Alienazione parentale o PAS: non può produrre danno alcuno ai bambini perché è un concetto privo di logica e di basi scientifiche

Recentemente, un sito dedicato ai professionisti della giustizia ha pubblicato un’intervista ad uno “dei maggiori studiosi del settore” a proposito di alienazione genitoriale.

Nel corso di questa intervista lo “studioso”, alla domanda “Ci sono dei dati sul fenomeno?” [ovvero: esiste qualcosa di concreto che dimostri che quello che racconta è fondato sulla ricerca scientifica?], risponde candidamente “Attualmente no, ma stiamo lavorando…”

Attualmente NO.

Appurato che non ci sono dati che possano supportare ciò che lo “studioso” afferma nelle interviste e scrive sul suo sito “scientifico”, possiamo concludere che le sue non sono altro che ipotesi indimostrate alle quali un professionista non dovrebbe mai fare riferimento nel corso di una causa in Tribunale.

Per garantire un po’ di controinformazione in materia di alienazione genitoriale ho proposto le medesime domande allo psichiatra Andrea Mazzeo, fondatore di un sito di corretta informazione scientifica sulla PAS: http://www.alienazionegenitoriale.org/

junk-science

D. Cos’è l’alienazione parentale?

R. «Dai CTU delle separazioni e affidi dei minori, ma anche da molti assistenti sociali, viene dato questo nome a un fatto che si osserva in alcune separazioni, il rifiuto da parte dei figli di frequentare uno dei genitori, di solito il padre; queste separazioni vengono erroneamente, e in maniera mistificatoria, qualificate come separazioni conflittuali ma in realtà sono separazioni che fanno seguito a un periodo più o meno lungo di violenza in famiglia, violenza del marito verso la moglie e i figli, violenza assistita nei confronti dei figli o di abusi sessuali del padre sui figli. Non esiste alcuna campagna denigratoria ma viene spacciata per denigrazione quella che è la realtà dei fatti denunciata dalle vittime: LA VIOLENZA! Di recente, nel corso di una CTU per una vicenda che vede il padre oggetto di un provvedimento cautelare di divieto di avvicinamento alla madre e divieto di comunicare direttamente con la stessa, emesso dal GIP, il CTU e il CTP del padre hanno cercato di minimizzare la violenza paterna verso l’ex-moglie; e ciò nonostante il provvedimento cautelare emesso da un Giudice di un Tribunale italiano. Non è difficile immaginare cosa devono subire la madri da parte dei CTU quando le violenze sono denunciate ma non ancora oggetto di provvedimenti giudiziari. Nel corso di un’altra CTU quando i bambini ascoltati dal CTU hanno cominciato a parlare della violenza del padre, il CTU ha risposto loro che di violenza non voleva sentire parlare. Viene spacciata per campagna denigratoria quella che è la pura autentica verità: LA VIOLENZA! Né si comprende in che modo il bambino inizierebbe ad acquisire i pensieri del genitore “alienante”, se con modalità bluetooth o altro. Ciò che porta il bambino a rifiutare il padre è la paura che il bambino ha del padre e che il padre ha provocato nel bambino con il suo comportamento, le urla, le scenate, le violenze o gli abusi sessuali.»

D. Da quando si è iniziato a parlare del tema?

R. «Dal 1985, negli USA, a opera di un oscuro medico statunitense, tale Richard Alan Gardner; il suo articolo principale sulla PAS, quello che è divenuto quasi un vangelo per i CTU delle separazioni e affidi, non è stato pubblicato da una rivista scientifica ma da una rivista di opinioni, l’Academy Forum. Per via di questo articolo il Dr Gardner, che frequentava la Columbia University in qualità di medico volontario non remunerato (pur spacciandosi truffaldinamente per professore universitario) venne cacciato dall’Università con voto unanime del Consiglio di Facoltà perché “ignorante nella disciplina di psichiatria e incapace di comprendere come condurre una ricerca scientifica”. L’alienazione parentale o PAS è stata bollata come pseudo-scienza e scienza-spazzatura sin dalla sua iniziale formulazione (Paul Fink, Jon Conte, Carol Bruch, Jennifer Houlth, e tanti altri studiosi); nel mio sito ho pubblicato i link ai documenti psicologico-psichiatrici e giuridici che contestano la teoria della PAS. In Italia la PAS è stata introdotta nel 1997 con la pubblicazione in un testo su affidi e separazioni di un capitolo che era la traduzione in italiano dell’articolo spazzatura di Gardner; è falso quindi che si sia entrati nel vivo del discorso solo qualche anno fa, come affermato da uno psicologo in una recente intervista. L’alienazione parentale non è un fenomeno psicologico, è del tutto sconosciuto alla psicologia clinica. In Italia nell’ottobre del 2012 il Ministro della Salute ha ufficialmente dichiarato che la PAS è priva di riconoscimento scientifico; nel marzo del 2013 la Suprema Corte di Cassazione ha ribadito il principio giuridico per il quale non possono essere usati in Tribunale concetti privi di valore scientifico. In seguito a queste importanti pronunce delle massime autorità istituzionali sanitarie e giuridiche italiane, i CTU che fino a quel momento parlavano della PAS come di una grave malattia che colpiva madri e bambini subito dopo la separazione coniugale, con una giravolta degna di una stella della danza, hanno cominciato ad affermare che sbagliavano i contestatori della PAS a considerarla malattia mentre invece per loro era solo un fenomeno psicologico simile ad altri fenomeni psicologici come mobbing o stalking. Qui, o siamo di fronte a crassa ignoranza o a completa malafede. Mobbing e stalking sono dinamiche persecutorie messe in atto nel mondo del lavoro contro un lavoratore (mobbing) o nelle relazioni interpersonali contro una persona, ex-partner o altro (stalking); sono dinamiche perverse delle relazioni, ben studiate e sistematizzate dai tecnici del settore e riconosciute come specifici reati, che non hanno nulla a che vedere con le separazioni coniugali. Il richiamo dello stalking nel contesto delle separazioni mi sembra il più classico dei lapsus freudiani: il comportamento dei padri, che causa il rifiuto dei figli, ha molti punti di contatto proprio con lo stalking

D. Ci sono delle condizioni che possono essere terreno fertile per questo fenomeno?

R. «Certo, le condizioni che sono terreno fertile per il fenomeno del rifiuto dei figli verso il padre sono la violenza del padre o gli abusi sessuali. Si comprende quindi che il genitore rifiutato, il padre, non è affatto il genitore debole della situazione, come i CTU vanno disinformando. Il genitore rifiutato, il padre, è il carnefice della situazione e le vittime madre e figli, con il rifiuto della relazione cercano solo di sottrarsi alle violenze o agli abusi del loro carnefice. Non è affatto vero che prima della separazione il padre aveva un buon rapporto con i figli; se così fosse i figli non arriverebbero a rifiutare la relazione con il padre. La realtà, che si vuole occultare con la teoria della PAS, è che già prima della separazione i rapporti erano pessimi ed è stato proprio questo il motivo della separazione. Le famiglie felici non si separano; si separano le famiglie infelici.»

D. Lo scopo ultimo dell’alienazione parentale per il genitore alienante?

R. «Come già detto non esistono né l’alienazione parentale né un genitore alienante, è una terminologia che non trova cittadinanza nella psicologia e psichiatria ufficiali; si tratta di una sottocultura psicologica che si è fatta spazio nelle CTU per motivi essenzialmente economici (il genitore accusato di violenze o peggio di abusi sessuali, pur di evitare il processo è disposto a vendersi la camicia; e trova chi gliela compra). Del tutto risibile è la questione del cosiddetto conflitto di lealtà; il bambino che rifiuta il padre non vive alcun conflitto di lealtà, non ha alcun bisogno di manifestare lealtà al suo carnefice; i CTU ormai si rifugiano nelle favolette».

D. E quali effetti sui figli?

R. «Se il bambino viene protetto, tutelato, tenuto lontano dal genitore violento o pedofilo, non subirà conseguenza alcuna. Conosco personalmente una decina di ragazzi ai quali da bambini è stata appioppata la PAS ma sono stati tutelati: sono ragazzi splendidi, dal piccolo campione di calcio, al promettente musicista, ai bravi studenti universitari, ecc. Del resto su questi presunti danni la psichiatria ufficiale ci dice che molti disturbi mentali trovano la loro origine proprio nei traumi subiti nell’infanzia; ci sono lavori scientifici che mostrano una correlazione tra abusi sessuali nell’infanzia e psicosi allucinatorie da adolescenti o adulti. I CIM, i reparti di psichiatria, le comunità psichiatriche residenziali sono pieni di pazienti che da piccoli sono stati vittime di violenze o abusi sessuali. La psicanalista Alice Miller è molto chiara nei suoi scritti: “Malattie mentali e criminalità sono l’espressione cifrata delle prime esperienze infantili”, delle violenze e degli abusi sessuali subiti nell’infanzia. Nel 2006, al XV Congresso di psicoterapia della schizofrenia, che si è svolto a Madrid, sono stati presentati numerosi lavori che dimostrano che gli abusi sessuali sono la prima causa di schizofrenia. Questi studi sono del tutto sconosciuti ai CTU delle separazioni; che si aggiornino ogni tanto. Studiare non fa male alla salute.»

D. Ci sono dei dati sul fenomeno?

R. «In una recente intervista uno psicologo ammette, con disarmante candore, che dopo ben 30 anni dalla nascita del concetto di PAS non vi sono dati che ne dimostrino gli effetti sui figli; e se non vi sono dati vuol dire che sui figli non c’è nessuna conseguenza. Sono diverse in Italia le Università che continuano a fare questo tipo di ricerche, “La Sapienza” di Roma, la “Bicocca” di Milano, di recente l’Università di Chieti, ma di tanto in tanto spuntano tesi di laurea o di master in diverse Università italiane. Trovo strano che i Presidi di Facoltà e i Rettori di queste Università consentano lo spreco di denaro pubblico in questo tipo di ricerche; forse il MIUR dovrebbe cominciare a interessarsi della questione dell’utilizzo delle risorse per la ricerca scientifica. Uno studio fatto alcuni anni fa da due psicologi dell’Università “La Sapienza” di Roma, ha documentato che i test psicologici somministrati durante le CTU non mostravano alcuna differenza tra i bambini cui era stata diagnosticata la PAS e i bambini ai quali non era stata diagnosticata la PAS nel corso delle CTU; se i CTU non conoscono questi studi mostrano solo di non essere in grado di svolgere la funzione di CTU, dato che al CTU è richiesto il massimo aggiornamento scientifico. Con queste litanie su PAS e alienazione parentale, ormai le CTU sono fatte con il copia-incolla, sono tutte identiche; letta una lette tutte.

D. C’è un riconoscimento dal punto di vista giurisprudenziale?

R. «Può la giurisprudenza riconoscere una cosa che non esiste? Sarebbe paradossale. Il diritto è la scienza dei fatti umani non della metafisica (Francesco Bellomo), o della parapsicologia nel caso specifico; se davanti al giudice vengono portati fatti concreti il giudizio sarà conseguente, se i giudici danno retta a psicologi amanti della parapsicologia ne verranno fuori sentenze surreali. Circa la PAS o alienazione parentale (le due cose sono identiche) un punto fermo è stato posto dalla sentenza numero 7041 del 2013 della Suprema Corte di Cassazione: non si possono utilizzare in tribunale concetti privi di basi scientifiche. Il concetto di alienazione parentale ha molti punti di contatto con quello di plagio; in merito c’è la storica sentenza della Corte Costituzionale del 1981. Per la Corte Costituzionale: “Presupponendo la natura psichica dell’azione plagiante è chiaro che questa, per raggiungere l’effetto di porre la vittima in stato di totale soggezione, dovrebbe essere esercitata da persona che possiede una vigoria psichica capace di compiere un siffatto risultato. Non esistono però elementi o modalità per potere accertare queste particolari ed eccezionali qualità né è possibile ricorrere ad accertamenti di cui all’art. 314 c.p.p. (attualmente art. 220 c.p.p.) non essendo ammesse nel nostro ordinamento perizie sulle qualità psichiche indipendenti da cause patologiche. Né è dimostrabile, in base alle attuali conoscenze ed esperienze, che possano esistere esseri capaci di ottenere con soli mezzi psichici l’asservimento totale di una persona”. Giovanni Flora, docente di Diritto penale a Firenze, non nega la possibile esistenza di condotte condizionanti la personalità psichica ma specifica che una tale condotta messa in atto ai danni di un’altra persona (il minore nel caso delle separazioni) “non potrà che assumere veste di continuità ed essere dolosamente indirizzata a determinare un vero e proprio stato di isolamento dagli altri del soggetto passivo con impedimento ad attingere a fonti diverse da quelle imposte dallo stesso soggetto attivo e con deterioramento della capacità di autodeterminazione”. Come si può affermare che un bambino che frequenta regolarmente la scuola, socievole, pieno di amichetti, impegnato in diverse attività extra-scolastiche, non isolato dal suo contesto psico-sociale, possa essere condizionato? Significa non conoscere la psicologia.»

Informazioni su il ricciocorno schiattoso

Il ricciocorno schiattoso si dice sia stato avvistato in Svezia da persone assolutamente inattendibili, ma nonostante ciò non è famoso come Nessie.
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13 risposte a Alienazione parentale o PAS: non può produrre danno alcuno ai bambini perché è un concetto privo di logica e di basi scientifiche

  1. salvo ha detto:

    NOTA SCRITTA ALLO STUDIO CATALDI — LA SCRITTRICE.

    Mi limiterò a una descrizione storica dell’evoluzione della PAS/PAD per mettere in contesto le (alcune!) cretinate che il Pingitore afferma con tanta autorevolezza, come ci si dovrebbe aspettare da forti leader di Estrema Destra.

    #1: In America l’alienazione parentale ha iniziato ad essere studiata già dagli anni Ottanta.
    ** Cavolata. Innanzitutto è USA, e non ‘America’; non siamo negli anni venti (1920) in certi paesi dove Cristo non si è veramente fermato.

    ** L’unico che cominciò a sproloquiare di PAS negli anni Ottanta fu il malandrino Richard Gardner impostore nel Dipartimento di Psichiatria della Columbia University. Il Gardner era un ‘dottore volontario non-remunerato’ nel Dipartimento. Come a tutti i dottori volontari non-remunerati, il Dipartimento gli permise di usare il titolo consueto di Clinical Professor. No, Gardner non è mai stato professore alla Columbia (non ha insegnato un minuto della sua vita); né è stato dottore alla Scuola Medica della Columbia, dove non ha mai avuto cura di un solo suo paziente negli anni passati lì. (Insegnamento e cure di pazienti gli erano proibiti. Gardner poteva aver cura dei suoi pazienti nel suo studio privato — che poi era uno studio che si era creato a casa sua, che fungeva pure da casa editrice per i libri che scriveva; cioè si auto pubblicava da casa sua e vendeva da casa sua.

    ** 1985: il fatale dominus dei; espulsione a vita del Gardner dalla Columbia. A fine 1984, il Gardner decise di pubblicare la sua ‘congettura’ PAS in una rivista d’opinione curata da un’associazione di cui era membro. Eventualmente, la Facoltà di Psichiatria della Columbia decise di leggere la ‘congettura’ pubblicata, e chiamò un ‘meeting’ del Dipartimento per discutere l’evento. La discussione tra i membri della Facoltà fini con un voto unanime per espellere / radiare il Gardner dalla Columbia: gli tolsero i privilegi che aveva come volontario e gli proibirono di entrare nella Columbia.

    ** Le motivazioni: il Gardner era ignorante della disciplina di psichiatria contemporanea (metà anni 80); il Gardner non aveva nessuna capacita professionale di come pensare ‘scientificamente’. la PAS del Gardner era una congettura sua tutta personale che aveva costruito dalle sue osservazioni personali dei suoi pazienti che curava da casa sua.

    ** L’ultima frase è devastante da un punto di vista di filosofia e metodologia della scienza: rappresenta esattamente ciò la scienza non è, e non deve essere. (Questo punto sviluppato altrove.)
    ** Dal 1985 al 2003, anno della sua morte (si dice suicidio ma si parla di omicidio), il Gardner non mise piede alla Columbia.
    ** Durante quel periodo, il Gardner cercò di convincere il Board / Commissione del DSM IV di includere la PAS nella pubblicazione del 2003; morì prima della pubblicazione del DSM-5; il DSM-IV non faceva menzione della PAS.

    #2: “Ma in Italia si è entrati nel vivo del discorso solo qualche anno fa. L’alienazione parentale è un fenomeno psicologico che sorge durante la fase di separazione dei coniugi e che coinvolge tutti i membri della famiglia.

    ** Strana presentazione. Non si capisce bene se chi ha scritto l’articolo sta affermando — perché’ sa — la frase come vera; e richiede al sommo Pingitore di approfondire l’argomento su cui i due sono essenzialmente d’accordo. Un’ipotesi alternativa sarebbe che il Pingitore, che nello STUDIOCATALDI è proprio di casa, ha richiesto l’intervista e ha anche ‘educato’ la persona che l’avrebbe intervistato, puntualizzando quali fossero le domande ‘giuste’ da porre … e su cui aveva le risposte pronte.

    ** Un punto è veramente impressionate nell’intervista: il Pingitore non ha sprecato una sola parola sul Gardner e sulla sua PA-Syndrome. Peggio’, da’ l’impressione che affermi che negli Ottanta negli USA (non America!) si parlava già di ciò che ora lui avrebbe parlato mentre veniva imbeccato dalla persona che lo intervistava. In realtà, negli anni 80 si parlava della PA-Sindrome del Gardner, ma solo fuori dal mondo accademico — nei tribunali. Gardner era stato sbattuto fuori dal mondo accademico di posti come la Columbia. È in Italia, nel mondo pasista italiota, il Gardner era il nuovo profeta che avrebbe liberato l’umanità dalla peste della PAS. con le buone o con le cattive.

    ** Ciò che il Pingitore dovrebbe dire — ma non può perché’ qualcuno lo sputtanerebbe pubblicamente — è che sotto la guida del nuovo condottiero William Bernet la PA-Sindrome sarebbe diventata PA-Disturbo Relazionale, o quello che il Pingitore definisce come “fenomeno psicologico che sorge durante la fase di separazione dei coniugi e che coinvolge tutti i membri della famiglia”. La PAD del Bernet NON esisteva negli anni 80 ‘americani’; esisteva solo la PA-Sindrome di Gardner. Il Bernet prese controllo della PAS del suo amico Gardner, promettendosi che sarebbe riuscito a fare includere la PAS nel DSM-5, che sarebbe stato pubblicato 10 anni dopo, nel 2013.

    ** Quindi la PA-Disturbo Piscologico Relazionale è un qualcosa che arriva sull’orizzonte DOPO il 2003. Infatti, la PAD del Bernet non esiste sino al 2009, anno in cui il Bernet capì che avrebbe fallito nel suo intento di includere la PAS nel DSM-5.

    ** Così intraprese — con altri — una virata tremenda nel suo pensiero sulla PAS, una specie di ‘rivoluzione paradigmatica’ (a la Kuhn) in cui creava una rottura teorica con la PAS del Gardner. La rivoluzione paradigmatica avrebbe portato sulla scena la PA-Disturbo psicologico relazionale. Di per sé questa ‘rivoluzione’ non era nuova — di disturbi relazionali se ne parlava già in psicologia e psichiatria. La novità del Gardner era di ‘inficiare’ le teorie relazionali con il linguaggio della PAS.

    ** LA PAD avrebbe importato il linguaggio relazionale della psicologia e psichiatria nell’universo linguistico dei PASisti; e poi avrebbero tradotto la PAS in PAD usando il linguaggio relazionale. L’obiettivo finale era di presentare una PAD che fosse accettabile alle Commissioni del DSM-5.

    ** Ma c’è un secondo atto eroico che contribuisce alla rivoluzione paradigmatica — ed è un atto che si avvicina ai confini dell’illegalità … di un potenziale crimine di plagio. Il Gardner si vantò a un certo punto (citazioni / fonti si possono fornire) che la reale strategia sua per mettere le Commissioni con le spalle contro il muro ‘fu’ di identificare nel DSM-5 (versioni preliminari dal 2009 in poi) le parti relazionali, prenderne controllo, e tradurle in un linguaggio PAS … il che pure significa imporre la struttura della PAD nella struttura del DSM-5. E sogghignando continuava: come avrebbe potuto la Commissione del DSM-5 rigettare la sua proposta PAS quando la sua proposta rifletteva ciò che il DSM-5 stesso diceva su disturbi psicologici relazionali.

    ** E a fine 2010, Bernet e la sua banda di PASisti cominciarono a celebrare la vittoria. Erano sicuri di aver vinto la ‘transizione’ (rivoluzione dalla PAS del Gardner alla PAD del Bernet.

    ** La doccia fredda per il Bernet e i PADisti tutti arrivò con la notizia che il DSM-5 non menzionava la PAS/PAD. Infatti, era stata esclusa in modo esplicito — documentato.

    ** Lo shock fu totale, sino a quando il Bernet creo’ un espediente: un motto, che era un sillogismo semplicione e stupido, che ripetuto incessantemente avrebbe reso reale la PAD rigettata dal DSM-5. Il sillogismo: il DSM-5 è scientifico; il DSM non menziona esplicitamente la PAS; ma la PAS (io, Bernet, so’ perché’ so’) è dappertutto nel DSM, specialmente nelle sue parti relazionali; quindi la PAS è scientifica.

    ** Chiamarlo scemo — il Bernet? Ci andrebbe. Ma quelli sicuramente scemi sono i seguaci zeloti che infatti hanno cominciato a ripetere il mantra del Bernet. Se lo fanno per ignoranza o per stupidità o per perversione è un argomento che al momento tralascio. Ciò che è reale e che infatti il Bernet ha cercato di dare vita a un movimento internazionale con quel sillogismo. E ciò che è anche vero è il Bernet ha trovato alleati ideali nei PASisti Italioti — tra cui brillano le stesse del Pingitore, della Verrocchio, del Gulotta, e di altri che stanno alla finestra pronti a obbedire gli ordini.

    ** Il Bernet ora usa una fondazione non-profit (così dice, ma un avvocato amico negli USA sta investigando da dove provengono i fondi) in cui ha innalzato le stelle italiote a membri permanenti con mansioni specifiche.

    ** La stella più stella di tutte le stelle — al momento? Il Pingitore. Perché’? Il Bernet gli ha dato l’incarico di lavorare sulla sua (del Bernet) bibliografia sulla PAS, che a suo tempo aveva presentato alla Commissione del DSM-5. e che fu rigettata come vaga e non-pertinente. Il Pingitore avrebbe dovuto espandere e aggiornare la bibliografia che sarebbe in tempo diventata elettronica. Il lavoro del Pingitore è stato esemplare: ha incluso centinaia di nuovi titoli che spanna le dimensioni spazio-temporale della civiltà umana; forse non sapendolo (ignari), il Pingitore rivela che già Platone e Aristotile parlavano di PAS!

    ** Ora su questo successo del Pingitore, il Bernet ci sta costruendo un vero e proprio movimento sociale per spargere la voce della PAS nel mondo. È riuscito a trasferire la bibliografia dal sito della sua Fondazione (PASG) al sito della Medical School della Vanderbilt University.

    *** Nessuno sa — oltre ai pochi diretti interessati che sono ignari dei raggiri del Bernet con la sua PAD — dei dibattitti (o non-dibattiti) sulla PAD del Bernet con la Commissione del DSM-5. Cioè il Bernet non ha rivelato a nessuno a Vanderbilt che la sua PAD è stata rigettata dal Commissione del DSM-5. Invece ha mentito affermando che la PAS è nel DSM-5, ed e quindi scientifica. La sua strategia di convincere alcuni individui a Vanderbilt a pubblicare sul website della Medical School dell’Università ha l’obiettivo di estendere un manto di scientificità’ alla sua PAS che di scientificità — afferma la Commissione del DSM-5 ne ha zero sia dal punto di vista teorico-concettuale che metodologico e empirico. Questa non e’ la fine della storia – sto mobilizzando gli esperti del DSM-5, il Dipartimento di Psichiatria della Columbia University, il Direttore dell’NIH, e il Dean della Medical School di Vanderbilt per investigare nei dettagli questa storia.

    E così ci ritroviamo qui a rileggere ad nausea le risposte ‘catechistiche’ di un Pingitore che non ha idea di cosa significhi scientificità’. E fintanto che la finzione persiste, continuerà a danneggiare famiglie intere che cadono nella trappola fittizia che il Gardner, e il Bernet, e ora la stirpe pasista italiota hanno costruito.

    Ma non durerà ancora per molto. Aiuterebbe, naturalmente, a porre fine a questa tragicommedia pasista italiota se i responsabili di STUDIOCATALDI diventassero un po’ più responsabili, cercando di sviluppare un discorso critico — invece che fare da megafono al Pingitore.

    • Ecco qui il momento in cui gli esperti di alienazione genitoriale hanno ribaltato la frittata: https://ilricciocornoschiattoso.wordpress.com/2013/09/22/false-accuse/
      Era il 2013 e la Dottoressa Peloso Morana, Psicologa Investigativa, definiva “una imbecillità del web” parlare di alienazione genitoriale in termini di “malattia”.

      • salvo ha detto:

        Il ribaltone in casa pasista era arrivato prima del 2013 — anno della pubblicazione del DSM-5. Fu il Bernet a ribaltare tutto a cominciare dal 2009, anno in cui capi’ che la PAS Gardneriana (malattia) sarebbe stata rigettata. Da li’ la virata a PAD disturbo relazionale. C’e’ un interview della Verrocchio in cui parla della PAD — se ricordo bene condotto da una delle pagine pasiste sull’Alienazione PArentale.

      • salvo ha detto:

        Il primo a usare il termine che concettualmente e’ vicinissimo a malattie e’ il Gardner con la sua sindrome (sindrome = malattia)

    • RaffaelePr ha detto:

      Marco Pingitore lo psicologo della PAS, leader di estrema destra?
      Sicuri che non siano due omonimi ?
      Le foto dello psicologo sono note, basta guardare il sito web col suo nome e cognome.
      Qui invece c’è il leader di destra : https://twitter.com/marco_pingitore
      Sono due persone diverse, no?

      • salvo ha detto:

        Spero (penso) di non essere in errore; non che lo ritenga importante. Controllero’ nuovamente.

      • UmbertoEchoJunior ha detto:

        Ah guarda ! Raffaele ha visto bene.

        Premesso che su questa disfida pro/contro la Pas io sono neutrale…
        “Il Pingitore e’ stato (ed e’) leader di un gruppo fascista…”
        Lo psicologo si è laureato all’Università “la Sapienza” a Roma nel 2003, in seguito è tornato in Calabria sua terra d’origine.
        Il Pingitore attivista politico é di parecchi anni più giovane, appare in anni più recenti come studente universitario NON alla Sapienza ma a “Roma Tre”, che è un’ALTRA università di Roma. [ Salvo, lo sapevi che a Roma ci sono diverse università ? ]

        L’attivista politico non somiglia granché allo psicologo, no ?
        https://twitter.com/marco_pingitore
        http://www.uniroma.tv/video.asp?id=16032

        E’ un caso di omonimia. Lo psicologo non è un leader politico.
        Fai la prova su linkedin, di Marco Pingitore ne ho trovati sei diversi.
        Se vuoi dimostrare che la Pas é junk science, buon lavoro.
        Ma il fascismo non c’entra niente.
        Salvo, dài, su, ammetti che stavolta hai sbagliato

  2. salvo ha detto:

    Documento interessante per vari motivi.
    Il primo: fu Gardner a parlare di syndrome — malattia. Il Vezzetti e tutta la stirpe di PASisti Italioti, che altro non sono che esterofili sfegatati in cerca di un’autorità che possa legittimare i loro sproloqui, si sono ammantati dell’autorità che loro stessi avevano ascritto al Gardner. Sul web — e l’informazione è stata ‘cached, e quindi esiste ‘per sempre’ — dicevano del Gardner che era il più grande genio che la Columbia aveva formato e creato, che sotto la sua direzione il Dipartimento di Psichiatria della prestigiosissima Columbia University il Dipartimento divento eccelso, ecc., E sono stati talmente sfegatati che il Vezzetti ‘lamentava’ la morte dell’ancora giovane e brillante genio che era il Gardner dopo la sua morte nel 2003 (suicidio / omicidio?). Storia simile compunta per il Camerini nel suo ‘famoso’ articolo del 2010 su vere e false accuse; addirittura il Camerini, con il suo rispetto eclatante, plagia il titolo dell’articolo da Gardner, che aveva scritto qualcosa di simile un decennio prima.

    A questa stirpe di PASisti Italioti non passa nemmeno per l’anticamera del cervello di guardare alla storia e sbattersi la capoccia contro un muro di pietra lavica quando confrontati con i fatti nudi e crudi che il Gardner si presentò al mondo extra-accademico come un malandrino — violento — impostore. Ripeteva come era Full Clinical Professor, e quando una volta un giudice gli chiese di spiegare cosa il titolo significasse, il Gardner esplose in una rabbia tremenda sbattendo fascicoli sule scrivanie e gridando come il giudice si permetteva di mettere in dubbio le sue qualifiche. Il Gardner era un semplice delinquente impostore che usava il nome della Columbia illegalmente — non chiarendo che il titolo si riferiva a dottori volontari non-remunerati.

    Ma peggio è il silenzio assoluto che i PASisti Italioti hanno mantenuto — come ordine di scuderia — sull’evento del 1985: l’espulsione / radiazione del Gardner dalla Columbia, e quindi del suo titolo. Alla pubblicazione della sua ‘congettura’ PAS a fine 1984 seguì pochi mesi dopo nel 1985 un “faculty meeting”, che alla fine concluse che il Gardner era, da un punto di sofisticazione accademica, ignorante della disciplina e incapace di pensare scientificamente. Espulso dal 1985 al 2003 — anno della sua morte.

    Quindi, quando si vuole tracciare la storia del termine PAS-syndrome si va a Gardner. I PASisti Italioti hanno solo lavorato ai margini per farsi spazio nella palude che è la PAS Italiota.

    Secondo: diagnosi e prognosi. È incredibile come i PASisti — Italioti e non — abbiano ingoiato senza problemi il grosso rospo che sono le stupide affermazioni su diagnosi e prognosi della PAS. La sparata più madornale — orrenda per qualcuno che ha un’infarinatura di scienze sociali — per identificare la PAS? Che le menti geniali come la sua — con la genialità che si trasmette ai PASisti Italioti per virtu’ dello Spirito Santo — identificano l’esistenza della PAS quando [LORO – i PASisti] il rifiuto del genitore da parte del bambino/a è inspiegabile … inspiegabile a LORO, con i loro cervelli infiniti. Come se LORO fossero i demiurgi della medicina che decidono cosa è scientifico e cosa non lo è, e come, e perché’. Questa logica è davvero penosa e disgustosa da seguire.

    È penosa e disgusta è la loro soluzione di ‘resettare’ i cervelli dei bambini — allontanandoli dal genitore affidatario, che poi diventa il genitore delle accuse false … Qui, in questa palude maleodorante non c’è nessuna logica critica che possa guidare il pensiero. Popper direbbe che questi PASisti altro non sono che seguaci zeloti di un induzionismo corroborativista … che è una fallace epistemologia che nemmeno le amebe usano.

    Terzo: accuse vere / false. Il Gardner ne era il maestro, con una logica che sconfina nel ridicolo. Come? Se il bambino rifiuta un genitore (il padre al 90% scriveva all’inizio); il rifiuto sembra / è immotivato e allora si ha PAS; la PAS non può non essere generata dal genitore affidatario (la madre in almeno 95% dei casi); quindi le accuse di PAS non possono non essere vere. L’argomento si complica infinitamente quando entrano in gioco le accuse di abusi sessuali da parte del genitore affidatario. Ed io nell’infinito non ci entro — almeno per ora.

    Invece focalizzo la mia attenzione su qualcosa di più concreto — empirico — su accuse vere e accuse false: l’articolo del; Camerini del 2010. Ora, il Gardner aveva dovuto includere questa storia delle accuse vere e false, e lo faceva con semplici (semplicioni) sillogismi: un bambino non ha nessun interesse a rifiutare un genitore; un bambino che rifiuta un genitore (qui il non-affidatario) va contro i suoi propri interesse (benefici); ciò è irrazionale e i bambini di per se’ (per natura) non hanno nessun interesse a essere irrazionali e soffrire per le conseguenze; la causa del rifiuto che genera PAS è da trovare altrove, e l’altrove è la persona vicina (il genitore affidatario / madre.

    E il genitore affidatario – madre? Cosa avrebbe spinto questo genitore, se mai l’avesse fatto, a generare la PAS nel proprio figlio. Qui entra in scena, sin dall’inizio l’accusa di abuso sessuale nei confronti del genitore rifiutato. Il Gardner cerco di liberarsi del problema affermando che le accuse erano certamente false, ma non discusse come mai fosse arrivato a tale conclusione — che evidenza aveva.

    Affermare tutto ciò al bar mangiando gelato va bene. Ma Gardner mai presentò evidenza che infatti le accuse false esistevano …Il Gardner neppure presento presentò evidenza che accuse vere potevano pure esistere. Entra il Camerini nel 2010 col suo articolo ‘empirico-statistico’ su accuse vere e accuse false, col titolo quasi plagiato dal suo maestro. Così da un dataset che lui stesso (e altri colleghi marginali), il Camerini conclude che esistono le accuse vere, ma pure esistono le accuse false. La sua conclusione: che bambini che avevano subito abusi sessuali (dal genitore principalmente) soffrivano psicologicamente nel fare esperienza del sistema giudiziario; ma che i bambini che non avevano subito abusi sessuali, ma che avevano dovuto vivere l’esperienza del sistema giudiziario, soffrivano di più (più alto livello di stress). E quindi, riforme giudiziarie legali devono difendere meglio i bambini che non sono stati abusati dai genitori rifiutati.

    Sarebbe un passo in avanti accettare che esistono accuse vere di abusi sessuali; e sarebbe un passo avanti accettare che esistono accuse false. Non si possono escludere a priori una volta che si apre lo scrigno di Pandora.

    Purtroppo, e questo è un pesantissimo ‘purtroppo’, l’analisi empirica del Camerini è semplicemente inaccettabile quando si esamina lo scritto con i metodi standard del peer review. Il Camerini non possiede gli strumenti metodologici per condurre una ricerca seria; in particolare non capisce la differenza tra campione e popolazione. Il Camerini non è uno statistico; è un numerologo ignorante che gioca con il pallottoliere. Né il Camerini è un teorico / epistemologo; è, come il suo maestro, uno zelota del fallace dell’induzionismo corroborativista. E se questo è il Camerini, gli altri sono semplicemente peggiori,

  3. Mikael Blomkvist ha detto:

    Il dottor Mazzeo ha ragione: la Pas non è una malattia, punto e basta. Sulla figura di Gardner gravano abbastanza ombre da consigliare di starne lontani. E tutte le capriole di chi ha affermato che la questione sarebbe comunque inclusa ma ‘distribuita’ nelle pagine del DSM… sembrano proprio pubblicità ingannevole. I sostenitori della Pas (o Ap) non sono in grado di portare abbastanza prove scientifiche.
    Il DSM li ha esclusi, fine.
    Anzi, è molto interessante lo studio de “La Sapienza” che Lei cita: potrebbe darci i riferimenti precisi?

    Ma, dottor Mazzeo, ci sono punti della Sua interessante intervista in cui almeno a me pare di vedere qualche difetto di logica. In primo luogo si vede una generalizzazione indebita (che è una fallacia logica): in sostanza Lei sostiene che, ogni volta che in separazione una delle parti “gioca la carta” della Pas/Ap, la realtà sottostante sarebbe sempre di violenza e/o abuso sessuale.
    Ascolto/leggo con interesse e con rispetto le Sue testimonianze dirette di casi in cui il reo evoca la Pas come cortina fumogena per stornare l’attenzione dai suoi trascorsi violenti; sono certo che tali casi sono reali. Ma non credo dimostrabile che _tutti_ i casi sono così. Il Suo discorso, dottore, viaggia su logica induttiva, dai casi che Lei conosce afferma che tutti i casi sono di questo tipo. Ma la logica induttiva, si sa, è fallace.
    La Sua giusta affermazione, dottor Mazzeo “si separano le famiglie infelici”, non poteva non richiamare la ben nota citazione da Dostoevskij : “ogni famiglia infelice è disgraziata a modo suo”.
    La cosiddetta “diagnosi” di Pas, pure se la consideriamo merce taroccata, può essere “venduta” non solo al “cliente” violento, ma anche in una pluralità di casi dove la violenza non c’entra. Un conto è la maggiore o minore scientificità della spiegazione; un conto diverso è la gravità della storia che ha portato alla separazione.
    Mi sembra ricco di spunti il dibattito tra numerosi medici che si sviluppò su questa pagina:
    http://www.medicitalia.it/a.devincentiis/news/3178/La-PAS-esiste-Eccome
    Aldilà del titolo della pagina citata, da cui possiamo dissentire, è il confronto tra posizioni che interessa; trovo illuminanti soprattutto gli interventi della dottoressa Chiara Lestuzzi, che racconta una serie di casi realistici dove c’è stato il rifiuto da parte dei figli, ma la violenza non c’entra.

    Inoltre, egregio dottor Mazzeo, non sembra corretto chiudere così in fretta il possibile confronto con stalking e forse mobbing. Sgombrando il campo da inesistenti sindromi e altre specificità psichiatriche, e concentrandoci sulla fattispecie qualora sia riscontrata, il distacco tra figlio e genitore, se attuato con dolo, può essere considerato come “l’opposto dello stalking”, “speculare allo stalking”. Ovvero: lo stalking è una continua presenza indesiderata, una ripetuta vicinanza, ingerenza, assillo; qualcuno che vorremmo tenere lontano e invece è sempre lì vicino e incombente, con il fine di danneggiarci. Specularmente, questo rifiuto/distacco di cui trattiamo è una perdurante assenza, lontananza, dolorosa almeno per una delle due parti, che potrebbe essere indotta; il genitore vorrebbe la vicinanza del figlio, sarebbe un diritto di entrambi, ma a causa di una ingerenza esterna, il figlio resta lontano.
    Lo stalker ripete la sua dinamica di avvicinamento all’obiettivo, in contrasto con la volontà del suddetto e a volte anche con la legge; specularmente, l’adulto (genitore, ma potrebbe essere anche un clan familiare…) che decide con dolo di tenere lontano il figlio dall’altro genitore, ripete la sua dinamica di allontanamento, in contrasto con la volontà dell’altro e a volte anche con la legge (per esempio con l’inottemperanza dolosa agli accordi separativi stabiliti dal tribunale). Come non vedere la specularità delle due condotte?
    E sarebbe banale fissarsi sul punto che lo stalking è reato, e l’allontanamento tra figlio e genitore non lo é. Fino a pochi anni fa anche uno stalker avrebbe potuto rovinare la vita alla sua vittima, vantandosi pure di essere rispettoso della legge; finché il legislatore non ha colmato la lacuna con la legge apposita. Lo stalking era nocivo e riprovevole anche prima che esistesse la legge; sarebbe diritto dei cittadini e anche dei legislatori considerare nociva e punibile anche la condotta di cui parliamo qui, se fosse verificata.
    Quanto sopra, sempre nell’ipotesi, che va accuratamente controllata, che il genitore in questione non sia violento o comunque inadatto per gravi motivi.

    I commenti alla pagina di medicitalia.it citata sopra, scritti da medici e da psicologi, testimoniano che l’argomento può essere inquadrato da diverse angolature. Le condotte condizionanti sono possibili, la questione non si presta a essere chiusa con generalizzazioni tagliate con l’accetta.

    • Antome ha detto:

      Allora ci sono vari possibili motivi per cui un figlio tiene lontano il genitore o perchè un genitore non può avvicinarsi al figlio. Il primo caso è che uno dei due genitori lo tenga lontano ritenendo che abbia una cattiva influienza, un altro è che il figlio non voglia averci a che fare e l’altro genitore lo sostiene poichè crede al suo raccondo, quindi violenza, fisica, psicologica, molestie etc. Ci può essere il caso in cui il figlio arrivi di sua iniziativa a manifestare il disagio, magari minacciato e plagiato dal genitore, con sensi di colpa etc. l’altro genitore si accorge che qualcosa non va e riesce a fargli raccontare ciò che è fino a qualche tempo fa inconfessabile. Anche se ci sono varie gradazioni, a partire dal caso in cui un figlio lo racconti subito, ma lo metterei nella stessa casistica.
      Un altro caso è quello dove l’allontanamento parte da uno dei due genitori.
      La “pas” cosa presuppone? Che uno dei due insinui nel bambino la convinzione che l’altro voglia il suo male e che lo molesti, giusto? E che il bambino arrivi a convincersene per suggestione anche se non è vero e che quindi non lo voglia vedere.
      Può pure darsi il caso che il bambino manifesti un disagio nei confronti dell’altro genitore, per cui l’altro, si suppone provi un odio sconfinato, al punto da cogliere la palla al balzo per ingigantire la cosa.
      Ma la sindrome dov’è? Parlerei più che altro di diffamazione di genitore, perchè i casi sono due, o è successo e se è successo la volontà del bambino di non vederlo è giusta, specialmente se ne ha personalmente esperienza. O, nell’altro caso, di lui che non ne ha coscienza, si fida del genitore che lo accusa, pur non avendo forse abbastanza coscienza per capire se l’abbia fatto o no. Oppure si crea un’opera di plagio, allora si parla di plagio e inganno, circonvenzione di minore, ma il punto è che il minore si fida dell’altro e per questo se ne convince.
      Tale diffamazione, specie tramite circonvenzione è un fatto gravissimo, ma la sindrome dov’è nel bambino? Per lui il pericolo c’è e si comporta come se ci fosse, come se il genitore fosse effettivamente pericoloso, fidandosi dell’ingannatore o, se dice la verità, del genitore che vuole il suo bene.
      Un genitore abusa della sua autorità per diffamare l’altro e il bambino, se non ha gli strumenti per capire o per contraddirlo (cosa normale quando accade), si fida. E se non ha gli strumenti per capirlo, purtroppo fa poca differenza che uno dei due dica il vero o no, quindi si deve cercare di stabilirlo.
      Ma la reazione del bambino non è sbagliata, è emotivamente logica di fiducia.
      La sfumature ulteriore è questa, il bambino sa che non è successo nulla ma è indotto a dubitare di sè stesso dal genitore accusante. Ma ci deve essere modo di capirlo appunto, senza partire dal presupposto che tutto parta da una diffamazione, che la cosa non sia stata insinuata dal genitore, ma che magari l’abbia semplicemente aiutato ad aprirsi su quello che è successo, che non riusciva a confessare, ma che tali sollecitazioni non contenessero insinuazioni.
      Pur senza escludere nulla non si può certo partire a priori nè dalla colpevolezza del genitore accusato di molestrie, nè da quella di plagio dell’altro genitore, analizzando tutto in base agli elementi presenti.
      Ma sarebbe come parlare di sindrome quando i bambini ai primi del secolo scorso avevano paura dei neri in america poichè i genitori gli dicevano che portavano malattie. Per un bambino è difficile parlare di sindrome nel senso di paura irrazionale in base ad elementi falsi, molte cose sanno che sono pericolose perchè gli è stato detto, senza provarle, ovvio che purtroppo un genitore sconsiderato può avergli detto il falso.

      • Il punto è, Antome, è che la PAS “presuppone”, ma nessuno ha mai dimostrato alcunché… Non ci sono studi, non ci sono ricerche che dimostrino quanto viene ipoteticamente ammesso come vero. E’ possibile, dovremmo domandarci, che il comportamento di un genitore, da solo, sia in grado di sabotare il rapporto del figlio con l’altro genitore?
        https://ilricciocornoschiattoso.wordpress.com/2014/03/31/mito-e-realta/

      • Zarathustra ha detto:

        Impara un po’ di logica elementare prima di sproloquiare.
        Ogni volta che dici “un caso e'” stai dicendo “una ipotesi e'”. Caso e ipotesi non sono la stessa cosa.

        Nel tuo liguaggio il binomio genera quelle cose che ti piacciono e che sono chiamate certezze. Il ‘caso’ e’ qualcosa di osservabile, infatti che tu hai osservato come reale e quindi e’ vero senza alcuna mediazione … eccetto quella della (mediazione) di uomo ignorante italiota. Chi guarda allo stesso caso deve vedere la stessa cosa che vedi tu — altrimenti chi non la vede come te e un esimio imbecille, Questo — credere nei propri casi osservati — e’, per tua conoscenza l’epistemologia del Padre della PAS Gardner, ora del suo Vicario Bernet, e di tutti gli omunculi PASISTI italioti che si aggirano nei tribunali italioti, Proprio perche’ Gardner mantenva, con la sua superbia infinita, che lui traeva la sua conoscenza dai suoi casi osservati (e quindi dalle sue osservazioni), la Facolta’ del Dipartimento dio Psichiatria della Columbia University, dove sprecava il suop tempo come volontario non-remunerato, lo radio’ / espulse dall’Universita’ vita natural durante. Che si andasse as osservare is cuoi casi a casa sua e non ce li rompesse piu’ … E invece si e’ fratto un bel seguito tra pseudo-accademici italioti con una semplice laurea che poi si ammantono di esterofilia per farsi prendere sul serio dagli altri imbecilli pasisti piu imbecilli di loro.

        Invece l’ipotesi e’ un’ipotesi che e’ logicamente legata a “teoria scientifica”, per cui l’ipotesi e’ un sotto-sistema di una teoria per lo piu’ esplicativa-causale da cui e’ generata / dedotta secondo criteri logici riconosciuti come validi. Invece, secondo il tuo linguaggio l’ipotese’, nel migliore dei casi, e qualcosa campato in aria, come gli angeli sulle / tra le nuvole … e che ti arrivano in testa come le cacate ben indirizzate da piccioni in volo. Almeno Gardner — che era di un’ignoranza crassa e grassa — aveva detto che lui ‘estraeva’ / ‘creava’ le sue congetture (e per questo, congetture personali delle sue osservazioni personali, non ipotesi dedotte da principi primi. Per il Gardner arrivo il Cerbero di guardia — la Facolta’ di Psichiatria della Columbia University, che gli intinmo’ “pussa via, e non farti piu’ vedere alla Columbia” perche’ sei un imbecille patentato.

        Per i PASISTI italioti (e non) di oggi, il Cerbero non e’ — ancora — arrivato. Ma arrivera’ — forse dalla stessa Columbia, chissa’. E il erbero dira’ ai PASISTI noiosi di smettere di snocciolare il rosario dove una cruna e’ un caso – di PAS, naturalmente. E ogni caso esistete perche’ il pasista italiota imbecille di turno dice di vedere / osservare il caso, e se lo osserva, deve essere reale cosi’ come lo vede. E poiche’ e’ cosi’ come lo vede, si possono ‘discutere’ le implicazioni, che nel gergo pasista significa “girare il caso in mille modi per potere appiopparci tutta l’evidenza possibile e immaginale che supporta il caso identificato e ora discusso.

        Le amebe — dice oggi la biologia — hanno rete neuronica semplice che pero’ e’ abbastanza per farli comportare da intelligenti nel loro universo … sembrano che si comportano seguendo una dinamica / logica di random walk. I Pasisti, a confronti, usano logiche primitive deterministiche e lineari di induzione da osservazion personali che sono ipso facto vere perche’ vere.

        Deve arrivare il giorno i cui non si leggeranno queste scemenze.

        Cosi’ parlo’ Zarathustrab

  4. UmbertoEchoJunior ha detto:

    @ Zarathustra = salvo = Salvatore Pitruzzello
    Ti ricordo che avevi promesso di controllare l’identità dell’attivista politico che secondo te coincideva con lo psicologo. Hai controllato? Hai visto che sono soltanto omonimi?
    Sei capace di sospendere per un minuto gli insulti, di scendere per un momento dal tuo podio, e ammettere che a volte sbagli perfino tu?

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