Turn on the light: quelli che si nascondono all’ombra dei manifesti

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Un gruppo di associazioni ha dato il via, anni fa, ad una campagna dal titolo “Turn off the red light” per chiedere che anche in Irlanda venisse approvata una legge sulla prostituzione analoga a quella vigente in Svezia dal 1999; leggi analoghe sono state approvate in diversi paesi del nord Europa, tanto che sono comunemente definite dall’espressione “nordic model“.

L’obiettivo della campagna è quello di offrire una lettura del fenomeno prostituzione diversa da quella che ritiene possibile l’esistenza del “sex-work”, spostando l’attenzione dall’offerta e dall’argomento “libertà di scelta della persona prostituita” alla domanda, puntando insomma i riflettori sul cliente piuttosto che sulle prostitute. Per le associazioni di donne, di sopravvissute e immigrati che hanno dato vita alla campagna, il fenomeno prostituzione non può e non deve essere accettato come inevitabile in quanto “naturale” – ovvero la logica conseguenza dell’esistenza di un fantomatico “diritto” a fare sesso inteso come diritto fondamentale dell’essere umano – bensì deve essere analizzato come fenomeno culturale, strettamente connesso ad una visione patriarcale del mondo fondata sulla diseguaglianza e alla criminalità organizzata. La prostituzione, in quanto fenomeno culturale, non può essere descritto eludendo una prospettiva di genere ma soprattutto necessarie riflessioni sugli abusi, sullo sfruttamento, sulla violenza, sulla povertà, sull’emarginazione e sul traffico di esseri umani.

Durante la conferenza stampa che ha annunciato l’avvio della campagna il segretario generale del sindacato dei lavoratori irlandesi ICTU, David Begg, ha detto:

“… non possiamo considerare accettabile che qualcuno compri il corpo di un’altra persona per gratificarsi sessualmente, approfittando della poverta’, di storie di passati abusi o di limitate scelte di vita della persona comprata…. Vogliamo una legge che mandi un messaggio preciso: siamo una societa’ impegnata sul fronte dell’uguaglianza”.

In risposta alla campagna “Turn off the red light” compare la campagna “Tun off the blue light”:

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Che le persone siano “costrette” a prostituirsi è mera propaganda portata avanti dalle femministe radicali, è il messaggio di questa campagna. Non c’è niente di male a vendere sesso: la prostituzione è il mestiere più vecchio del mondo e nessuna legge è in grado di sradicarlo. Gli abolizionisti della prostituzione sono i veri cattivi, perché oltre a non avere a cuore la sicurezza delle “sex-workers”, vogliono dipingerci il cliente-tipo delle prostitute come una specie di mostro il cui intento è abusare e fare del male alle donne. La prostituzione è un libero scambio fra adulti consenzienti che hanno rispetto l’uno dell’altro. La prostituzione è un’opportunità.

A queste argomentazioni è facile obiettare che se si vanno a leggere gli articoli di cronaca, non si trovano notizie di aggressioni alle prostitute messe in atto da “femministe radicali”, mentre si leggono parecchi articoli di questo genere:

Prostituta uccisa a Troia: reo confesso un agricoltore suo cliente

Prostituta uccisa in casa sua: è stata trucidata da un cliente

Rocca cencia: danno fuoco ad una prostituta, è gravissima

Vi invito a fare autonomamente una ricerca sull’argomento, ricordandovi che ciò che si intende dimostrare non è che “tutti i clienti sono mostri malvagi che uccidono le prostitute”, bensì che nessuna femminista abolizionista ha mai fatto del male ad una prostituta. Perché l’obiettivo di chi si dichiara contro la regolamentazione dell’industria del sesso non è certo la sofferenza di chi si prostituisce e neanche il controllo della vita sessuale della gente, ma la fine di una mentalità che vuole le donne ridotte a merce da consumare.

A proposito della campagna “Turn off the blue light”, invece, si scoprono in rete notizie interessanti.

La società che ha messo in rete il sito che ospita la campagna è la medesima società di progettazione (E-Designers) che ha creato il sito di Peter McCormick ( “Escorts Ireland”) magnaccia milionario, condannato per sfruttamento della prostituzione.

A gestire il sito della campagna “Turn off the blue light” c’è Audrey Campbell, la compagna di Peter McCormick, ci racconta Sundey World.

Il sito “Escorts Ireland” ospita gli annunci di donne trafficate e controllate da bande criminali, ci dicono i quotidiani d’oltremanica. Tra le “sex-workers” ospitate dal lucroso giro d’affari di McCormick, ci sono le vittime della crudele gang rumena “Ghenosu”, specializzata in traffico di esseri umani, per non parlare del gangster cinese Di Wei; nella sentenza che ha condannato Di Wei il Giudice ha specificato che le ragazze erano “spietatamente sfruttate”.

Ospite del sito di McCormick era anche il magnaccia Tj Carrol: durante il processo che ha portato alla sua condanna, i testimoni dell’accusa hanno raccontato di come le donne africane vittime di Carrol venissero terrorizzate per mezzo di terrificanti riti voodoo allo scopo di costringerle a prostituirsi.

Lo stesso figlio di Peter McCormick, “Fats” McCormick, è finito in prigione perché gestiva sei bordelli a Dublino.

La domanda sorge spontanea: posso credere alle parole di un sito gestito da persone coinvolte nel traffico di esseri umani che lancia una campagna che mi racconta che la prostituzione non ha nulla a che vedere col traffico di esseri umani?

Sia chiaro: non sto mettendo in dubbio la buona fede delle persone che condividono i manifesti della campagna “Turn off the blue light”, ma credo che le donne coinvolte nella prostituzione meritino un altro genere di attivisti a sostegno delle loro campagne, non certo persone come McCormick.

Per approfondire:

Sfruttatori che si spacciano per sex-workers

Giornali che censurano la verità sulla prostituzione, magnaccia che si travestono da difensori delle prostitute

Chi rappresenta l’International Union of Sex Workers?

La versione del pappa (e quella mainstream)

La potente lobby dei prosseneti spagnoli

Informazioni su il ricciocorno schiattoso

Il ricciocorno schiattoso si dice sia stato avvistato in Svezia da persone assolutamente inattendibili, ma nonostante ciò non è famoso come Nessie.
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46 risposte a Turn on the light: quelli che si nascondono all’ombra dei manifesti

  1. alex ha detto:

    ho chiesto a Tatjana (la mia escort di fiducia) che ne pensa del’argomento prostituzione come necessità economica e lei mi ha detto che fa quel lavoro perché è meglio che lavorare in un call-center o peggio in fabbrica ma non per stretta necessità economica.

  2. La fallacia “ad verecundiam” (ipse dixit oppure, come lo chiamo io, l’argomentum “mio cuggino”): tizio ha detto questo, quindi è vero. Per quanto possa essere autorevole la persona che afferma una data cosa, questo non significa che quella cosa sia vera. Questo tipo di ragionamenti sta alla base dell’uso dei testimonial nelle pubblicità: questo caffé piace a George Clooney, ergo è un buon caffé. Ma sono altre le cose che rendono buono un caffé…

    Vi ricordo che l’argomento del post non è che cosa tizia o caia fanno per campare, ma il fatto che a creare la campagna “Turn off the blue light” è stato un signore che ha fatto milioni di euro grazie al traffico di esseri umani. E parliamo di donne costrette con la violenza a prostituirsi, non di Tatjana.

    Vi prego quindi di commentare sforzandovi di rimanere in tema. Magari, ogni tanto, cliccate anche su qualche link che vi rimanda all’esterno, invece di rimanere confinati all’interno del vostro punto di vista…

  3. alex ha detto:

    se è per questo allora le campagne anti-prostituzione sono sponsorizzate dalla CCAR che ha riciclato denaro derivante da attività criminogene come se piovesse (senza tralasciare che potrebbe essere stata coinvolta direttamente in altre faccende losche).

    • Ecco, scrivici un post. Citando le campagne cui ti riferisci, facendo i nomi, i cognomi, e possibilmente le attività “criminogene”… Se no non ci fai una bella figura.

      C’è del lavoro di ricerca dietro quello che scrivo. Penso di meritare delle risposte altrettanto documentate o no?

  4. alex ha detto:

    cmq se ti interessa qui c’è la confessione di una prostituta che dice di farlo perché non è la scelta peggiore per guadagnarsi da vivere che poi è quello che mi ha detto la mia amica.

    • Ah, ecco. Ritorniamo a “mio cuggino”…

      • andrea c ha detto:

        Un servizio giornalistico realizzato durante un colloquio con la polizia, non mi sembra proprio “mio cuggino”!
        Come minimo ha la stessa dignità delle lettere strappalacrime scritte dalle ex prostitute

      • Mi fa piacere che tu aggiunga l’aggettivo dispregiativo “strappalacrime”, ci dà la misura del grado di empatia di cui sei capace.
        Come siete bravi, comunque, ad eludere il tema del post e dei link sottostanti: i grandi interessi economici che sottendono la propanga pro-regolamentazione.

        Francamente non capisco perché dobbiate venire qui a riempirmi il blog di video che parlano di “libera scelta”, di prostituzione connessa al concetto di “libertà”, sotto un post che parla di persone condannate per traffico di esseri umani. La sproporzione, fra le persone che possono scegliere e quelle che non hanno scelto nulla rende questo argomento ininfluente. Come ho già pubblicato altrove, con tanto di link e riferimenti, gli studi in merito ci dicono la maggioranza delle donne prostituite vorrebbe smettere.

        Perché cambiare discorso? Perché non parlate della campagna “Turn off the blue light”?

        Oppure preferisco non capirlo, il motivo, perché mi sembra proprio che il fatto che delle donne vengano terrorizzate, minacciate, che subiscano abusi e violenze dalle stesse persone che finanziano queste campagne sulla “libera scelta”, soldi guadagnati sulla pelle e sul dolore di quelle che sono di fatto schiave, non vi turba minimamente, anzi, continuate a condividere il loro messaggio, lo divulgate… Che cosa dovrei capire da tutto questo? Se un produttore di automobili cominciasse a distribuire manifesti che raccontano che benzina e diesel non inquinano ve la fareste qualche domanda o no?

        Per quelle prostitute che rivendicano il diritto di non essere trafficate, che chiedono che i cittadini si interessino di quelle donne costrette contro la loro volontà a fare cose che le fanno sentire tutto fuorché libere e autodeterminate, di quelle non vi interessa minimamente: quelle sono storie “strappalacrime”, che indulgono al sentimentalismo, storie patetiche, storie da disprezzare.

      • andrea c ha detto:

        La campagna di cui parli non esiste in Italia, attualmente non esiste più nemmeno in Irlanda(il sito internet è offline), e non so nemmeno se quello che hai scritto tu sia vero o meno. Quindi cosa dovrei dire in merito?

        Sono intervenuto solo perché trovo molto fazioso che tu definisca “cugginate” le testimonianze di prostitute non pentite, che hanno scelto quel lavoro per ambizione economica, mentre consideri prove indiscutibili, tutte quelle letterine strappalacrime(non è dispregiativo, se uno scritto è infarcito di sentimentalismo patetico e vittimismo, usati sapientemente per “spegnere” la razionalità di chi legge, e propagandare un’idea politica- “i clienti sono criminali “-facendo leva solo sul cuore, io lo considero strappalacrime), di ex prostitute pentite
        O sono “cugginate” entrambe, oppure hanno ambedue valore di testimonianza!

        ps. Perché hai cancellato il commento in cui avevo linkato il video di Carla Corso? forse perché ti disturba sapere che ci sono anche ex prostitute non pentite, che non fanno le pappone(ma anzi, aiutano le prostitute veramente schiavizzate), ma sono favorevoli a una regolamentazione della prostituzione?

      • Per vedere se quello che ho scritto è vero o meno, ti basta seguire i link alla stampa inglese. Lo sai l’inglese? Se non ti fidi, fatti tradurre. Oppure fai ricerche per conto tuo e smentiscimi. Venire qui a scrivere “forse menti” è solo un modo per minare la mia credibilità.

        Io descrivo “cugginate” le fallace ad verecundiam (la definizione l’ho già inserita).
        I post che pubblico non servono a dimostrare nessuna teoria – certo non che non esistano donne che ad un certo punto della loro si sono dette “ok, mi prostituisco” – non li uso come argomenti per portare avanti una tesi – come invece fa chi mi posta delle testimonianze sotto un post che parla di tutt’altro.

        Le testimonianze che pubblico dovrebbero far sorgere delle domande nella mente del cliente di prostitute, ad esempio “come si sente questa donna? sta pensando che sono disgustoso? sta soffrendo? non vede l’ora che esca di qui?” Perché vedi, a me pensieri del genere farebbero completamente passare la voglia di fare sesso.

        Pubblico quelle testimonianze anche perché le uniche ex-prostitute ascoltate in questo paese, quelle che vengono invitate a destra e a manca, quelle intervistate in tv e sui giornali, sono le donne come Carla Corso, mentre le altre, quelle che raccontano una versione della storia che ai clienti non piace, non hanno nessuna visibilità.

        Le persone che hanno sofferto a causa della crudeltà altrui non sono “vittimiste”, comprati un dizionario; non sono persone che mentono allo scopo di fare leva sui sentimenti, sono persone che raccontano del loro dolore. https://ilricciocornoschiattoso.wordpress.com/2013/05/18/vittimismo-facciamo-chiarezza/

        Che non esistano vittime, ma solo persone piagnucolose, è una teoria che fa molto comodo ai carnefici.

        Ho cancellato il video di Carla Corso perché questo blog è mio e quello che mi disturba non è certo Carla Corso (che non è venuta qui a postare niente), ma quei commentatori che, dopo che ho spiegato che sono off topic, continuano imperreriti a parlare di quello che gli pare. Che cosa c’entra la vita di Carla Corso con il tema di questo post? Nulla, assolutamente nulla.

        Se non hai niente da dire in merito al tema del post (e lo ammetti pure!), non sei obbligato a commentare qui con la prima cosa che ti passa per la testa. Il web è grande, infinito, apriti uno spazio tutto tuo e pubblicaci quello che ti piace.

  5. alex ha detto:

    si vabbè, anche le confessioni che posti tu della tipa danese che dice che la prostituzione è bruttabrutta e inumana ricadono nella stessa categoria.

  6. Qui, se interessa ai piccoli fan della happy hooker, ci sono altre testimonianze. Così non si arriva da nessuna parte, comunque.

    La mia testimonianza

    Voi e le vostre fantasie mi nauseate

    L’illusione della scelta (con un poco di zucchero la pillola va giù…)

  7. Si potrebbe ragionare sul fatto che a pubblicare le testimonianze delle sopravvissute che lottano per l’abolizione della prostituzione (https://ilricciocornoschiattoso.wordpress.com/2014/04/02/manifesto-sopravvissute/) io non ci guadagno niente, caro Alex (a parte qualche giornata un po’ stressante), mentre gli uomini che vengono qui a raccontarmi delle loro amiche professioniste soddisfatte sono tutti clienti di prostitute, che ci guadagnano il loro diritto a fare sesso quando vogliono per poche decine di euro. Personaggi come Peter McCormick, invece, ci guadagnano parecchi soldi, visto che ogni singola inserzione nel suo sito (che ne contiene centinaia e centinaia) costa 250 euro al mese…

    Io non sono qui a sentenziare sulla vita di nessuno. Semplicemente vi riporto dei fatti, dai quali ognuno è libero di trarre le sue conclusioni. E un fatto è che a diffondere poster con la sex-worker autodeterminata che ci racconta delle sue libere scelte è un uomo implicato nel traffico di donne che di scelte ne hanno avute ben poche.

  8. IDA ha detto:

    Bel post! Mi è piaciuto molto e mi ha coinvolto molto..
    Mi sembra abbastanza normale che i papponi, pardon l’imprenditori puntino alla liberalizzazione, anche perchè li fa avere un maggior potere contrattuale, e contemporaneamente si riduce ancora di più il potere delle prostitute, fregandosene dell’autodeterminazione, dal momento che lo sfruttamento ora è un reato, dopo diventa un’attività commerciale tra le tante, e avrà accesso ai finanziamenti, ai mutui.ecc…….come dimostra in Germania, quel modello è la pacchia dei papponi.. Ma si continua a parlare solo delle prostitute, che hanno scelto quell’attività, o forse non avevano scelte? Non importa sono autodeterminate e questo basta a molti, per non mettere in discussione il profitto….. e quelle sfigate che sono rese schiave, cosa vuoi che importi a qualcuno, sono ultime e puttane.. beffa del dramma, proprio loro, quelle costrette a vendersi, quelle che fanno un’attività che non hanno scelto, che il termine puttana pesa come un macigno, proprio loro, sono dimenticate da tutti. Adesso: pensiamo con la liberalizzazione, la loro condizione non è più un reato, ma uno stato giuridico, faranno parte di bilanci, vidimati e registrati, attivo passivo…….. quando il saldo sarà passivo, viene gettata via, così, come si fa con un paio di scarpe vecchie, e sarà nulla tra il nulla, come se non avesse mai vissuto,. Probabilmente finirà in qualche obitorio, senza nome, senza che nessuno la cerchi, senza una tomba, dove qualcuno possa portarle un fiore.. Che splendida società che siamo, nemmeno un fiore sulla tomba siamo in grado di garantirle…

  9. IDA ha detto:

    Nota: Ho notato che nella top ten dei post più letti del tuo sito, da oltre un anno, resiste in graduatoria “che bello lavorare in un FKK!” 🙂

  10. andrea c ha detto:

    “Che non esistano vittime, ma solo persone piagnucolose, è una teoria che fa molto comodo ai carnefici.”
    Io non ho detto che non esistono vittime della prostituzione, ma che alcune delle testimonianze che hai pubblicato sono discutibili.
    Per esempio mi sono informato su Tanja Rahm, attraverso il suo blog ( http://tanjarahm.dk/ ) e tramite questa intervista ( http://www.welt.de/vermischtes/article124005103/Prostitution-und-Sklaverei-sind-dasselbe.html ) , in cui racconta di essere cresciuta in una famiglia di violenti e alcolizzati, di aver subito abusi sessuali all’età di 17 anni; aver perso l’autostima e sviluppato disturbi psichici in seguito a queste esperienze traumatiche.
    Perciò avendo perso totalmente la fiducia in se stessa, e avendo di conseguenza abbandonato ogni altra prospettiva di vita(sogni e progetti di studio-lavoro), convinta che l’unica suo punto di forza fosse l’attrattiva sessuale che riusciva ad esercitare sugli uomini, è finita per prostituirsi! SENZA ESSERE MATERIALMENTE COSTRETTA DA NESSUN PROTETTORE!

    Premesso quanto sopra, qual’è stata la principale causa dei problemi e delle sofferenze di questa donna? l’industria del sesso e i suoi clienti? o piuttosto la famiglia di alcolisti violenti, e i pedofili che hanno abusato di lei quand’era minorenne?

    • Prima di commentare, sarebbe carino leggere con attenzione quello che ho scritto nel post sotto il quale si pretende di ribattere. Ad esempio nel post c’è questo passo: “… non possiamo considerare accettabile che qualcuno compri il corpo di un’altra persona per gratificarsi sessualmente, approfittando della poverta’, di storie di passati abusi o di limitate scelte di vita della persona comprata…”

      Piuttosto bieco, mi sembra, pensare di lavarsi la coscienza dicendo “beh, in fondo è solo una che è stata abusata…” Per questo è meno umana? Per questo non ha il diritto di dire la sua? Oltre ad aver subito abusi, deve pure essere zittita?

      E invece che sono quelli credibili? I clienti? Tutti quei clienti che vengono qui a scrivere “io conosco un sacco di prostitute felici e soddisfatte del loro lavoro”? Oh certo. La loro versione della faccenda è molto più credibile.

      • andrea c ha detto:

        Non si tratta di “lavarsi la coscienza”, ma del fatto che probabilmente i clienti non lo sanno, non c’è modo di distinguere chi si prostituisce per scelta economica e senza avere alcun particolare disagio psicologico, come Carla Corso, e chi invece lo fa perché è stata condizionata da un’infanzia di merda, come Tanja Rahm.
        Immagino che molti clienti(certo non tutti, sicuramente una parte dei clienti se ne strafregano, non dico mica che siano tutti coscienziosi, anzi…dico solo che non credo siano tutti mostri sadici, che si divertono ad abusare di donne con gravi problemi ), se potessero distinguere senza possibilità d’errore, girerebbero alla larga da prostitute schiavizzate, tossicodipendenti/alcolizzate, donne con problemi psichici e dipendenti da psicofarmaci, donne che portano addosso le ferite di vecchie violenze, ecc…ecc… Pervertiti a parte, credo che non faccia piacere quasi nessuno avere a che fare con persone molto problematiche, che non fanno una vera scelta, e vivono il sesso a pagamento in maniera conflittuale e poco serena!

      • Ai clienti NON IMPORTA. Lo dicono gli studi sui clienti di prostitute e lo dice il fatto che ogni volta che pubblico una di queste testimonianze vengono qui a frotte a lamentarsi perché rovino loro la festa.
        http://liadiperi.blogspot.it/2013/11/la-prostituzione-e-gli-uomini.html
        Chi si rivolge ad una prostituta lo fa perché vuole fare sesso con un corpo e non con una persona, proprio perché relazionarsi con una persona implica l’interessarsi a lei, chiedersi come sta, che cosa sta vivendo, se è felice di fare sesso, se le piace fare sesso.
        La mia personale opinione è che il vero problematico è chi va a prostitute, e non viceversa…

      • andrea c ha detto:

        “E invece che sono quelli credibili? I clienti? Tutti quei clienti che vengono qui a scrivere “io conosco un sacco di prostitute felici e soddisfatte del loro lavoro”? Oh certo. La loro versione della faccenda è molto più credibile.”

        Mai affermato questo, penso solo che le testimonianze di prostitute NON PENTITE, che ammettono di averlo fatto per scelta, per avidità, perché non avevano la possibilità(o la voglia) di studiare, e non si accontentavano di un normale lavoro da 1500/2000 euro, ma volevano molto di più, hanno la stessa identica dignità e credibilità di quelle che si sono pentite, hanno sviluppato un odio viscerale per i clienti(e spesso per l’intero genere maschile) e per questo vorrebbero sbatterli in galera.

        Inoltre devo ammettere che il pentimento di una che si è prostituita per ben 3 anni(mi riferisco a Tanja Rahm), senza protettore, senza essere in alcun modo costretta con la forza(lo ammette lei stessa nell’intervista che ho linkato), mi suona un tantinello ipocrita…o perlomeno lo considero alla stessa stregua del cliente che si illude che le prostitute siano tutte quante felici e contente, e che magari si divertono pure a scopare con lui!
        Insomma, ad esser sincero, mi sembra un po’ un alibi per rifarsi una verginità, vendicarsi del genere maschile(Tanja Rahm racconta di esser stata tradita e mollata dal padre di sua figlia!)-visto che i clienti sono quasi tutti uomini- e appioppare tutta la responsabilità delle sua scelta sbagliata(anche se si è pentita, a suo tempo non è stata costretta da nessuno a prostituirsi) addosso agli odiati clienti.
        Tanja Rahm assomiglia un po’ a quegli uomini che quando tradiscono, per crearsi una giustificazione, attribuiscono tutta la responsabilità alla moglie che non tromberebbe abbastanza, o che sarebbe una rompiballe di prima categoria(ma allora perché non la lasciano?)!

      • “Rifersi una verginità”! Ma ti prego! Quale verginità? Siamo ancora a questo punto?
        Purtroppo si, siamo ancora a questo punto.
        Ti rendi conto che una simile affermazione ha senso solo in un contesto patriarcale in cui una donna che ha rapporti sessuali con più uomini vale poco, vale meno?
        Quello che scrivi è offensivo per le persone come Carla Corso. Sei tu, con questo genere di ragionamenti medievali, che getti uno stigma sulle donne che si prostituiscono. Finché le persone ragioneranno in questo modo, non c’è legge che possa togliere alle donne come Carla Corso il marchio di infamia delle quali soffrono e delle quali pensano di liberarsi tramite la regolamentazione.
        Io considero te un ipocrita.
        Sai benissimo che la tratta di esseri umani esiste, che centinaia, migliaia di donne e bambine vengono trafficate contro la loro volontà, e per giustificare questo fatto cerchi di screditare le persone che combattono questo genere di traffico: “è solo una vendicativa rancorosa che non vuole essere etichettata come puttana!” E perché una donna non dovrebbe voler essere etichettata come puttana se gli uomini e clienti hanno un grande rispetto per questo genere di professioniste? Perché le prostitute non pagano le tasse? Non prendiamoci in giro.
        Sai benissimo che ci sono donne che finiscono invischiate nella prostituzione perché hanno bisogno di soldi, perché non vedono altra possibilità, perché sono sole, perché sono vulnerabili e non sanno a chi chiedere aiuto. E invece di biasimare quegli uomini che sanno ma che fingono di non sapere, preferisci disprezzare le donne.
        Non è per nulla azzeccato paragonare un uomo che tradisce la moglie a donne che si prostituiscono per pagarsi da vivere e poi raccontano che è stato orrendo: avere un tetto sopra la testa, mangiare, avere dei vestiti adosso, sono necessità… Subire degli abusi e rimanerne traumatizzati non sono scelte, sono cose che le persone subiscono loro malgrado.
        Quello che fai tu si chiama colpevolizzazione della vittima.
        E’ lo stesso identico meccanismo che usano gli stupratori: non l’ho stuprata, ha fatto sesso con me di sua spontanea volontà, ma adesso se ne è pentita – perché tutti le daranno della troia – e allora vuole vendicarsi.

        La colpevolizzazione della vittima


        Ed è proprio in questo modo di usare l’appellativo “troia” che sta la radice dei problemi di tutte le donne, prostitute e non prostitute.

      • andrea c ha detto:

        Non spostare il discorso, attribuendomi cose che non ho detto(io non penso che aver fatto la prostituta sia un marchio d’infamia, ma purtroppo molte persone, ANCHE DONNE, lo pensano. E quindi non è così assurdo ipotizzare che una ex prostituta, possa “fare la pentita”, perché sente il bisogno di “rifarsi una verginità”!)

        Il punto centrale della questione, è che se una donna si prostituisce VOLONTARIAMENTE(senza esser fisicamente costretta da nessuno) per ben 3 anni, non se la può prendere con i clienti, perché nessuno di questi le ha puntato una pistola alla tempia, nessuno di questi l’ha costretta contro la sua volontà, e probabilmente quasi nessun cliente conosceva i suoi problemi psicologici. Ha fatto tutto da sola!

      • Io cambio discorso? Questa è buffa. Io scrivo un post, nel quale riporto la notizia VERA che a supportare economicamente una delle campagne che propagandano l’immagine della prostituta libera e autodeterminata sono le stesse persone che schiavizzano le donne. Il punto centrale della questione è che a diffondere questo genere di propaganda sono i trafficanti di esseri umani, quelli che costringono le donne con le minacce, i riti voodoo, la violenza… Questo è il punto centrale della questione.
        Io non metto in dubbio che possa esistere qualche donna che volontariamente sceglie la prostituzione. ma evidentemente queste donne non bastano a riempire i bordelli degli imprenditori del sesso, che quindi si affidano alla malavita che procura loro – con metodi poco legali e poco rispettosi dei diritti umani – carne da macello.
        Questo era il tema del post. E chi ha cambiato discorso sei tu.
        La domanda che ti faccio io è: se è vero, come sostengono persone come Carla Corso, che la regolamentazione del “sex-work” e la depenalizzazione del reato di sfruttamento possono ridurre il traffico di donne non consenzienti, come mai le campagne a favore di queste soluzioni sono finanziate dagli stessi trafficanti di esseri umani?

    • andrea c ha detto:

      “Sai benissimo che la tratta di esseri umani esiste, che centinaia, migliaia di donne e bambine vengono trafficate contro la loro volontà, e per giustificare questo fatto cerchi di screditare le persone che combattono questo genere di traffico”

      Tanja Rahm non è stata vittima di nessun traffico, ma semplicemente dall’età di circa 20 anni, fino ai 23, si è prostituita AUTONOMAMENTE, perché all’epoca aveva poca autostima e non aveva altri progetti di vita. Poi si è resa conto che quel lavoro la faceva star male ed ha smesso; e da quando ha smesso, nessun cliente, e nessun pappone, è andato a casa sua a romperle le scatole e molestarla. E’ stata libera di smettere, e di rifarsi una nuova vita, senza interferenze da parte del mercato del sesso!
      Questo è quello che racconta la stessa Tanja sul suo blog personale, tirare in ballo il traffico degli esseri umani, mi sembra fuori luogo, visto che la Rahm non combatte contro nessun traffico, ma sembra avercela solo con i clienti(anche con quelli che vanno con prostitute libere)!

      • Ti scrivo di nuovo quello quello che ti ho già scritto e che evidentemente non hai capito: “… non possiamo considerare accettabile che qualcuno compri il corpo di un’altra persona per gratificarsi sessualmente, approfittando della poverta’, di storie di passati abusi o di limitate scelte di vita della persona comprata…”

      • andrea c ha detto:

        E io ti rispondo ulteriormente che probabilmente la maggior parte(se non tutti) dei clienti non conoscevano i passati abusi subiti da Tanja. Come possono essere incolpati per qualcosa di cui non erano al corrente?

        Quanto alle limitate scelte di vita, dipende da cosa si intende…se una donna è costretta dalla fame, sono d’accordo, è ingiusto(anche se non credo che il problema della fame e della disoccupazione, si risolva arrestando i clienti delle puttane).
        Se invece una donna che potrebbe fare un lavoro non molto pagato, ma sufficiente per vivere dignitosamente(tipo 1000-1500 euro), decide di prostituirsi per potersi permettere uno stile di vita più costoso, non credo che si possa considerare “limitata scelta di vita”(nessuno di noi ha una scelta lavorativa illimitata, e purtroppo non esiste il diritto ad essere ricchi), ma piuttosto avidità

      • Conosci la psicologia della persuasione? Sono studi che spiegano come convincere le persone. Una delle tecniche è la ripetizione: ripetere all’infinito lo stesso messaggio, sempre uguale, alla fine persuade le persone che hai ragione, che è vero quello che dici.
        Lo sapeva anche Goebbels: “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità.” La psicologia della persuasione è alla base della propaganda. E i mercanti di schiavi è su questo che fanno affidamento, per questo diffondono all’infinito messaggi semplici, concisi, facili da memorizzare e sempre uguali: la prostituta sceglie ciò che fa, è un lavoro come un altro, la prostituta è felice di ciò che fa…

        I clienti delle prostitute, la maggior parte dei clienti delle prostitute, se ne fregano della prostituta che hanno di fronte: per loro non è una persona, è quel servizio di cui reputano di avere bisogno, è un corpo del quale pensano di poter fare ciò che vogliono. Se ha subito abusi, se è vittima della tratta, se sta male, se è tossicopendente… a loro non importa. Non gliene frega niente. Non importa neanche se sono solo delle bambine. Come non importa a te quello che Tanja Rahm o qualunque altra sopravvissuta ha da dire sulle conseguenze che prostituirsi ha sulla vita delle persone prostituite.
        Si chiama egoismo: i propri interessi vengono perseguiti anche quando danneggiano gli altri.

        Sai cos’è l’empatia? E’ la capacità di comprendere i pensieri e lo stato d’animo altrui, di sentire quello che sentono gli altri; una persona empatica è in grado di mettere in secondo piano la propria percezione del mondo per vedere le cose dal punto di vista di qualcun altro.
        Ecco: tu non ce l’hai, l’empatia. Il cliente della prostituta non ce l’ha. Vi limitate a proiettare sulle prostitute il vostro modo di vedere le cose: a me piace, per me non c’è niente di male, quindi anche a loro deve andar bene. E se vi raccontano un’altra storia, come fa Tanja Rahm, come fanno molte altre sopravvissute (ad esempio qui: http://resistenzafemminista.noblogs.org/lettera-aperta-delle-sopravvissute/), non volete ascoltare.

  11. paolam ha detto:

    Farei solo una domanda agli utlizzatori: ma non vi fate schifo a ridurvi a fare sesso con una persona che non vi desidera, ma che lo fa per qualsiasi altro motivo (come tutti quelli qui esposti) e non aspetto la risposta, perché l’hanno già data in tanti: no, perché non vogliono fare sesso, vogliono esercitare un potere coercitivo su un altro corpo umano.

    • Cinzia ha detto:

      ma no che non si fanno schifo, tu stai parlando di persone che non li desiderano e a loro non gliene sb… importa una beata m … insomma, rivendicano il diritto alla scopata quando e dove gli serve, chi c’è c’è, la persona non conta niente. I CLIENTI PAGANO PER OTTENERE UN SERVIZIO, una prestazione, nello specifico un’eiaculazione. Basta, cosa c’è da continuare a rompere i cogl .. il divertimento con sta roba dei diritti della persona, non è colpa dei clienti se non è ancora stato inventato che so, un elettrodomestico che sostituisca allo stesso basso costo una prostituta di strada.
      Poi paolam si presume che tu sia donna e quindi che ne vuoi capire del principio di necessità a cui da una risposta, organizzatissima ed efficiente su tutto il territorio nazionale, la rete dei magnaccia?
      Che ne capisci tu donna … prova solo un momento a pensare se mentre te ne vai al mare in un assolata giornata di agosto, scoprissi che sono stati vietati gli autogrill, perché qualche froc… puritano benpensante e stitico trova che il “camogli” sia una violazione dei diritti della nutrizione sana.
      Dimmi dove pensi di poterti fermare a fare pipì lungo l’autostrada, se togliessero gli autogrill? Ehhh, c’hai mai pensato? Questo è uno stato di necessità, donna. Tu hai bisogno di far pipì e i clienti di eiaculare, é la stessa cosa. Alla fine entrambi lasciate l’obolo ad una signora.
      Se poi al cliente capita un corpo con lividi, morsi, bruciature di sigaretta, cicatrici è come quando all’autogrill trovi il bagno zozzo : mica te la tieni … imprechi per la sfiga eh, ma non puoi tenerla… devi per forza farla. Capito adesso? 3:)

      Scusa Ricciocorno, ma ho sentito l’irresistibile impulso a fare il mio “doveroso civico contraddittorio” pro-puttanieri, perché questo blog è troppotroppotroppo fissato con sta’ storia dei diritti dellla persona, e questo abominio dell’insinuare che chi compra carne al mercato del sesso, sia una specie di essere bruto, privo di sentimenti e umanità o etica verso un loro simile bhe! lo trovo assolutamente sovversivo ! 😉 😀

  12. paolam ha detto:

    Risposta esauriente 😉 ma aggiungerei un particolare: forse l’elettrodomestico non avrebbe altrettanto successo, perché ciò di cui hanno bisogno è un corpo umano in grado di vivere la degradazione ad elettrodomestico.

  13. andrea c ha detto:

    Per me la verità e la logica, vengono prima di qualsiasi strumentalizzazione basata sull’empatia empatia.
    Le vittime sono le schiavizzate , le donne costrette dalla fame, o da un pappone, ma se una si comporta come Tanja Rahm; cioè si prostituisce di propria spontanea volontà, e smette quando vuol smettere, senza esser forzata da nessuno, NON E’ VITTIMA DELLA PROSTITUZIONE!(magari è vittima di altri problemi, ma di sicuro non dei clienti)
    E chiunque ragiona in maniera razionale, non può che essere d’accordo con me!
    Nessuno è andata a prenderla a casa propria per farla prostituire, se non voleva vender prestazioni sessuali, bastava semplicemente che non lo facesse.

    “Una delle tecniche è la ripetizione: ripetere all’infinito lo stesso messaggio, sempre uguale, alla fine persuade le persone che hai ragione, che è vero quello che dici”

    Esattamente quello che stai facendo tu: ripetere all’infinito che TUTTE le prostitute(senza distinzioni tra schiavizzate e libere) sono vittime, e TUTTI i clienti(senza eccezioni) sono carnefici che trattano le prostitute peggio degli oggetti( a me risulta che invece non di rado, ci sono anche clienti che si innamorano, e fanno di tutto per convincere la ragazza di turno a smettere di prostituirsi…se fosse vero che i clienti sono tutti animali senza cuore, non dovrebbero provare alcun sentimento per le donne…invece la realtà smentisce quanto affermi!).
    Puoi ripeterlo anche 1 milione di volte, ma ti crederanno solo le femministe un po’ fanatiche come te!

    • Razionale? E’ razionale secondo te la prostituzione? Secondo me no. Soltanto una persona assolutamente incapace di concepire l’altro da sé come un suo simile, un suo pari, può pensare di comprare il corpo di una persona per prendersi il proprio piacere.
      Perché andare con una prostituta, quando si può fare sesso senza spendere un centesimo con una persona che ha voglia di fare sesso con te? Questo è irrazionale, completamente privo di logica. Fare sesso con una persona alla quale sei costretto a dare dei soldi per toccarti… A guardare la cosa da questo punto di vista è umiliante per chi paga.

      A che cosa serve pagare? Serve ad acquisire un potere che in una normale relazione sessuale non hai: il potere di dare ordini. La persona pagata è costretta a fare quello che vuoi, come una marionetta di carne. In un normale rapporto sessuale la tua partner può dire “così non piace”, “questo non lo fare”, “adesso basta”… in un normale rapporto sessuale è il piacere di entrambi che conta. Con una prostituta no: è solo il piacere maschile che conta.

      Tutto questo è razionale per chi? E’ razionale in che senso?

      Sono una fanatica. Non concordi con quello che scrivo. Allora mi spieghi che ci fai qui? Perché vieni qui a leggere cose che secondo te non hanno senso?

      • Cinzia ha detto:

        Domani è il 25 aprile giorno della liberazione dal nazifascismo e dalla guerra, sarò sicuramente off topic, ma mi sono venute in mente due riflessioni :
        la razionalità non è né giusta, né sbagliata in sé, è uno strumento e quindi dipende da come lo usi ..la storia ci ha insegnato che i campi di concentramento e sterminio erano
        un esempio di efficienza e razionalità, ma questo aspetto non li rende meno orribili, e mi pare di ricordare che i tedeschi all’epoca trovassero “conveniente” usufruire dei servizi e dei benefici economici che se ne traevano. Bisognò attuare politiche di rieducazione civile di un’intera popolazione, (non stiamo parlando chi di criminali) per riportare il livello di consapevolezza dell’enormità di quanto accaduto ad uno standar europeo.
        Si parlò a quei tempi di “amoralità sociale”
        Ci volle tutto un programma per aiutare i tedeschi a capire che tenersi in casa un paralume di pelle umana era ETICAMENTE inaccettabile, ché ridurre esseri umani a merce è incivile… mentre per anni questo era avvenuto nell’indifferenza di un intero popolo.
        E qui mi aggancio, l’idifferenza di un essere umano nei confronti di un altro, lo sviluppo razionale di questo atteggiamente è : mi servi ti uso, non sono resposabile io della condizione di assoggettamento in cui ti trovi… (è la legge del più forte bambola)
        mica è colpa mia.
        Secondo il FaSCISMO è prima che un atteggiamento politico, una cultura relazionale ..
        i fascismi attecchirono in manieraì virale in europa perchè era uno stile di dominanza e assoggettamento che si formava innanzitutto tra le persone, gerarchizzava i rapporti anche privati tra gli individui. Era un prensiero che PREORDINAVA (militarmente) il valore di intere categorie predestinandole ad una vita già organizzata.
        Erano dinamiche che prevedevano chi comandava e ordivava e chi obbediva ed eseguive. Chi non si adeguava venive eliminato fisicamente.
        Parlandone a scuola qualcuno dei ragazzi è arrivata alla definizione del FEMMINICIDIO come: epilogo di un fascismo relazionale.
        Mi pare uno spunto interessante.
        Per quanto mi riguarda è qualcosa su cui mi riprometto di riflettere a lungo.

    • IDA ha detto:

      Andrea!… Parli di Verità e logica, la verità deve essere coerente con la realtà, con i fatti e con ciò che esiste effettivamente. La logica è quella che serve, per trarre dalle molteplici verità una conclusione, una teoria, con argomentazioni e ragionamento.. Quindi non puoi tirare nessuna conclusione logica da un solo fatto,(Tanja)ma devono essere analizzati tutti i fatti conosciuti. Ma passiamo oltre..
      Quando si parla di prostituzione, si parla sempre e solo della libera scelta o no delle prostitute, unica vittima e unica responsabile della sua condizione… comodo no?
      Si calcola che in Italia ci siano, nove milioni di clienti, questo ci indica due cose; non tutti gli uomini vanno con le prostitute, ma soprattutto che l’italia per la prostituzione è un buon mercato. Senza criminalizzare nessuno, il cliente non è esente da responsabilità, dal momento che costituisce il mercato della prostituzione, è parte attiva, è la “domanda”. L’”imprenditore” o pappone, risponde ai bisogni del consumatore, cioè del cliente.. la prostituzione minorile c’è non perché le ragazzine sono mignotte, ma perché sempre più “bravi padri di famiglia” ne fanno richiesta..e l’imprenditore si adopera a soddisfare la domanda…… la donna “autodeterminata”, “autogestita”, autotutto quello che ti pare, se si prostituisce, deve entrare nel mercato e sarà l’offerta, che non risponderà mai alle sue aspettative ma a quelle dell’imprenditore, e del cliente. I veri responsabili della prostituzione sono imprenditori, agenti o papponi… e i clienti che costituiscono la domanda.. quindi se l’offerta è volontaria o no è insignificante, se si parla di prostituzione in senso generale.
      Entriamo nel pratico: Nell’attuale sistema Italiano, prostituirsi non è un reato, reato è solo lo sfruttamento della prostituzione e il favoreggiamento. Ma ritengo che sia un reato poco o per nulla perseguito. Poi ritengo che sia necessario trovare forme e modi per scoraggiare la domanda. E chi si vuol prostituire è libera di farlo.. Apprendo da Wiki.. che il 65% delle prostitute, esercitano in strada, il 29 in albergo e il resto nelle case private.. quella che sceglie di prostituirsi, (ammesso che sia una scelta o unica scelta possibile) libera e senza agenti e papponi vari, non va per strada, ma in albergo o casa privata.. inutile commentare i rischi della strada, se oggi non hai un protettore, domani lo avrai per forza.. in più in strada i prezzi sono bassi, quindi se una deve scegliere, va in alberghi o case, dove può selezionarsi la clientela e guadagnare molto di più.. perché lo scopo è quello, guadagnare non scopare.. I gigolo, vanno in alberghi di lusso, perché la domanda è li, solo li, non in strada.. quindi si può dedurre che lo sfruttamento della prostituzione, riguarda; di certo quelle su strada, e la gran parte delle altre, perché in casa e in albergo, se non hai un agente o un protettore farai poca strada.. Come si vede, nel mondo della prostituzione, la prostitua, non determina nulla.. Quello che poi totalmente manca in italia sono le varie forme di tutela e di sostenimento per le prostitute che decidono di uscire.. ma questo sembra che non interessi a nessuno!
      Quelli che vogliono la prostituzione regolamentata, ( come in Germania, per esempio, con casini e bordelli vari) sostengono che viene fatto per il bene delle prostitute, la sicurezza, salute, ecc.. ma non è così, in realtà, i sistemi regolamentati sono punitivi per le prostitute e premiano i clienti e sfruttatori.. punitivi perché limita la libertà delle prostitute, in più avranno due papponi, altre a quello abituale anche lo stato.. i prezzi saranno più bassi e i guadagni minori e lo stigma sociale rimane e vengono legalmente schiavizzate tutte….. I clienti saranno premiati con maggiori aspettative ad un prezzo più basso.. ma soprattutto, lo sfruttatore diventa, un’imprenditore, e potrà avere come tale tutto il suo peso contrattuale con l’istituzioni, cosa che la prostituta non avrà mai.. perché la prostituta nella prostituzione, non è soggetto, ma oggetto.. è un bene da inserire sul mercato, nelle forme e nei modi necessari e soddisfare i bisogni dei consumatori

      • winola ha detto:

        Mi viene in mente Faber quando cantava, a proposito di tutt’altri fatti, “anche se voi vi credete assolti, siete comunque coinvolti”…
        Mi pare si adatti bene.

      • IDA ha detto:

        Si, cara, hai proprio ragione.. con De Andre, mi fai venire a mente, che tutti quando si parla di prostituzione citano “bocca di rosa” anche qui qualcuno ha citato qualche frase di “bocca di rosa”. Ma dimenticando che De Andre ha tradotto e cantato “Nancy”, di Leonard Cohen, (Seems So Long Ago, Nancy). È una storia vera, di una giovane prostituta che si uccide gettandosi dalla finestra del terzo piano, del bordello. ”palazzo del mistero” .

        Un po’ di tempo fa Nancy era senza compagnia
        all’ultimo spettacolo con la sua bigiotteria.

        Nel palazzo di giustizia suo padre era innocente
        nel palazzo del mistero non c’era proprio niente
        non c’era quasi niente.

        Un po’ di tempo fa eravamo distratti
        lei portava calze verdi dormiva con tutti.

        Ma cosa fai domani non lo chiese mai a nessuno
        s’innamorò di tutti noi non proprio di qualcuno
        non proprio di qualcuno.

        E un po’ di tempo fa col telefono rotto
        cercò dal terzo piano la sua serenità.

        Dicevamo che era libera e nessuno era sincero
        non l’avremmo corteggiata mai nel palazzo del mistero
        nel palazzo del ministero.

        E dove mandi i tuoi pensieri adesso trovi Nancy a fermarli
        molti hanno usato il suo corpo molti hanno pettinato i suoi capelli.
        E nel vuoto della notte quando hai freddo e sei perduto
        È ancora Nancy che ti dice – Amore sono contenta che sei venuto.

      • winola ha detto:

        Che poi, Bocca di Rosa non è nemmeno una prostituta, visto che “c’è chi l’amore lo fa per noia, chi se lo sceglie per professione, Bocca di Rosa nè l’uno, nè l’altro, lei lo faceva per passione”.
        De Andrè in parecchie canzoni parla di prostitute, chissà perché citano tutti quella in cui di prostitute proprio non ce n’è, collegando immediatamente la donna che ha molti amanti alla prostituta…

  14. Maria Serena ha detto:

    Insomma, alla fine questo è diventato un post sulla sola Tanja Raham……ma tranquilla Riccio, sei tu che sposti l’attenzione. ….

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