingtonpost.it/2016/06/07/brock-allen-turner-stupro-lettera-padre-_n_10333102.html
    Leggete il resoconto fatto dal padre dello stupratore, davvero impressionante per l’audacia del suo convincimento e la mancanza di empatia nei confronti della ragazza vittima di violenza.
    Ne hanno scritto ampiamente i giornali on line anglosassoni e i commenti negativi verso il padre si sprecavano, eppure la cultura dello stupro e viva e vegeta…

  7. Rosario Ferrara ha detto:

    HO LETTO CON MOLTA ATTENZIONE POST, RISPOSTE E COMMENTI…
    tutti risentono di una visione del diritto ebraico che corrisponde AL TESTO ED ALLE PRASSI ELLENISTICHE presenti ai tempi di gesu… in effetti la donna adultera, come raccontano i vangeli, gli viene presentata dicendo: “NELLA LEGGE DI MOSE STA SCRITTO CHE”… la cosa ridicola e che tutti in ambito cristiano danno per vero questo assunto che invece non lo era, e gesu lo sa benissimo! infatti IN TUTTI I CASI IN CUI UNA DONNA VIENE COINVOLTA IN UN ADULTERIO NON SANABILE, DEVE ESSERE LAPIDATA CON L’ UOMO, O ADDIRITTURA SOLO L’ UOMO…
    l’ imbecillita [etim.] prodotta da secoli di giudeofobia fa perdere di vista questo dettaglio e mostra gesu CONTRO la legge… egli, che, secondo san paolo, invece, era nato e cresciuto sotto la legge… egli che, come lui stesso afferma, non e venuto a modificare quella legge che in lui aveva preso carne… egli CONTRO la legge? o contro chi la disattendeva schermandosi contro una colpevole ignoranza? oggi come 21 secoli fa manca l’ uomo… manca il padre o il marito, ma manca anche l’ adultero che per primo doveva subire la lapidazione… CHI ERA SENZA PECCATO, se tutti avevano lasciato andare l’ uomo per una umana solidarieta? ma la legge garantisce… anche la donna… anche QUELLA donna… il gesu figlio di giuseppe, il re legittimo della tribu di giuda contro l’ usurpatore cugino erode, si trova a dover amministrare con sapienza la legge amministrata da i suoi antenati salomone e davide… EGLI, l’ unico in quel consesso SENZA PECCATO, avrebbe dovuto “passare da parte a parte il” villaggio… QUANDO IL PADRE DELLA DONNA NON AVEVA DENUNCIATO… QUANDO IL MARITO DELLA DONNA NON AVEVA DENUNCIATO… QUANDO, QUINDI, QUEL CORPO NON APPARTENEVA AD ALTRI CHE A QUELLA DONNA…
    evidente la bestemmia di certe interpretazioni che, mettendosi contro una lettura giudaica dei testi, mettono la parola greca della legge contro la logica ebraica del dio che l’ ha scritta…
    era successo in israele che una tribu venisse composta solo da donne… mose stesso decide per garantire una successione maschile per quella tribu ed una tutela giuridica di quelle donne…
    donne APPARTENENTI ALL’ uomo di turno? no, come in tutti i popoli semiti si tratta dello SCRIGNO DI NUOVA VITA che viene AMMINISTRATO DALL’ uomo di turno!
    MEDITATE, GENTE, MEDITATE!

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