Quei fenomeni di Hunziker e Bongiorno

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Il dibattito sulla proposta di legge Hunziker-Bongiorno impazza nel web.

Tanto che, per mezzo di facebook, la showgirl rilascia un comunicato stampa, firmato Giulia Bongiorno e Michelle Hunziker, nel quale dichiara:

In passato, quando ancora nessuno parlava di stalking, abbiamo sostenuto la necessità di inserire nel nostro codice la persecuzione come reato. Molti ci hanno criticato, ma appena il parlamento ha approvato la legge è stato evidente che con questo strumento si riesce a prevenire la violenza e a punire le persecuzioni.
Oggi chiediamo che sia introdotta una legge sull’“alienazione parentale”.

A paragonare l’alienazione genitoriale al reato di stalking ci aveva già provato in un articolo il Pofessor Marco Casonato, affermando:

Stalking, mobbing e PAS potrebbero essere considerati delle sindromi? Probabilmente si.

Già allora avevo spiegato che si definisce reato quel comportamento umano volontario, che si concretizza in un’azione o omissione tesa a ledere un bene tutelato giuridicamente e a cui l’Ordinamento giuridico fa discendere l’irrogazione di una pena (sanzione penale), mentre si definisce sindrome l’insieme dei segni e dei sintomi che compongono una situazione clinica particolare in un individuo.

Reato e sindrome non sono due termini interscambiabili: un reato non è una sindrome e una sidrome non è un reato. I reati li troviamo nel codice penale, le sindromi nei manuali diagnostici. Non esiste il reato di “sindrome di Asperger” né il reato di “sindrome di Tourette”, proprio come nessun medico vi diagnosticherà mai un furto o una rapina.

Perché allora una legge sull’alienazione genitoriale? E che c’entra il reato di stalking?

divorzio

Michelle Hunziker ha dichiarato alla trasmissione televisiva “Che tempo che fa”:

“Quando i genitori si separano, il figlio spesso diventa un’arma di ricatto, non solo il figlio soffre tantissimo, perché non riesce più magari a vedere il papà, o addirittura viene talmente alienato che gli viene una sindrome che si chiama PAS, che è una sindrome a tutti gli effetti che è una sorta di abuso, di violenza”.

Mi soffermo un attimo sull’avverbio “spesso”.

Quando i genitori si separano, il figlio diventa un’arma di ricatto: quanto spesso? Su che genere di dati statistici si basa questa informazione? Hunziker e Bongiorno che dati hanno sulle separazioni italiane? Quante sono le separazioni che si concludono con un accordo fra parti e quante finiscono davanti ad un giudice perché i separandi non sono in grado di accordarsi? In quante di queste separazioni giudiziali (perché immagino che sia a questo che si riferisca parlando di “figli usati come arma di ricatto”) sono coinvolti dei minori?

Nota: La separazione giudiziale è un procedimento attraverso il quale uno solo dei coniugi o ciascuno di essi con proprio ricorso autonomo (in questo caso si hanno due iniziative distinte che verranno riunite) chiedono al Tribunale competente di pronunciare una sentenza di separazione che regoli i loro rapporti, essendo cessata la convivenza. La separazione giudiziale si distingue da quella consensuale perché in quest’ultima i coniugi sono d’accordo sia nel richiedere al Tribunale la separazione, sia su come regolare i loro rapporti circa l’affidamento dei figli, l’assegnazione della casa coniugale e le questioni economiche e patrimoniali.

L’Istat in proposito ci dice che

La tipologia di procedimento prevalentemente scelta dai coniugi è quella consensuale: nel 2012 si sono chiuse con questa modalità l’85,4% delle separazioni e il 77,4% dei divorzi.

Nel 2012 65.064 separazioni (il 73,3% del totale) e 33.975 divorzi (il 66,2% del totale) hanno riguardato coppie con figli. I figli coinvolti sono stati 112.253 nelle separazioni e 53.553 nei divorzi. Poco meno della metà (48,7%) delle separazioni e un terzo (33,1%) dei divorzi riguardano matrimoni con almeno un figlio minore di 18 anni. Il numero di figli minori che sono stati affidati nel 2012 è stato pari a 65.064 nelle separazioni e a 22.653 nei divorzi.

Nel 2012 le separazioni con figli in affido condiviso sono state l’89,9% contro l’8,8% di quelle con figli affidati esclusivamente alla madre. La quota di affidamenti concessi al padre continua a rimanere su livelli molto bassi. Infine, l’affidamento dei minori a terzi è una categoria residuale che interessa meno dell’1% dei bambini.

Il ricorso all’affidamento condiviso è legato anche alla scelta del rito con cui si concludono la separazione o il divorzio. Infatti, questa tipologia di affidamento viene prescelta nel 90,8% delle separazioni consensuali contro l’85,1% di quelle giudiziali e nel 77,7% dei divorzi consensuali rispetto a un 66,2% di quelli chiusi con il rito giudiziale.

A quanto pare non è così frequente che separazione o divorzio comportino una controversia in Tribunale. I dati ci dicono che la stragrande maggioranza delle coppie stabiliscono l’affidamento dei figli e regolano le questioni economiche di comune accordo. L’avverbio “spesso”, pertanto, mi sembra inadeguato a descrivere la realtà delle cose.

A meno che Hunziker e Bongiorno non siano in possesso di altri dati, dei quali sarebbe bene ci fornissero la fonte.

moglie-e-marito

Nel comunicato stampa leggiamo:

Quando un fenomeno criminale diviene meritevole, secondo la coscienza sociale, di adeguata stigmatizzazione…

Ma qual è il fenomeno “meritevole”?

Se l’85,4% delle separazioni e il 77,4% dei divorzi si conclude con un accordo tra le parti, se la stragrande maggioranza delle persone è in grado autonomamente di regolare i loro rapporti circa l’affidamento dei figli, l’assegnazione della casa coniugale e le questioni economiche e patrimoniali, se persino il 66,2% delle separazioni/divorzi giudiziali si conclude con un affido condiviso (nel rispetto del diritto del minore a mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascun genitore), che genere di “fenomeno criminale” necessita un urgente intervento normativo?

Incrociamo questi dati con altri dati, quelli sulla violenza sulle donne (che è il tema del quale Doppia Difesa, la Onlus di Hunziker-Bongiorno si dovrebbe occupare).

A tale proposito leggiamo che

Il 2013 è stato un anno nero per i femminicidi, con 179 donne uccise, in pratica una vittima ogni due giorni. Rispetto alle 157 del 2012, le donne ammazzate sono aumentate del 14%. A rilevarlo è l’Eures nel secondo rapporto sul femminicidio in Italia, che elenca le statistiche degli omicidi volontari in cui le vittime sono donne.

Aumentano quelli in ambito familiare, +16,2%, passando da 105 a 122, così come pure nei contesti di prossimità, rapporti di vicinato, amicizia o lavoro, da 14 a 22. (…)

Anche nel 2013, in 7 casi su 10 (68,2%, pari a 122 in valori assoluti) i femminicidi si sono consumati all’interno del contesto familiare o affettivo, in linea con il dato relativo al periodo 2000-2013 (70,5%). Con questi numeri, il 2013 ha la più elevata percentuale di donne tra le vittime di omicidio mai registrata in Italia, pari al 35,7% dei morti ammazzati (179 sui 502), “consolidando – sottolinea il dossier – un processo di femminilizzazione nella vittimologia dell’omicidio particolarmente accelerato negli ultimi 25 anni, considerando che le donne rappresentavano nel 1990 appena l’11,1% delle vittime totali”.

E stiamo parlando solo delle donne che muoiono. In questi numeri non sono ricomprese altre tipologie di vittime, quelle che sopravvivono alle persecuzioni, alle violenze fisiche e psicologiche.

Ci dice Repubblica a proposito della città di Genova:

Nel 2014 sono state 180 le denunce di stalking, con un incremento di quasi il 40% rispetto al 2013 (130) e un numero di uomini denunciati piuttosto alto: 140.

I casi di denunce per maltrattamenti in famiglia nel 2014 sono stati 202, quasi raddoppiati rispetto all’anno prima (120). Non scendono in modo significativo le lesioni ai danni delle donne (287 casi contro i 290 del 2013) e le percosse: 74 rispetto alle 93. Il questore Vincenzo Montemagno ha emesso 41 provvedimenti di ammonimento per il reato di stalking (il divieto di avvicinarsi alla vittima) e 7 per violenza domestica.

Andiamo al sud, in cerca dei dati diffusi dalla Questura di Catania:

I dati diffusi dalla questura di Catania parlano di 1003 segnalazioni di atti persecutori, violenze domestiche e minacce nella provincia etnea nel 2013, dei quali 318 nel solo capoluogo. In città, le querele erano state 345 nel 2012 e 329 nel 2011. Nella stessa area geografica, le violenze sessuali contro donne maggiorenni lo scorso anno sono state 19 e i maltrattamenti in famiglia 52. Se si estende l’analisi alla provincia, le cifre diventano 48 per il primo reato, 148 per il secondo.

Vediamo ora i dati riguardanti gli abusi sui minori:

La realtà che emerge dall’indagine indica che 4 bambini e adolescenti su 1000 sono in carico ai servizi sociali per un totale di 457.453 bambini. Di questi oltre 91mila sono vittime di maltrattamenti, ovvero 1 su 5 di quelli presi in carico dagli assistenti sociali. Sono le bambine e le ragazze le più esposte ai maltrattamenti (212 su 1.000 minori assistiti dai servizi sociali, i maschi sono 193).

Più della metà (59%) è vittima di  una grave forma di trascuratezza: mancanza di cure o il fallimento educativo che hanno come conseguenza un danno per la salute o ritardi di crescita del bambino. La violenza assistita costituisce la seconda forma di violenza più diffusa tra quelle registrate: circa 1 bambino su 5 fra quelli maltrattati è testimone di violenza domestica nelle mura domestiche. Il maltrattamento psicologico (ricatti affettivi, pressioni, indifferenza, denigrazioni o rifiuti che danneggiano lo sviluppo cognitivo-emotivo) ha un’incidenza superiore anche di quello fisico (13,7% contro il 6,9%).

Quante delle separazioni giudiziali riguardano casi di violenza domestica? In un paese in cui una donna muore uccisa in media ogni due giorni, e 7 su 10 di questi femminicidi avviene nell’ambito familiare, è lecito supporre che la violenza domestica svolga un ruolo determinante della difficoltà che incontrano le famiglie a giungere ad un accordo di separazione?

Quante sono quelle donne che non vogliono affidare i figli all’ex partner perché lo hanno visto maltrattarli o sono state maltrattate in prima persona?

Quante donne si trovano a vivere una situazione analoga a quella raccontata a Bresciaoggi.it  da questa donna, costretta ad incontrare il suo persecutore ogni settimana, perché la giustizia italiana si preoccupa di tutelare il diritto di visita di un uomo che più volte ha spedito in ospedale la madre di suo figlio prima di pensare all’incolumità della vittima?

«HO GIÀ FATTO testamento», confessa Laura, senza alcuna ironia. Perché si sente in pericolo. Perché lui, l’ex, gliel’ha promessa. Perché l’ha già picchiata e mandata in ospedale. Perchè neppure denunciare basta per sentirsi al sicuro. «Per molti mesi ho vissuto barricata in casa, con le tapparelle abbassate, senza uscire e senza mangiare – racconta Laura con il coraggio di chi, dopo aver toccato il fondo, ha iniziato a risalire -. In quel periodo, lo scorso inverno, ho perso 18 chili, ho smesso di vivere e ho rischiato l’esaurimento, fino a che non ho deciso di rivolgermi a una psicologa e al Centro anti-violenza. Che mi hanno aiutato a reagire, ad affrontare il problema, a metabolizzarlo». Non a risolverlo, peró. Perché ascolto, terapie e psicofarmaci permettono alla vittima di stare meglio (meno peggio…), di ritrovare se stessa e l’autostima messa a dura prova da mille vessazioni, ma non rimuovono la causa del disagio, la fonte del pericolo. Il paradosso, se c’è un figlio di mezzo, è che i contatti con l’ex diventato persecutore sono imposti, anziché proibiti da chi, pure, avrebbe la facoltà di impedirli: la vittima spera in un «ammonimento» o in un decreto di allontanamento per tenere alla larga il pericoloso persecutore. E invece è costretta a ritrovarselo continuamente di fronte, in nome del (legittimo) «diritto di visita». «Il padre viene a prendere nostro figlio due pomeriggi a settimana e un week end ogni due – racconta Laura -. Per me è quello, il momento più difficile (…)» «Hai pochi giorni di vita, guardati le spalle…», le dice l’ex convivente in un video che Laura ha salvato sull’iPad e mostra per dimostrare che le sue non sono fantasie o paranoie prive di fondamento ma inequivocabili minacce. Eppure non basta. Documentare e denunciare non è sufficiente per scacciare l’incubo e la paura. «Ho provato anche a cambiare casa e paese, ma non serve a niente – rivela Laura -: a parte il fatto che il mio ex ha scoperto subito il nuovo indirizzo, io stessa sono stata costretta a comunicarglielo perché, giustamente, è un suo diritto sapere dove si trova il figlio». In teoria, il «dopo separazione» dovrebbe funzionare in base a regole condivise; nella pratica, il sistema fa acqua. Da tutte le parti. (…)

Il 66,2% delle separazioni/divorzi giudiziali si conclude con un affido condiviso: quante donne vivono nella paura?

In questi anni una martellante propaganda ha diffuso a mezzo stampa percentuali allarmanti:

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Dati che non trovano conferma in nessuna ricerca statistica, anzi: tutte le ricerche su campioni ampi e significativi rivelano che le denunce di abuso fatte dal genitore affidatario dopo la separazione sono infrequenti e solo molto raramente sono false.

Non esiste alcun “fenomeno”, o almeno, non esistono prove concrete dell’esistenza di questo “fenomeno” in Italia, e all’estero la ricerca ha verificato che all’opinione diffusa in merito all’esistenza di un’alta incidenza di accuse strumentali e infondate non corrispondono numeri in grado di giustificarla.

Lo ha dichiarato Keir Starmer, Director of Public Prosecutions (DPP), a capo del Crown Prosecution Service del Governo della Gran Bretagna:

“La convinzione errata che le “false accuse” di stupro o violenza domestica siano comuni può minare il lavoro di polizia e autorità giudiziarie nel momento in cui si trovano ad investigare su questo genere di crimini.”

Lo conferma il Consiglio Generale del Potere Giudiziario spagnolo:

“Dobbiamo analizzare la violenza di genere dal punto di vista della vittima e del circuito della violenza, non della normalità. Questa non è una violenza come le altre .. È necessario rimuovere pregiudizi di genere, come quello che le donne mentono per ottenere qualcosa in cambio quando denunciano: le false accuse lo scorso anno rappresentavano lo 0,022% dei casi.”

Lo confermano i dati australiani, canadesi, statunitensi

Il “fenomeno criminale” che secondo Hunziker e  Bongiorno sarebbe meritevole di stigmatizzazione, altro non è che un mero stereotipo sociale.

E la diffusa credenza che le donne siano delle bugiarde in Italia ha mietuto già delle vittime: basti pensare a Federico Barakat, o Davide e Andrea Iacovone.

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Leggiamo nella loro proposta di legge:

Al di sotto di tale rubrica, si è inteso perseguire (con la pena della reclusione da sei mesi a tre anni) particolari condotte di abuso dei rapporti intrafamiliari o di affido, volte ad impedire l’esercizio della potestà genitoriale, ad esempio, ingenerando nel minore sentimenti di astio, disprezzo o rifiuto verso il genitore alienato.

Anche qui, naturalmente, nessun dato: in quanti casi di separazione o divorzio uno dei genitori si comporta in modo da impedire l’esercizio della potestà genitoriale? (Tra l’altro, la potestà genitoriale non esiste più, perché è stata sostituita nel 2012 dalla “responsabilità genitoriale”).

Su quali dati dati empirici si basa l’epidemica diffusione tra i genitori di “particolari condotte di abuso dei rapporti intrafamiliari o di affido”?

Inoltre, si possono abusare “i rapporti intrafamiliari o di affido”? Si abusano le persone, gli accordi per l’affido eventualmente non vengono rispettati.

E quando gli accordi non vengono rispettati, si può ricorrere appellandosi all’art. 709 ter del Codice di Procedura Civile:

LIBRO QUARTO – Dei procedimenti speciali  Titolo II – Dei procedimenti in materia di famiglia (artt. 706-742 bis)

Per la soluzione delle controversie insorte tra i genitori in ordine all’esercizio della potestà genitoriale o delle modalità dell’affidamento è competente il giudice del procedimento in corso. Per i procedimenti di cui all’articolo 710 è competente il tribunale del luogo di residenza del minore.
A seguito del ricorso, il giudice convoca le parti e adotta i provvedimenti opportuni. In caso di gravi inadempienze o di atti che comunque arrechino pregiudizio al minore od ostacolino il corretto svolgimento delle modalità dell’affidamento, può modificare i provvedimenti in vigore e può, anche congiuntamente:
1) ammonire il genitore inadempiente;
2) disporre il risarcimento dei danni, a carico di uno dei genitori, nei confronti del minore;
3) disporre il risarcimento dei danni, a carico di uno dei genitori, nei confronti dell’altro;
4) condannare il genitore inadempiente al pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria, da un minimo di 75 euro a un massimo di 5.000 euro a favore della Cassa delle ammende.
I provvedimenti assunti dal giudice del procedimento sono impugnabili nei modi ordinari.

(A meno che non sia stato abrogato. E’ stato abrogato?)

Ciò che propongono Hunziker e Bongiorno è l’istituzione di un reato penale, e non perché non vi sia una norma che sanzioni quei soggetti che ostacolano “il corretto svolgimento delle modalità di affidamento”, ma perché vogliono spedire in prigione coloro che ingenerano “nel minore sentimenti di astio, disprezzo o rifiuto verso il genitore alienato.”

Si sostiene che codesta sindrome, o disturbo, o spirito che aleggia fra le pagine del DSM (perché l’alienazione genitoriale è priva di qualsiasi dignità nosologica) – il cui unico sintomo sono “i sentimenti di astio, disprezzo o rifiuto del minore verso il genitore alienato” – sarebbe la diretta conseguenza del comportamento volontario di uno dei genitori.

Questo Michelle Hunziker ha dichiarato in TV in prima serata.

Ma questo non è scientificamente dimostrato, né si può dimostrare in un’aula di Tribunale.

Non ci sono studi scientifici che dimostrino che se un genitore assume dei comportamenti denigratori nei confronti dell’altra figura genitoriale la conseguenza sia il rifiuto di quel genitore da parte di un bambino.

Quello che invece sappiamo con certezza è che quasi nella stragrande maggioranza dei casi, quando un minore rifiuta una figura genitoriale, è perché ha subito degli abusi. E a confermarlo, paradossalmente, sono proprio i teorici dell’alienazione genitoriale, che alla luce dei dati risultanti dalla ricerca sono stati costretti (per poter continuare a parlare di “alienazione”) ad abbandonare il costrutto pseudo-scientifico del “papà” della sindrome da alienazione genitoriale – Richard Gardner – e cercare una formulazione che tenesse conto del fatto che quello che lui ha raccontato nei suoi libri non trova alcun riscontro nelle dinamiche familiari che si instaurano nel contesto del divorzio.

(Nota bene: formulazione a tutt’oggi assente nelle due maggiori classificazioni internazionali dei Disturbi mentali – DSM e ICD).

Penso a Janet R. Johnston, coautrice di “The Alienated Child: A Reformulation of Parental Alienation Syndrome. Family Court Review. Vol. 39, Num. 3, 249-266”, che in un articolo dal titolo “The Psychological Functioning of Alienated Children and their Parents in Custody Disputing Families: A Program of Research”, afferma:

“…both parents as well as vulnerabilities within the child contribute to the problem of alienation. The authors conclude that child alienation is partially explained by alienating behavior on the part of an emotionally needy aligned parent who is in role-reversal with the child and offers the child warm, involved care in exchange for his or her allegiance. It is also partly explained by critical incidents of child abuse and/or lack of warm, involved parenting by a marginalized rejected parent.”

Traduco: “entrambi i genitori e lo stato di vulnerabilità del bambino concorrono nel causare l‘alienazione. Gli autori concludono che l’alienazione bambino è in parte spiegato dal comportamento alienante messo in atto da un genitore emotivamente bisognoso che vive un ribaltamento di ruolo con il bambino e gli offre calore e cura in cambio della sua fedeltà. Ma è in parte spiegata da situazioni critiche di abusi sui minori e / o mancanza di calore che riguardano il genitore emarginato e rifiutato.”

In altri termini: il genitore “rifiutato” o è stato un genitore incapace di costruire un rapporto con il bambino, oppure ha commesso degli abusi sul quel bambino che lo rifiuta.

Eppure, secondo Hunziker e Bongiorno, a meritare la prigione sarebbe un genitore solo, quello accudente, ottenendo così che il bambino venga affidato esclusivamente ad una figura genitoriale che nella migliore delle ipotesi non è in grado di fornirgli calore e cura, nella peggiore è un abusante.

E a loro domando: perché?

bambini-abusati

Negli ultimi anni la falsa convinzione che le aule di Tribunale siano il luogo prediletto da perfide Lady Macbeth per consumare arzigogolate vendette ai danni di amorevoli genitori innocenti ha pesantemente condizionato Giudici, consulenti tecnici e assistenti sociali.

Le conseguenze si sono spesso rivelate tragiche.

L’ultimo straziante omicidio causato da un errore di valutazione dovuto all’influenza del pregiudizio ingenerato dalle teorie di Richard Gardner è la morte di una bambina di 11 anni, Tasha Jonas.

Lo scenario è sempre lo stesso: una madre denuncia il comportamento violento dell’ex-marito, non viene creduta, il Giudice affida il minore al “povero” genitore “alienato”.

Mentre è al telefono con la mamma, Tasha grida “Papà, papà che stai facendo?”.

Sono le sue ultime parole, prima del colpo di pistola che la ucciderà all’istante.

Quando cominceremo a parlare di questo fenomeno?

 

Per approfondire:

Avvocate dei centri antiviolenza contro Hunziker e Bongiorno, chiedono rettifica a Fabio Fazio sulla Pas

Hunziker e Bongiorno chiedono il carcere per chi si macchia di un reato inesistente

Hunziker-Bongiorno: come si muore di PAS

Credevamo che Doppia Difesa lavorasse a difesa delle donne

DIFENDIAMO I BAMBINI DALLE TEORIE PRO-PEDOFILIA

Figli di genitori separati: Bongiorno e la proposta di legge forcaiola per un reato inesistente

Hunziker e Bongiorno, la PAS non esiste!

Testimonianze:

Alanna

Rebecca

Jennifer

L’appello di Damon

Errori che costano … la vita

Il lupo mangia tutte le mamme del mondo

Angela e Andrea

La deprogrammazione raccontata da chi l’ha subita

Mamme in rete

A proposito di sindrome da alineazione genitoriale:

I manipolatori della pazzia

Le teorie di Richard Gardner

La terapia della minaccia

I Giudici si servono di una teoria controversa per punire le madri che denunciano gli abusi?

Reunification Therapy: quando i bambini sono trattati come oggetti di proprietà

Informazioni su il ricciocorno schiattoso

Il ricciocorno schiattoso si dice sia stato avvistato in Svezia da persone assolutamente inattendibili, ma nonostante ciò non è famoso come Nessie.
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49 risposte a Quei fenomeni di Hunziker e Bongiorno

  1. DonneViola ha detto:

    L’ha ribloggato su DonneViolae ha commentato:
    Da leggere. Per comprendere quanto possono fare male certe posizioni.
    E attendiamo ancora la rettifica di Che Tempo che Fa.

  2. Stefania Spanò Anarkikka ha detto:

    Grazie, grazie, grazie!

  3. paroladistrega ha detto:

    L’ha ribloggato su paroladistrega e ha commentato:
    Raro che io faccia un reblog. Ma quando ci vuole, ci vuole. Questo pezzo dal blog de IL RICCIOCORNO fa riferimento alla proposta di legge di HUNZIKER – BONGIORNO presentata in tv, durante la trasmissione CHE TEMPO CHE FA, Raitre. E’ una proposta di legge per l’istituzione di un reato penale che fa riferimento ad una sindrome non esistente, non comprovata scientificamente: la SINDROME DI ALIENAZIONE GENITORIALE.
    Credo che il compito di uno Stato debba essere, in primis, quello di proteggere i BAMBINI, non i GENITORI abusanti.
    Di seguito, l’articolo de IL RICCIOCORNO. Leggete, che è meglio…

  4. Andrea Mazzeo ha detto:

    Ho già commentato sotto il loro comunicato stampa, e giro il commento qui:
    Egregia avvocata Bongiorno, gentile signora Hunziker
    L’espressione ‘alienazione parentale’ (AP) è sostanzialmente sinonimo della più sinistra PAS; in Italia si sta verificando ciò che è già accaduto negli USA molti anni fa, e cioè la traslazione da PAS ad AP, nel momento in cui i più autorevoli ricercatori scientifici (sia del mondo psicologico-psichiatrico sia di quello giuridico) condannarono la PAS come concetto non scientifico, come scienza spazzatura.
    Uno per tutti il lavoro della prof.ssa Carolo Bruch, insigne giurista statunitense, docente all’università Davis della California, massima esperta di diritto di famiglia a livello internazionale.

    Fai clic per accedere a fam353_06_Bruch_527_552.pdf

    Quindi nulla di nuovo sotto il sole; come ho intitolato un articolo in corso di pubblicazione, “Se non è zuppa è pan bagnato”.
    Sicuramente la violenza psicologica (voi la chiamate morale e questo già introduce categorie dello spirito che mal si conciliano con la prassi giuridica) sui minori è da individuare e sanzionare; ma facciamo un passettino indietro.
    La PAS, o più modernamente la AP, o comunque la presunta manipolazione psicologica del minore, viene chiamata in causa in alcune separazioni cosiddette conflittuali, nel momento in cui i bambini esprimono il rifiuto verso la relazione con un genitore. Se non storicizziamo la questione non ne capiamo nulla.
    DIco separazioni cosiddette conflittuali perché questa è l’etichetta che ormai in automatico, vale a dire senza analizzare le situazioni, che converrete sono diversa una per una per il solo fatto che ogni vicenda umana, compresa la separazione coniugale, è unica e univoca, questa etichetta, dicevo, è sbagliata.
    Le cosiddette separazioni conflittuali di solito (non dispongo di dati statistici ma parlo per cognizione di causa) fanno seguito a un periodo più o meno lungo di violenze in famiglia se non adirittura di abusi sessuali sui figli minori; oppure si tratta di una normale separazione che ha già visto i coniugi accordarsi sulle modalità di affidmento dei figli minori, che vede la crisi nel momento in cui i figli confessano a un genitore di aver subito attenzioni particolari da parte del’altro genitore.
    Ora, se il genitore che subisce la violenza del coniuge, e continua a subirla anche dopo la separazione, accetta il suo ruolo di vittima, la separazione non viene definita conflittuale.
    Nel momento in cui il genitore vittima non accetta più la violenza, si difende con atti giudiziari, cerca di sottrarre i figli alla violenza dell’altro genitore o addirittura agli abusi sessuali, ecco che la separazione diviene conflittuale.
    Questa è la storia, in termini medici a me più confacenti l’anamnesi, delle cosiddette separazioni conflittuali.
    Il genitore accusato e denunciato di violenza o addirittura di abusi sessuali incestuosi, si difenderà con ogni mezzo da queste accuse; ed ecco pronta la difesa ideale. L’altro genitore e i figli che fanno queste accuse sono matti, quindi la loro parola non ha credito.
    L’obiettivo di queste teorie è quello di screditare la testimonianza del minore, tutto ruota intorno a questo elemento.

  5. Andrea Mazzeo ha detto:

    E questo il secondo comento:
    Riprendendo il discorso precedente.
    Oggi lo strumento principe utilizzato dai genitori violenti o abusanti per difendersi dalle accuse è l’alienazione parentale, accertata nel corso delle CTU da psicologi o psichiatri che si sono autoproclamati esperti nel riconoscere l’alienazione parentale.
    Secondo questa perversa teoria i bambini fanno le accuse che fanno perchè manipolati dall’altro genitore; in questo modo scatta una sorta di blackout mentale, per cui si evita di entrare nel merito delle accuse, e del conseguente rifiuto. Lo scopo della PAS o AP è proprio questo, quello di occultare le violenze in famiglia o gli abusi sessuali sui minori.

    Fai clic per accedere a materiale_dott.ssa_Romito_3.pdf

    Riprendendo questi concetti, già condannati dalla psichiatria e dal diritto a livello internazionale, e convertendoli in reato penale non si fa altro che rinforzare l’occultamento delle violenze e abusi sessuali contro donne e bambini. La giustizia che si fa ogni volta che nel processo entrano questi concetti è giustizia sommaria.
    Venendo ad aspetti più tecnici.
    Così come non è possibile l’accertamento della cosiddetta alienazione sul piano psicologico-psichiatrico, poiché non esiste alcuna modalità di accertare un concetto così evanescente (sostanzialmente per i CTU la prova dell’avvenuta alienazione è il rifiuto, e questo lo decidono prima ancora di cominciare le operazioni peritali che hanno il solo compito di mettere il timbro della scienza su ciò che è già stato deciso fuori processo) altrettanto impossibile ne sarà l’accertamento giudiziario Come si fa a provare la cosiddetta alienazione? Sulla base del rifiuto? Ma scherziamo, vero? Il rifiuto prova soltanto che il bambino ha delle difficoltà a relazionarsi col genitore rifiutato. Sulla presunzione che il rifiuto sia causato dalla cosiddetta alienazione? Si può presumere quanto si vuole ma nel processo penale, non devo essere io a dirlo, occorrono fatti, prove certe e incontrovertibili.
    L’accostamento con il reato di stalking dimostra che siete in difficoltà, è un paragone che non regge. Il comportamento di stalking consiste in una serie di ben delineate vessazioni psicologiche provate da telefonate, sms, messaggi, pedinamenti, minacce, ecc. Fatti concreti. E devono essere in numero tale e durare da tanto tempo da provocare sofferenza psicologica nella vittima, cambiamenti delle abitudini di vita, ecc. Altrimenti il reato non si configura.
    Il bambino che rifiuta un genitore, e che secondo voi sarebbe sottoposto ad alienazione parentale da parte del’altro genitore, non è affatto un bambino sofferente, anzi è felicissimo di stare lontano dal suo carnefice; soffre invece se si tenta di forzarlo alla relazione con il genitore che rifiuta.

  6. IDA ha detto:

    I padri hanno il diritto di sapere dove sono i figli, ma quanto pare i figli non hanno il diritto di sapere dove sono i padri.( mi riferisco alla storia di Laura che hai raccontato). La compagna del mio ex compagno, quando si separò da suo marito, aveva ancora i figli piccoli e un mutuo da pagare, l’ex marito, per non pagare l’assegno per i figli, che era una cifra misera, comunque sparì, ha fatto perdere traccia di se, per quasi 10 anni. Addirittura lei fu diffidata dai carabinieri nel cercarlo, dal momento che erano separati, lui era adulto e incensurato.. ecc..

  7. primavera ha detto:

    Incredibile quanto l’ignoranza sia dilagante e prepotente.
    Grazie a chiunque abbia contestato questa assurda proposta di legge.
    La Bongiorno oggi era in tv a dire alle donne di denunciare i violenti interpellata dopo l’ennesimo femminicidio..maddaiiii???Forse ha visto la sua onlus navigare in cattive acque dopo un tale scivolone e la contestazione dei centri antiviolenza? Magari cerca di fare come fanno tanti e cioè tenere il piede in due scarpe per guadagnare da ogni parte ??
    Mi aspetto scuse,rettifiche pubbliche e conseguente corretta informazione ma per rendersi conto dei propri errori e scusarsi richiede umiltà e umanità e quindi forse aspetterò invano!

  8. Balian ha detto:

    Una breve osservazione sugli accordi (e disaccordi) in fase di separazione. I numeri dell’Istat riportati qui sono interessanti, ma la loro interpretazione non è univoca. Ci sono aspetti di conflitto tra genitori che non passano necessariamente per il tribunale nel giorno della separazione, e possono emergere in altri momenti. Questo vale sia per la modalità di separazione (quella consensuale sembrerebbe pacifica rispetto alla giudiziale) sia per l’affido (il condiviso sembrerebbe pacifico rispetto all’esclusivo). Tutti d’accordo dunque, felici e contenti all’uscita del tribunale? Magari…
    Chi ha esperienza di separazioni sa che non è sempre così, sono possibili mille varianti. C’è chi si finge mansueto in tribunale e firma gli accordi, ma con la riserva mentale di non rispettarli. C’è chi non è portato allo scontro giudiziario (conoscete nessuno che dica “io con gli avvocati voglio avere a che fare il meno possibile”? io tanti) e al momento di firmare abbassa la testa, e poi cambia idea. Ma soprattutto, le persone cambiano nel tempo, e cambiano le situazioni. Ci sono uomini che firmano un accordo per un assegno, tempo dopo smettono di pagare, la madre dei figli magari ribatte “tu non paghi, io non ti faccio vedere i bambini”. In altri casi, un equilibrio apparente stabilito in tribunale crolla quando entra in scena una nuova persona; mi racconta un amico, separato da due anni: la mia ex era abbastanza tranquilla, ma quando ha saputo che ho una nuova compagna ha cominciato a negarmi le visite dei bambini; per portarli in vacanza con me (stabilita all’origine, in tribunale) ho dovuto fare intervenire l’ufficio minori della questura. Perfino nel famoso caso di Cittadella la conflittualità non emerse al momento della separazione, in quel momento l’accordo c’era, sulla carta; tempo dopo, una delle due parti cominciò ad accusare l’altra di non rispettare l’accordo scritto, e ne nacque la guerra.
    Inoltre i numeri sulle separazioni in tribunale non comprendono le vicissitudini delle coppie di fatto. Sempre più bambini nascono fuori dal matrimonio, e in assenza di matrimonio non si ha ufficialmente nemmeno una separazione. Ci sono per esempio tanti casi in cui una persona di origine straniera arriva, instaura una relazione, mette al mondo un bambino, poi decide di cambiare vita e di spostarsi ancora, portando il figlio con sé. Può tornare al paese d’origine ma anche “solo” spostarsi qualche centinaio di km in Italia. (L’ho visto succedere più volte, con donne dell’est Europa). Spesso l’altro genitore rimane stordito e subisce la situazione, ma può anche nascere una lunga controversia.
    Riassumendo… i numeri dell’Istat, dai tribunali, vanno interpretati con una certa accortezza.
    (p.s. A proposito di numeri, ci sono dei conti che non tornano : avete scritto “4 bambini e adolescenti su 1000 sono in carico ai servizi sociali per un totale di 457.453 bambini”. Se 457.453 bambini fossero 4 su mille, vorrebbe dire che in Italia ci sono 457.453 x 1000 / 4 = 114 milioni di bambini, e non è così).

    • Non per niente, caro Balian, da tempo si denuncia il fatto che la violenza domestica è un fenomeno sommerso.
      A tale proposito io vi consiglierei di leggere qui: http://www.intervita.it/IT/condividiamo/news/3_maggio_-_mia_mamma_e_%28anche%29_una_donna.aspx
      “A rendere singolare la situazione italiana è un dato sconcertante: solo il 18,2% delle donne che hanno subito violenze li considera reati e solo il 7,2% li denuncia. Addirittura il 33,9% non ne parla con nessuno.”

      • Balian ha detto:

        Carrellata riassuntiva (temporanea) : Lei sostiene che ci sono molti casi di violenza domestica sommersa; l’avvocata Bongiorno sostiene che ci sono molti casi di attività denigratorie che andrebbero punite; io sostengo che ci sono molte condotte dannose e discutibili che a volte restano impunite.
        Potremmo avere una parte di ragione ciascuno.

        Giulia Bongiorno ha espresso interessanti puntualizzazioni qui :

        Fai clic per accedere a LEspresso-19.5.15.pdf

      • E allora perché avete tirato in ballo la Pas?
        “Sappiamo che è oggetto di dispute. E’ stata citata, mentre spiegavamo in generale l’argomento, come una delle varie conseguenze psicologiche sui minori che alcuni sostengono esista.”

        Questo è falso. Michelle Hunziker ha dichiarato alla trasmissione televisiva “Che tempo che fa”:
        “Quando i genitori si separano, il figlio spesso diventa un’arma di ricatto, non solo il figlio soffre tantissimo, perché non riesce più magari a vedere il papà, o addirittura viene talmente alienato che gli viene una sindrome che si chiama PAS, che è una sindrome a tutti gli effetti che è una sorta di abuso, di violenza”.
        Una sindrome a tutti gli effetti? E che significa? La Hunziker sa cosa significa “sindrome”? Mi pare evidente che non ne abbia la minima idea.

        E’ scorretto sostenere che è stata inventata una polemica, quando sia lei che la Hunziker hanno dichiarato espressamente che la loro proposta di legge riguardava l’alienazione genitoriale.
        “Oggi ad “È giornalismo” Giulia Bongiorno ed io con DOPPIA DIFESA, abbiamo presentato una proposta di legge che tutela i bambini dalla PAS sindrome da alienazione parentale. Troppo spesso durante le separazioni i genitori fanno l’errore terribile di usare il bambino come mezzo di ricatto parlando male del altro al bambino o peggio ancora non facendoglielo proprio più vedere. Il bambino oltre a soffrire tantissimo arriva talvolta a non voler più vedere il genitore “alienato”. Questo accade anche nelle separazioni con affidamento congiunto. Di conseguenza questa è una legge che vuole tutelare il genitore “alienato” e il bambino. Chi di noi non ha mai vissuto la tragedia di un padre o una madre che sono disperati perché non riescono più a vedere i loro bambini? Ora noi vogliamo che questo possa diventare reato e denunciabile. http://www.wdonna.it/michelle-hunziker-propone-una-legge-nuova-sulla-separazione/57307?#sthash.vNHk6jqH.dpuf

        Vero che in Italia ormai è abitudine corrente sostenere di essere stati fraintesi, ma carta canta (anche se in questo caso è il web a cantare…). L’intenzione è proprio normare la Pas.

  9. Balian ha detto:

    A me pare più semplice andare a leggere il testo della proposta di legge :
    http://www.doppiadifesa.it/wp-content/uploads/2015/05/Disposizioni-penali-in-tema-di-abuso-delle-relazioni-familiari-o-di-affido.pdf
    Non si trovano né la parola “Pas” né “sindrome”.
    Tra le due promotrici, mi par chiaro, la Bongiorno è la mente legale, Michelle il volto che fa audience (salutata dal commento della Litizzetto con: avete visto, aveva un abito pieno di buchi… era vestita da Emmental…).
    La Michelle (soltanto lei) ha tentato di riassumere in poche parole e ha citato i termini incriminati,
    sia in tv sia su facebook. La effettiva proposta di legge, scaricabile dal sito, e l’intervista sul settimanale, sono invece farina del sacco della Bongiorno, che non essendo una soubrette ha pesato le parole.
    Probabilmente se le due si sincronizzassero meglio, si ridurrebbero le polemiche.

    • A parte che non sono stata io a proporre l’intervista, mentre la proposta di legge l’ho linkata all’interno del post, e ne riporto anche dei passi.

      Non si va in televisione a fare disinformazione, in prima serata e in un programma seguitissimo. Michelle Hunziker si deve pubblicamente scusare per aver accreditato – per mezzo della sua notorietà – una teoria che non è accolta dalla comunità scientifica in quanto priva del conforto della ricerca.
      Una tattica questa, abbastanza tipica dei sostenitori di Gardner, che negli USA si affidarono ad Alec Baldwin. Anche in quel caso, le associazioni che in America si occupano seriamente di violenza sulle donne e abusi sui minori puntualizzarono: https://ilricciocornoschiattoso.wordpress.com/2014/05/26/dicono-della-pas-xvii-la-sindrome-da-alienazione-genitoriale-e-usata-per-ostacolare-la-giustizia-in-caso-di-abusi-sui-minori/
      Si tratta di becero marketing. La tutela delle vittime di maltrattamenti e abusi non meritano di essere rivittimizzate da strategie propagandistiche.

      In secondo luogo, la legge: nella relazione introduttiva si specifica chiaramente “ingenerando nel minore sentimenti di astio, disprezzo, o rifiuto verso il genitore alienato”.
      Come si intende dimostrare che quei sentimenti sono il frutto di una “manipolazione” di uno dei genitori? Il termine “alienato” a quale genere di letteratura fa pensare?

      • La Bongiorno si contraddice all’interno della sua stessa relazione introduttiva: pretende di discostarsi dal reato di plagio, e poi parla di “sentimenti ingenerati”… E’ ovvio che questo conduce alla dinamica che tutti hanno imparato a conoscere dal caso di Cittadella in poi. Ma non c’è nulla che possa provare che il rifiuto di un bambino è la diretta conseguenza di un comportamento volontario messo in atto da uno dei genitori…

    • IDA ha detto:

      Balian..la Hunziker parla di Pas, la Bongiorno di Alienazione parentale, due parole per esprimere lo stesso concetto.. Altrimenti, l’articolo che propongono che senso ha? Qui nessuno ha frainteso la Hunziker e la Bongiorno, sono state molto chiare.
      http://bettirossa.com/2015/05/21/la-fragile-difesa-di-bongiorno-e-hunziker-non-era-pas-ma-alienazione-parentale/

  10. primavera ha detto:

    Senta balian..qui per mettere in carcere le persone servono prove oggettive non ipotesi,pensieri soggettivi,previsioni astrologiche..nn siamo nel medioevo anche se sembrerebbe!
    oggi anche con prove tangibili di violenze questi gentiluomini vengono tutelati più delle vittime e glielo dico io il perché: soldi soldi soldi e ancora soldi!
    La Bongiorno Si preoccupi dei bambini sottratti e rinchiusi nelle case famiglia e di fare la voce grossa con il csm affinché ci dia risposte sull’elenco di giudici onorari in conflitto d’interesse perché gestori di case famiglia in cui guarda caso spediscono i bambini su basi a dir poco inconsistenti, elenco che gli venne consegnato dalla federcontribuenti con l’associazione finalmente liberi.
    si veda le interviste dell’ex giudice morcavallo. .queste situazioni vengono alimentate dalla pas! E poco importa se nn la nominate più visto che ne esprimete e applicate i costrutti(ma come siamo diventati furbetti eh???)
    con la pas donne e bambini sono perdenti in partenza altro che interpretazione delle statistiche e opinioni personali del cavolo!!!
    Sono altri che dovrebbero finire dritti in galera Onin quei lager di case famiglia dove ogni due per tre si viene a sapere di abusi e maltrattamenti.
    lo ripeto : mi auguro che questi bambini vi ripaghino come meritate!

  11. primavera ha detto:

    Ah dimenticavo..se una donna denuncia violenza psicologica tutti ti dicono che non è facile sanzionarla xché non provabile e le denunce cadono nel vuoto mentre ora per mettere in carcere le donne basta la parola di un chicchessia che si professa esperto.
    Decidiamoci cari miei se x le violenze psicologiche c’è il carcere attendo che arrestino il mio ex!
    inoltre se a fare violenza ai figli fossero davvero le madri i figli odierebbero queste ultime o no?
    Attendo risposte di buon senso se possibile.
    Grazie

    • Balian ha detto:

      Per primavera : “non la nominate più”, “esprimete”, “applicate”… a chi si riferisce? “Voi” chi? Io non sono il segretario della Bongiorno, né uno psicoqualcosa pro-pas. Sono solo un tizio che esprime un suo commento. Non rappresento altri, non c’è la Spectre a dettarmi le parole. Non so chi siano i furbetti che le dan fastidio, fino a un mese fa io a stento sapevo cos’è questa pas (anzi, cosa si è detto che fosse). Se lei mi indirizza maledizioni, semplicemente non sa a chi sta scrivendo.
      Se lei, primavera, ha subìto violenza psicologica dall’ex mi spiace veramente, rispetto il suo dolore. Ognuno di noi è certamente segnato dalle esperienze passate. Anche io potrei aver sofferto per altre ragioni, lei non lo sa.
      Ma sono d’accordo con lei su molti punti. Per incriminare qualcuno “servono prove oggettive”, giusto, ed è la stessa cosa che dice l’avvocata Bongiorno nell’intervista all’Espresso. Nella proposta di legge non ci sono sindromi, niente che sia lasciato alla diagnosi di un sedicente esperto, vanno raccolte prove come per lo stalking.
      Sono sensibile anche al discorso del malaffare che sta dietro a certe case famiglia, trovo meritorie le iniziative della Federcontribuenti e il dottor Morcavallo. Quando un bambino è sottratto ingiustamente, soffre il bambino e soffrono la madre e/o il padre che ne sono allontanati.
      La Bongiorno fino a due settimane fa era stimata, nessuno dubitava che fosse contro le donne. A me pare che non lo sia nemmeno adesso, e nell’intervista controbatte con energia. Forse preferite pensare che sia all’improvviso impazzita, a me non pare.

      • Balian, le mie obiezioni, o quelle delle avvocate dei centri antiviolenza le hai lette?
        Perché l’impressione è che sia tu che la Bongiorno vi ostiniate a rispondere senza entrare nel merito delle obiezioni.

  12. Generazione Admin ha detto:

    L’ha ribloggato su GENERAZIONE.

  13. Balian ha detto:

    Ho letto, ho letto, signora.
    Mi rendo conto che a commentare qui, senza essere allineati al punto di vista di chi ci offre ospitalità.. significa andarsele a cercare… le tirate d’orecchi.
    Entrerò più nel merito, forse…
    Ma non oggi, la vita continua anche fuori dai blog. Buona serata

  14. Tiziana ha detto:

    Basterebbe vedere le cose con un minimo di obiettività: le persone che dopo la separazione mettono i figli contro l’ex coniuge montandogli la testa e spesso, impedendo un regolare rapporto tra genitore e figlio esistono, e non sono certo dei genitori che si comprtano nella maniera giusta.
    Anzi, a mio avviso, commettono un abuso molto grave, che va punito per legge e se possibile impedito, proprio nell’interesse del minore. ma anche- perchè no?- nell’interesse dell’altro genitore, che ha comunque diritto di fare il genitore.
    Fare una legge in questo senso non toglierebbe nulla ai casi gravi di cui questo blog sempre si occupa.
    anche se bisognerebbe ovviamente smetterla di ragionare sempre con il principio che i padri separati (perchè inutile, di questo si parla) sono sempre per forza cattivi, indegni, violenti e pericolosi, mentre le madri separate sono addirittura vittime dell’affido condiviso, perchè viverebbero nella paura…e quindi sarebbero sempre vittime,
    la legge sull’affido condiviso e il principio di bigenitorialità sono giusti: anche dopo la separazione un figlio ha diritto ad avere ENTRAMBI i genitori, e non solo uno a discrezione di cosa passa per la testa del genitore affidatario.
    perchè questi principi cozzino contro la lotta alla violenza sulle donne e sui bambini (di cui però si parla sempre quando sono vittime di violenza da parte dei padri…su blog e siti femministi, in questi giorni, assoluto silenzio per quanto riguarda l’assoluzione della madre che nel marzo dell’anno scorso uccise a coltellate le tre figlie perchè- sempre buona la scusa- depressa per via della separazione del marito…) mi spiace, ma non lo spiegate.

    • “le persone che dopo la separazione mettono i figli contro l’ex coniuge montandogli la testa e spesso, impedendo un regolare rapporto tra genitore e figlio esistono”: esistono perché lo dici tu? Perché lo dice la Bongiorno? Perché lo hai letto in qualche quotidiano?
      Se bastasse affermare qualcosa per renderlo vero, allora anche il mostro di Lochness esiste: un sacco di gente è convinta di averlo visto.
      Ma questo fenomeno di cui tanto di parla – il perfido genitore affidatario – di fatto è una creatura mitica che esiste nella fantasia della gente, senza che nessuno si sia mai davvero preoccupato di svolgere una ricerca scientifica seria sull’argomento.
      Chi sono questi fanotmatici vendicativi genitori affidatari? Quanto sono? Come si riconoscono? Che genere di comportamenti mettono in atto e perché? Quali sono le conseguenze del loro agire?
      Come ho cercato di spiegare nel post (sarebbe stato carino da parte vostra leggerlo, prima di commentare, per evitarmi di ripetere sempre le stesse cose) che l’ipotesi di Gardner, che sosteneva che i genitori tendono a comportarsi in questo modo, che è comune che avvenga, è stata confutata dall’esame dei casi giudiziari concreti.
      Le persone che hanno tentato di riformulare la sua teoria hanno scritto:
      “Gli autori concludono che l’alienazione bambino è in parte spiegato dal comportamento alienante messo in atto da un genitore emotivamente bisognoso che vive un ribaltamento di ruolo con il bambino e gli offre calore e cura in cambio della sua fedeltà. Ma è in parte spiegata da situazioni critiche di abusi sui minori e / o mancanza di calore che riguardano il genitore emarginato e rifiutato.”
      Appurato che con “bambino alienato” si intende un bambino che rifiuta una figura genitoriale, la causa di questo suo rifiuto non è riconducibile soltanto al comportamento di un genitore, ma vi concorrono entrambi.
      E’ chiaro cosa si intende con “situazioni critiche di abuso e/o mancanza di calore”? E’ chiaro cosa si intende con abuso?
      Il problema è questa legge impedisce che si vada ad indagare su una situazione che molto probabilmente ricomprende violenze e abusi sui minori, stigmatizzando un comportamento che il più delle volte è spiegabile con la volontà di tutelare un bambino, e non di danneggiare un adulto innocente.
      Quello che non ci dice questa legge – e invece dovrebbe dirlo – è come distinguo il genitore che sta proteggendo se stesso e i suoi figli. A meno che non si intenda punire anche questo tipo di genitore… Perché fino ad oggi fin troppe volte la cosiddetta “campagna denigratoria” altro non era che la denuncia delle violenze subite, e il mancato ascolto di quelle denunce ha portato alla sofferenza di tante persone che non erano affatto dei cattivi genitori.

  15. primavera ha detto:

    Grazie per aver chiarito riccio..

    X balian: io non mando maledizioni cerco giustizia x mio figlio e uso il plurale per comprendere nei miei commenti chiunque la pensi come i sostenitori della pas…
    io non sono stata solo vittima di violenza psicologica (e fisica) da parte del mio ex ma anche dei giudici,delle assistenti sociali e di certe tuttologhe più che psicologhe e infine anche dei teorici,sostenitori e applicatori della pas che se la spadroneggiano in tribunale e mio figlio è la prima vittima Visto che ne paga le conseguenze. Dio solo sa con quali persone abbiamo a che fare.

    X Tiziana: se i figli hanno diritto di frequentare entrambi i genitori credo che parimenti abbiano il diritto contrario non è che vale solo il diritto che decidono gli altri per loro!
    non augurerei al mio peggiore nemico di vedere il figlio disperato che chiede aiuto e non poterglielo dare perché oggi te lo portano via e un domani finiresti in galera magari a fianco ad un pedofilo..
    cmq ricciocorno pubblica tante cose sul falso mito della bigenitorialità (a cui tutti gli uomini si appellano dopo la separazione mai prima quando pappe, cacche,coccole, scuola,educazione, ecc ecc sono roba da donne)..leggete gente, leggete e meditate!
    Ps= Tiziana, hanno assolto per vizio totale di mente anche il padre che uccise con circa 40 coltellate la figlioletta di 18 mesi…che mi dici ora????

  16. Balian ha detto:

    Oggi non ho molto tempo per sostenere la discussione, devo contribuire al PIL dell’economia italiana…
    Invece lascio parlare un’altra persona dalla penna scorrevole, del mondo femminista :

    Giulia Bongiorno, Michelle Hunziker e padri separati sotto attacco


    e
    ilgarantista.it/2015/05/21/affido-i-danni-del-monopolio-delle-madri/

    • Un articolo pieno di mistificazioni, sullo stile Bongiorno.
      Chi avrebbe scritto e dove “che ogni allontanamento, breve o lungo, di un figlio che trascorrerà del tempo anche con il padre, sia una punizione, una sciagura, una scelta immorale e contro natura. I figli devono stare con le madri, ripetono quasi fossero sotto ipnosi.”?
      Questo è uno straw argument, un argomento fantoccio, una fallacia logica: siccome non si è in grado di rispondere nel merito alle argomentazioni delle persone che si intende criticare, si inventa una tesi ad hoc, facile da smontare, e la si attribuisce a chi non si è mai sognato di dire una scemenza del genere.
      Puoi leggere tutti gli articoli sull’argomento, Balian – quando avrai finito di reggere il paese sulle tue spalle naturalmente – e scoprirai che nessuno degli articoli si basa sulla tesi del papà cattivo in quanto portatore di pene.
      E’ molto disonesto accusare in modo vago e generico, senza mai specificare di chi si sta parlando (di modo che potrebbe essere chiunque e nessuno, e l’autrice non è costretta ad assumersi la responsabilità delle accuse che muove) di divulgare contenuti che non si sa dove siano stati scritti.
      E’ molto disonesto continuare ad ignorare le argomentazioni di chi ha contestato questa proposta di legge nel merito fingendo che “non si è parlato di contenuti”.
      E’ molto disonesto scrivere “Da dire che sulla pagina di Hunziker è stato pubblicato un comunicato che tentava un chiarimento ma ha attirato un’altra serie di insulti”, in pratica assimilando gli articoli che sono stati scritti in risposta a quel comunicato al trollaggio da social network, come se non vi fosse stato altro che quello.
      D’altra parte tutta questa vicenda è stata caratterizzata dalla disonestà fin dal principio, con Michelle Hunziker in prima serata che spiega all’Italia tutta come i bambini si ammalano di Pas, e dell’altra parte la Bongiorno che finge di cadere dal pero: Pas? Cosa? Quando?
      Il fatto che ci si serva di beceri trucchetti per rispondere, allo scopo di screditare chi non è d’accordo e muove delle obiezioni, non ti dice nulla Balian?

  17. Balian ha detto:

    Allora, vediamo se sono capace di entrare nel merito.
    I concetti che sono stati sostenuti in questo post sono :
    1) Questa discussione non dovrebbe nemmeno iniziare, l’unica cosa che conta è la violenza degli uomini su donne e bambini; di tutto il resto non si deve neanche parlare
    2) Le accuse delle donne agli uomini sono sempre vere, non esistono le false accuse
    3) L’attività denigratoria tesa a staccare il minore non esiste mai, o se esiste è giustificata, o se pure fosse ingiustificata non deve avere rilevanza penale
    4) Le norme per sanzionare eventuali condotte ostative già esistono, quindi è vietato proporne altre
    5) Se poi questa condotta fosse anche sanzionabile, non si potrà comunque mai provarla
    6) L’iniziativa di Doppia difesa non avrà alcun risultato benefico per nessuno, sarà solo un regalo ai violenti/abusanti.
    Ho capito quel che si è detto qui? Ho dimostrato di aver letto bene? (o rimango uno scolaro somaro?)
    Ebbene, dopo aver capito , ecco quel che penso sui punti qui sopra.
    1) La violenza agìta dagli certi uomini su donne e minori è un argomento importantissimo, capisco sia l’argomento numero uno in questo blog; ma non è l’unico aspetto della realtà delle separazioni, e se qualcuno sceglie di occuparsi anche d’altro non per questo esce dalla realtà
    2) Le false accuse talvolta esistono, servirebbero statistiche italiane [su questo torno tra poco]
    3) L’attività denigratoria o limitante esiste eccome, e fa danni, le false accuse ne sono una parte
    4) Una norma già esiste, questo è vero, ma raramente è applicata (colpa dei magistrati, si potrebbe presumere); alla peggio la proposta Bongiorno creerà un doppione, ma allora perché farne una guerra di religione? Al massimo sarà stato uno spreco di tempo del legislatore. Non è la creazione di un doppione che vi indigna.
    5) La Bongiorno valuta che la fattispecie si potrà provare, indicando elementi oggettivi; se invece la Bongiorno si sbaglia, nessuno verrà condannato, quindi perché tutto questo vespaio ?
    6) Nella gestione del rischio bisogna valutare tutto, se qui si guarda solo agli uomini violenti è chiaro che l’iniziativa di Doppia difesa non vi piace… (vedi punto 1). Ed è possibile che anche alcune mamme siano ostracizzate da ex mariti malevoli, e che con la nuova legge avranno giustizia.

    L’avvocata Bongiorno forse andrà avanti o forse si farà fermare dalle critiche, non so.
    Ma un punto importante del filo apparentemente logico della signora che qui ci ospita è, dicevo, l’inesistenza delle false accuse.
    Esistono o no in Italia casi in cui la donna che si separa esprime accuse false? O induce nei figli odio ingiustificato? La nostra ospite è certa di no. Tanti altri non concordano. E tante altre, oltretutto.
    Cominciamo con donne celebri nel mondo legale.
    Tina Lagostena Bassi già quindici anni fa spiegava: “Che tipo di accuse si fanno i separati? Per il marito la ex è sempre e comunque una depressa, nevrotica, esaurita. Secondo la ex moglie il padre è sempre e comunque un pedofilo. Accuse troppo spesso false per ottenere l’ affidamento dei figli contesi”. Da notare il ‘sempre e comunque’… (http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/03/27/le-accuse-mogli-depresse-mariti-sempre-pedofili.html)
    Annamaria Bernardini De Pace, nella lunga intervista su Panorama del 4 marzo 2015 (intitolata “Ero l’avvocatessa delle donne, ma adesso basta: difendo gli uomini perché sono loro le vere vittime”) dichiara che i figli sono il tipico strumento di ricatto e rivalsa della donna verso l’uomo.
    La stessa Giulia Bongiorno, di cui fino al mese scorso nessuno metteva in dubbio competenza e buona volontà, dichiara nell’intervista a L’Espresso “Spessissimo, nelle separazioni, quando ci sono contrasti tra genitori, uno dei due tende a denigrare l’altro davanti al minore, a istigare odio nel bambino” e spiega che questo “é un dato concreto, che credo quasi tutti conoscano per esperienza almeno indiretta”.
    Simonetta Matone, notissima magistrata minorile, ha raccontato di “madri che negano l’accesso ai figli da parte dei padri in una maniera pervicace, ostinata e soprattutto delinquenziale” di genitori che arrivano “a negare l’esistenza di un padre, o di una madre – perché viceversa accade anche dall’altra parte – impedendo a quel bambino di avere alcun tipo di contatto inducendo nel bambino il terrore dell’altro genitore, convincendo il bambino o la bambina del fatto di avere a che fare con un delinquente e privando quindi quel bambino della possibilità di avere un genitore”. Spiega che “questo accade nei Tribunali per i Minorenni e nei Tribunali Civili tutti i giorni che Dio manda in terra. Quindi io non sto parlando di un caso estremo, sto parlando di casi che sono a migliaia”; “io conosco decine, centinaia di casi di genitori che hanno perso i figli perché non si è eseguito un provvedimento”.
    [https://www.youtube.com/watch?v=xgWlNhTYcf4 ]
    Anna Oliverio Ferraris su “Psicologia contemporanea” (la rivista degli psicologi italiani, di cui è direttrice) nel numero attualmente in edicola, sceglie l’alienazione parentale come argomento di copertina, e nell’editoriale attira l’attenzione dei lettori sui casi in cui un genitore “è vittima di una campagna denigratoria messa in atto dal genitore ‘alienante’”.
    Numerose altre testimonianze in accordo con queste qui sopra, tutti espresse da voci femminili, sono già stati raccolte e si trovano qui: http://www.senato.it/documenti/repository/commissioni/comm02/documenti_acquisiti/957%20FENBI%20-%20A.pdf
    Io ne ho contate almeno sedici, espresse da sostitute procuratrici, pedagogiste, docenti universitarie di criminologia, avvocate, giornaliste, neuropsichiatre infantili, psicologhe forensi.
    Tutte queste persone nelle loro dichiarazioni ci mettono il nome, il cognome, la faccia, i loro titoli professionali e accademici… Non sono blogger prive di identità che scrivono sotto pseudonimo. Se avessero tutte torto, se raccontassero frottole, la domanda obbligatoria sarebbe: perché? Perché spendere la loro credibilità per queste narrazioni, se fossero solo favole?
    Ma possiamo anche richiamare direttamente alcuni casi famosi. Il più famoso di tutti è il caso di Cittadella, sulla stampa erano state sollevate insinuazioni su presunti abusi paterni, ma la sentenza finale, sottoscritta da cinque magistrati tra cui quattro donne, stabilì che le accuse erano inconsistenti, e che fosse bene per il bambino passare metà del tempo col padre. La sentenza recita che “non sono state nemmeno ipotizzate attività del padre che possano avere distolto il figlio da qualsiasi forma di rapporto con lui”; “nessuna colpa può ravvisarsi, né gli è stata addebitata da controparte”.
    In questo blog si citò anche un caso di bambini contesi a Battipaglia. Furono sollevate accuse di abusi verso il padre. Come andò a finire? (Non mi risulta che questo blog abbia dato notizia del risultato. E’ ora di farlo). Riportiamo le parole del Ministro della Giustizia: “le denunce della madre nei confronti del padre sono state archiviate”.
    (ricerca.gelocal.it/lacittadisalerno/archivio/lacittadisalerno/2014/04/17/NC_29_01.html )
    Le cronoche recenti hanno citato anche il famoso caso di Carolina Tana, che a quanto si riferisce, da ragazzina fu strumento della madre per sollevare accuse false e tremende al padre. Ora che da adulta ritratta tutto, trova scarso ascolto: lo scandalo faceva scoop, la verità molto meno. (www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/19/caterina-tana-dice-verita/1435080/),
    Ho riportato tre soli casi famosi… ma accostando questi pochi casi alle parole di Simonetta Matone e di tanti altri, si intravede la punta e la sagoma di un possibile iceberg.
    Inoltre, interesserà poco a chi legge ma resta vero, il sottoscritto conosce personalmente alcuni casi, casi reali con nome e cognome di uomini nella mia zona accusati ingiustamente, che con dolore hanno dovuto sopportare le accuse, le indagini, la distanza imposta dai figli magari per anni, e poi dopo la chiusura delle indagini con un nulla di fatto, hanno ricostruito passo passo un rapporto con i bambini. Li ho visti basìti dalle insinuazioni sul loro conto e poi commossi di gioia quando sono usciti dall’incubo.

    Internet è un ottimo strumento per informarsi, ma da solo non basta. Bisognerebbe anche ogni tanto spegnere il computer, uscire, e parlare direttamente con persone coinvolte. Certo ci sono le avvocate dei centri antiviolenza, dicono la loro esperienza, le ascoltiamo; ma esiste anche l’altra campana. Esistono i genitori allontanati ingiustamente, accusati ingiustamente, sono spesso padri ma a volte anche madri.
    La nostra ospite qui nel sito ci dice che non ci sono statistiche italiane precise sulle false accuse. Credo abbia ragione. Sarebbe auspicabile che qualcuno si rimboccasse le maniche e cominciasse a raccogliere e a contare le casistiche nei tribunali. Magari proprio partendo dalle indicazioni della Matone, della Bongiorno, della Oliverio Ferraris e di altri esperti.
    La persona che scrive in questo blog dietro lo pseudonimo del Ricciocorno sostiene che senza statistiche italiane, il fenomeno merita considerazione zero. Molte altre e molti altri con nome e cognome nel mondo reale, anche in mancanza di una statistica precisa, la pensano diversamente. Ognuno di noi può scegliere quale posizione considerare più ragionevole.

    • straw man argument
      Guarda, mi sono fermata al numero 1: “Questa discussione non dovrebbe nemmeno iniziare, l’unica cosa che conta è la violenza degli uomini su donne e bambini; di tutto il resto non si deve neanche parlare”. Questo dove lo hai letto?
      Chi ha mai detto che la discussione non doveva iniziare? Dove? In questo blog?
      Non apprezzo che mi si attribuiscano contenuti che non ho mai espresso.
      La discussione è iniziata, con Hunziker e Bongiorno che hanno detto alla stampa e in TV: proponiamo una legge sulla Pas.
      Diverse persone hanno replicato: la Pas è una costrutto pseudoscientifico utilizzato nei Tribunali dai genitori abusanti e degli uomini maltrattanti per difendersi dalle accuse.
      La Bongiorno risponde: e chi ha mai parlato di Pas?
      Tutto il resto te lo sei inventato tu…
      Chi fosse interessato ad approfondire seriamente l’argomento, ad esempio sul tema “false accuse”, può leggere qui: https://ilricciocornoschiattoso.wordpress.com/2015/05/01/i-miti-sul-divorzio-che-mettono-a-rischio-i-bambini-mito-n1/
      Cito: “Molte persone credono che le accuse di abuso siano endemiche nel contesto delle cause di divorzio e nelle controversie per l’affido, dove vengono utilizzate soprattutto dalle madri come tattica per ottenere un vantaggio. Quando i genitori in contrasto sono coinvolti in controversie legali è ragionevole interrogarsi sulle reali motivazioni che stanno dietro al sollevare accuse di abuso. Tuttavia, la ricerca ha costantemente dimostrato che le accuse di abusi sessuali non sono comuni durante i contenziosi per l’affido dei minori e le indagini dimostrano che la probabilità che siano false non è maggiore della probabilità che siano false le accuse sollevate in qualunque altro contesto.”
      NON SONO COMUNI non è la stessa cosa di “non esistono”. Questo è in grado di comprenderlo chiunque non abbia problemi di analfabetismo cognitivo.
      Ecco perché concordi con la Bongiorno, Balian. Siente entrambi dei grandi fan dello straw man argument.

      • Balian ha detto:

        Eeeh che cattive maniere ! 😦
        “mi sono fermata al…” e allora come fa a commentare che tutto il resto me lo son inventato ? Se non lo ha letto !
        Quella dello straw man è una gran sciocchezza. Solo una trovata dialettica per troncare il discorso. Ma dài, può far molto di meglio se solo vuole.

      • Sostengo che quelle cose te le sei inventate, per il semplice fatto che ometti di citare i passi dai quali le hai tratte, e lo ometti perché non ci sono passi dai quali si possano desumere quei concetti.
        Io faccio già parecchio, caro Balian, non sono tipo da esagerare umiliando il prossimo.

    • IDA ha detto:

      Balian, al punto 5 dici: “La Bongiorno valuta che la fattispecie si potrà provare, indicando elementi oggettivi; se invece la Bongiorno si sbaglia, nessuno verrà condannato, quindi perché tutto questo vespaio ?”. È semplice, perché quello che il mondo scientifico, ci dice che non esiste, lei lo fa esistere per legge. La Pas o l’alienazione genitoriale diventano l’elemento oggettivo. Qui nessuno sostiene che non ci sono false accuse, ma attenzione, quelle che vengono spacciate per false accuse, in realtà sono querele archiviate o ritirate e questo non vuol dire che sono false, ma che non ci sono le prove per procedere. In più c’è uno strumento che si chiama querela per diffamazione e non mi risulta che sia usato in questi casi. Poi vai a vedere quanti reati di pedofilia accertati ogni anno in Italia, e quanti degli autori di questi reati hanno figli. Ora non tutti i genitori che commettono reati di pedofilia abusano dei figli, ma sono a rischio. Riassunto, madri che creano false accuse 1-2 su 1000, padri a rischio abusi sui minori 7-10 su 100. Con il 572 bis. della Bongiorno, cosa accade? Che le madri vanno in carcere e i figli vengono consegnati al padre pedofilo. Questo è fare l’interesse del minore?

      Le scienze sociali (antropologia, psicologia, sociologia) sono scienze molto opinabili e ancora molto maschiliste e androcentriche. Quando studiavo io, anni 80 l’autismo che è un disturbo neuro-psichiatrico, chiamato anche Sindrome Kanner, il nome del medico che l’aveva analizzata per prima. La maggioranza degli psicologi, colpevolizzava le figure genitoriali, la madre in particolare, chiamata madrifrigorifero, perché poco empatica e fredda. (i padri non esistono) fino agli anni 90, spesso venivano tolti i figli alle madri.. oggi sappiamo che è una cazzata.. la madrefrigorifero non esiste, ma in base a questa diagnosi per il “bene del minore” veniva tolto il figlio.
      Pas o Alienazione genitoriale sono due termini che indica lo stesso concetto, che il mondo scientifico ci dice che è privo di ogni fondamento. Ma come avrai notato riviste specializzate che parlano dell’alienazione genitoriale, spacciandole come certezze, trasmissioni televisive, corsi d’aggiornamento per assistenti sociali, seminari universitari, ecc.. perché tutto questo darsi da fare su una cosa che non esiste? Che interessi e che spinte ci sono dietro a questi concetti? Non lo so, so solo che NON SONO per il bene del minore. La stessa Bongiorno, risponde a queste spinte e non al bene del minore.

      • Balian ha detto:

        Salve Ida, La ringrazio per aver commentato le mie parole, pur se in disaccordo.
        “Le scienze sociali come la psicologia sono molto opinabili” : su questo potrei concordare in parte con Lei… ma a chi va opposta questa obiezione? Soltanto alla Oliverio Ferraris perché l’ho citata io? Vede Ida, altre volte questo blog ha riportato che un Ordine degli Psicologi di una certa regione, o una dirigente di psicologia di una ASL, erano decisamente critici verso la Pas; qualcuno si era ricordato allora di obiettare che era un parere opinabile? Uno psicologo anti-Pas fa parte del “mondo scientifico che ci dice che non esiste”, oppure essendo psicologo è opinabile? Qual’è il criterio?
        “Il mondo scientifico ci dice che l’alienazione non esiste”… Non c’è concordia su questo argomento nel mondo scientifico. I pareri di associazioni e ordini professionali italiani ed esteri, raccolti nel presente blog, che bocciano la Pas e l’alienazione, rappresentano un fronte della discussione. Ma tanti altri sono sulla posizione opposta, e la controversia rimane aperta. Anche la professoressa Oliverio Ferraris fa parte del mondo scientifico, e non è affatto la sola a pensarla così.
        “Pas e alienazione genitoriale sono due termini che indicano lo stesso concetto”. A me non pare, Ida. E nemmeno pare al DSM. Una sindrome sarebbe una malattia, una malattia del minore oltretutto, e la responsabilità della diagnosi e della scelta di cura sarebbe dello specialista (tutto il potere al consulente tecnico); se invece l’alienazione è un problema relazionale, nessuno è malato, e non è lo psicoqualcosa che ha il potere di decidere le responsabilità e le soluzioni. Lo ha detto anche la Bongiorno nell’intervista: la prova NON deve essere il certificato di uno psicologo. “Il punto primario è provare la denigrazione, o la sottrazione della responsabilità genitoriale. Si tratta di indicare elementi oggettivi: testimonianze, mail, sms. Uno dice, ma come si fa a provarlo? Lo si diceva anche per lo stalking: ma poi ci si riesce”.
        “Madri che creano false accuse 1-2 su 1000, padri a rischio abusi sui minori 7-10 su 100”. Mi piacerebbe sapere esattamente da dove ha tratto questi numeri.
        Ma quello che impressiona di più è la definizione che viene data qui di “falsa accusa” come circostanza dove non si son trovate le prove… Volete dire che se c’è l’accusa, il fatto è _sempre_ e comunque accaduto? Cioè che certamente l’abuso c’è stato? La violenza c’è stata? Ida, Lei a Battipaglia non c’era, né a Cittadella. Vuol continuare a dire che quei due padri erano senza dubbio abusanti/violenti? Senza prove? E vale anche per gli uomini che conosco io, nella mia provincia, di cui non sapete nulla? E perché lo dice? Come lo sa? Quale è il criterio per stabilire la verità? Accusa = certezza? Che differenza c’è coi metodi della santa inquisizione?

      • IDA ha detto:

        1- Il criterio è il metodo scientifico, per questo si chiamano scienze. Con questo non volevo sminuire le posizioni di nessuno e nemmeno sostenere che può essere vero tutto il contrario, ma fare la giusta distinzione, che non sono scienze esatte. Il mondo scientifico giudica in base al metodo adottato e dimostrato con dati oggettivi, per quello che riguarda la pas, è stato riscontrato discutibile il metodo e incoerenti i dati.
        2- Alienazione parentale il DSM, che dice? Quali sono i sintomi? I disturbi? L’eventuale terapia? Non lo so io non sono un medico, ma io odiavo mia madre, ho fatto di tutto per stare lontana da lei, i miei genitori non erano separati e mio padre non aveva nessuna colpa, la colpa era tutta di mia madre, oggi lo so, allora non lo sapevo. Se in quel periodo i miei genitori si separavano, arrestavano mio padre per alienazione? Io con mia madre non ci sarei andata nemmeno morta, a 15 anni sono scappata di casa, e mi è dispiaciuto solo di aver fatto soffrire anche mio padre..
        3- Non facciamo confusione, io non sto accusando nessuno ne faccio processi. Se un’accusa, viene archiviata non vuol dire che l’accusa era falsa, ma nemmeno che era vera, quindi non può essere considerata falsa perché è archiviata, o perché non ci sono l prove. Il falso è una cosa, assenza di prove è un’altra.
        Io non ho detto che sono tutti abusanti e violenti, anzi ho detto: “Ora non tutti i genitori che commettono reati di pedofilia abusano dei figli” Ora vai a vedere secondo la polizia postale quanti reati di pedopornografia vengono commessi in italia? La prostituzione minorile in Italia è stimata da 2000 a 6000 e il cliente tipico ha da 35 anni a 45 anni, è sposato e ha figli. http://www.osservatoriopedofilia.gov.it/dpo/it/sfruttamento_sessuale.wp;jsessionid=95E1AE3441A84D89AB985931B7FA15D4.dpo1
        Questi dati sono anche coenti con i fatti dei Parioli. Come ho detto questo non vuol dire che poi abusi anche dei figli. Padri che abusano dei figli esistono, non è una leggenda, poi per accusare una persona occorrono prove, per condannarla occorrono prove oggettive, questo è scontato. Non si stà facendo un processo, ma di cercare di prendere in considerazione tutti gli aspetti, la madre che può mentire, come il padre che può abusare del figlio.

      • IDA ha detto:

        Articolo 572Codice Penale, recita: “Chiunque, fuori dei casi indicati nell’articolo precedente, maltratta una persona della famiglia o comunque convivente, o una persona sottoposta alla sua autorità o a lui affidata per ragioni di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, o per l’esercizio di una professione o di un’arte, è punito con la reclusione da due a sei anni.
        [La pena è aumentata se il fatto è commesso in danno di minore degli anni quattordici.]
        Se dal fatto deriva una lesione personale grave, si applica la reclusione da quattro a nove anni; se ne deriva una lesione gravissima, la reclusione da sette a quindici anni; se ne deriva la morte, la reclusione da dodici a ventiquattro anni”

        Quello della Bongiorno 572 bis:

        “Salvo che il fatto non costituisca un più grave reato, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni chiunque, nell’ambito delle relazioni familiari o di affido, compiendo in presenza del minore infraquattordicenne ripetute attività denigratorie ai danni del genitore, ovvero limitando con altri artifizi i regolari contatti del genitore con il minore medesimo, intenzionalmente impedisce l’esercizio della responsabilità genitoriale.

        Se dal fatto deriva una rilevante modificazione dell’equilibrio psichico del minore, le pene sono aumentate.
        Le pene sono aumentate da un terzo alla metà, se il fatto di cui ai commi precedenti riguarda un minore di anni dieci o con disabilità ai sensi dell’art. 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104.
        Il delitto è punibile a querela della persona offesa, salvo che ricorra una delle circostanze aggravanti di cui ai precedenti commi”.

        La Bongiorno può dire quello che le pare, ma la legge che ha scritto è questa.

      • Antome ha detto:

        E’ che è sbagliatissimo chiamarla sindrome, secondo me. Al limite potrebbe trattarsi di diffamazione parentale, questo sì. Uno dei due genitori diffama l’altro per tenerne il figlio lontano. Ma a proposito dei metodi inquisitori, ci sarebbe da ricordare quel ragazzo di cui ha parlato questo blog, che volevano convincere in ogni modo a ritirare le accuse di molestie da parte del padre, con la tesi che fosse stato indotto ad inventarsele perchè vittima di questa sindrome. Usare quel fatto sarebbe altrettando strawman però.
        Infatti questo ovviamente non significa che le false accuse non esistono e che a priori non siano provabili, semplicemente come in ogni cosa ci vogliono le prove.
        Non riesco, confesso a rimanere equidistante, nei confronti della tesi mra che cerca di gonfiare al massimo i casi di presunte false accuse di stupro e la considero molto sospetta e restauratrice indirettamente della “cultura dello stupro”, che sminuisce la vittima. Però tutti i blog cercano di usare ed interpretare le statistiche a scopo propagandistico, perchè quasi altrettando strawman, sarebbe rispondere alla denuncia di un’ingiustizia nei confronti di un padre che solo il 10% dei padri è presente, etc, i tribunali non pullulano di tutti questi casi, la maggior parte se ne ricordano solo dopo la separazione, visto che ammesso che sia vero è irrilevante al discorso, visto che non si sta parlando di quelli.
        Una volta su Luogocomune stavo discutendo con un bel po’ di commentatori che diceva che alle donne “piaceva fare pompini, specie al datore di lavoro” o che prima accettavano la proposta per ottenere la promozione, oppure lo “provocavano”, e poi denunciavano strumentalmente la molestia ed io facevo notare che erano aspetti del tutto irrilevanti al fatto che ravvisavo, cioè la proposta di promozione e le molestie, e che presunti torti da parte di alcune donne, oppure l’approfittarsene di alcune, non negavano il fenomeno, nè la gravità dello stesso, anzi tutt’altro. Si parla dello squlibrio e disparità di potere e dell’abuso.

  18. Balian ha detto:

    Ida : sul link da Lei riportato i numeri che Lei riferisce non li trovo proprio. Lei parla di casi fino a 6000… Dove sono? Quella pagina dice che : l’Anticrimine della Polizia nel 2009 ha rilevato in Italia 72 casi di prostituzione minorile. Ida, ha sbagliato link? Di cosa stiamo parlando esattamente?
    Ripeto la mia domanda: “padri a rischio abusi sui minori 7-10 su 100” da dove lo ha preso? Fino al 10%, degli uomini italiani, padri di un minore? I minori italiani sono 10 milioni, altrettanti i loro padri… Lei vuole lanciare un allarme su un milione di uomini?!? Di fronte a soli 72 casi citati dalla Polizia? E ancora “madri che creano false accuse 1-2 su 1000” da dove l’ha preso?
    Mi pare che sui numeri si faccia gran confusione. Ho già rilevato in questo post e in questo blog numeri copiaincollati senza ragionare, o anche errori aritmetici che portano il lettore su una strada errata. E qui mi associo al commento di Antome, quando osserva che “tutti i blog cercano di usare ed interpretare le statistiche a scopo propagandistico”… non so se lo fanno tutti, ma Antome non ha escluso dalla sua osservazione _questo_ blog…

    Sempre per Ida : Lei afferma che “un’accusa archiviata non può essere considerata falsa”. E’ proprio questo l’orrore! Anche se l’iter giudiziario finisce con un nulla di fatto, e non si è trovata una prova, Lei stessa come altri rimanete con la riserva mentale che forse qualcosa è successo. Il semplice fatto che l’accusa sia stata lanciata, sporca l’accusato con un marchio di infamia che può non svanire mai. Moralmente è come acido versato addosso. E’ come “la lettera scarlatta” dell’omonimo romanzo: invece della “A” per adulterio, viene scritta una “A” di abusante, e non importa se è successo o no, l’inchiostro è indelebile. C’è sempre una Ida a spiegare “non vuol dire che l’accusa era falsa”.
    Il marchio sporca non solo l’accusato, ma per esempio anche una sua nuova compagna, malvista perchè sta dalla sua parte. E pure i bambini (“tutto nell’interesse del minore”): qualcuno mi raccontava di una festicciola di compleanno, alcuni dei bimbi invitati non sono venuti, le loro famiglie li han tenuti lontani dal padre col marchio “A”, nonostante la fine della vicenda giudiziaria.
    In questo blog, della disperazione di un uomo accusato senza colpe non sapete che farvene, è un aspetto della realtà che non vi interessa minimamente. Ma a volte vengono accusate anche donne, pensiamo a certi casi successi a maestre d’asilo, come a Rignano Flaminio (assolte in primo grado, assolte in appello). Chissà se anche per quelle maestre vi piace puntualizzare “non si può dire che l’accusa era falsa”.

    E tornando a Antome: concordo pienamente, che sia giusto star lontani dal concetto di “sindrome”.
    La Hunziker ha sbagliato parola, secondo me il giorno dopo l’avvocata le avrà tirato le orecchie. Nella proposta di legge Bongiorno, la sindrome non c’è. Mi pare saggio provare a definire il concetto con parole differenti, “diffamazione parentale” è azzeccato. Magari anche “ostracismo genitoriale”, o “azzeramento del ruolo genitoriale” o qualcosa del genere.
    Inoltre, già la proposta include altri casi, altri artifizi in cui dovrebbe concretizzarsi la fattispecie. Per esempio se il genitore custode, senza necessariamente diffamare l’altro, tiene il minore lontano a lungo dalla frequentazione con l’altro genitore, già dovrebbe suonare un campanello d’allarme. Se ricordiamo le cronache, nel caso di Cittadella alla madre fu imputato di aver tenuto il figlio lontano dal padre per dieci mesi filati. Come ha detto la magistrata Simonetta Matone, se l’altro genitore si lascia esautorare, il rapporto non si recupera più.

    • ” Il semplice fatto che l’accusa sia stata lanciata, sporca l’accusato con un marchio di infamia che può non svanire mai.” Questo non è vero Balian, in un paese come l’Italia, dove persino quando il reo è colto in flagrante e confessa è definito dai giornalisti “un padre amorevole”: http://www.leggo.it/NEWS/ESTERI/separazione_moglie_uccide_figli/notizie/1374338.shtml
      Non raccontiamo balle inventando stigmatizzazioni che non esistono.
      Alla radice del problema c’è proprio l’impunità di cui gode chi si macchia di violenza intrafamiliare e, più in generale, chi si macchia di atti violenti contro donne e bambini: impunità sancita da una cultura che si ostina di associare l’aggettivo “amorevole” ad un individuo mosso da un sentimento meschino come la vendetta, che agisce con una modalità che definirla crudele sembra quasi un eufemismo…
      Quello che manca, a tutti questi discorsi, è la contestualizzazione. E il contesto italiano è quello in cui un omicidio efferato e crudele trova nel movente (http://www.thechronicle.it/parolisi-femminicidio/) addirittura la giusitificazione per ridurre la pena: povero, il maschio adultero, non aveva altra scelta che reiterare i colpi e lasciare agonizzante e mezza nuda una donna colpevole di essere cornuta…

  19. Balian ha detto:

    Sa qual è una differenza fondamentale tra Lei e me? Che io non mi sogno di negare l’esistenza di aspetti della realtà che Lei racconta, invece Lei, a chi esprime un parere diverso dal suo, dà del bugiardo, del ballista, dell’inventore, ben che vada del disonesto. Ma la realtà è più complessa di quel che Lei vuol vedere. Anche lo struzzo con la testa nella sabbia non vede e dice “quelle cose non esistono”.
    Io sono d’accordo con Lei su tante cose, la riduzione della condanna a Parolisi è assurda, per me potrebbero pure fucilarlo (era un militare no? facciamo valere la legge marziale); ci sono giornalisti cialtroni, ma la parola ‘amorevole’ non l’ho scritta io… Non darei mai del ballista a chi racconta la storia di Federico Barakat, non direi mai che non fa orrore, concordo che il sistema in quel caso abbia fallito. Ripeto, posso essere d’accordo con Lei su tante cose, ma Lei non sa che farsene del mio accordo, fa prima a darmi del ballista quando affermo che ci sono altri aspetti della realtà. Troppo facile.
    Ci sono violenze impunite, ci sono sui giornali pietismi assurdi regalati all’assassino, questo io non lo nego. E contemporaneamente ci sono altri casi di tenore opposto, e questi li nega Lei. Ci sono violenze impunite; e ci sono “non-violenze”, punite ingiustamente. Lei guarda da una parte sola, fa una scelta di miopia intenzionale.
    La blogger di abbattoimuri, esprimendo un’opinione sulle colleghe del mondo femminista insorte contro la Bongiorno, ha scritto “trovo che abbiano una visione parzialissima”, io non trovo parole più azzeccate.
    La commentatrice Ida ha scritto qui che fino a 10 padri su 100 sarebbero a rischio abusi sui minori. Cioè un milione di uomini italiani. Lei concorda con questa stima? Su cosa è basata? Non sarà il caso di rispondere a _quel_ numero con un bel “Non raccontiamo balle” invece che riservarlo al sottoscritto?

    • Io ho detto che sono false le seguenti affermazioni:
      (dal commento)”I concetti che sono stati sostenuti in questo post sono :
      1) Questa discussione non dovrebbe nemmeno iniziare, l’unica cosa che conta è la violenza degli uomini su donne e bambini; di tutto il resto non si deve neanche parlare
      2) Le accuse delle donne agli uomini sono sempre vere, non esistono le false accuse…”
      Dove avrei sostenuto queste cose?
      Dove?
      Attribuirmi affermazioni che non ho mai vergato è un modo disonesto di argomentare. Questo ho scritto io.

      Poi: “ci sono “non-violenze”, punite ingiustamente”. E’ una ipotesi che io non nego affatto. La stessa Antonella Penati è una vittima di una vicenda del genere: il Tribunale decise di toglierle la potestà genitoriale (all’epoca si parlava ancora di potestà) perché venne accusata ingiustamente di essere una madre “ipertutelante” che voleva minare il rapporto padre-figlio. Quindi è assurdo accusarmi di non riconoscere il problema, visto che io per prima ne scrivo.

      Che cosa dovrei dire di qualcuno che discute così?

      • Balian ha detto:

        Siete così rabbiose che non vi siete accorte, né Lei né Manuela Ulivi, che nel frattempo l’avvocata Bongiorno ha modificato la proposta di legge.
        Il nuovo link é

        Fai clic per accedere a Disposizioni-penali-in-tema-di-abuso-delle-relazioni-familiari-o-di-affido.pdf

        E guardate un po’: l’avvocata sta ragionando sui suggerimenti ricevuti, e con la calma delle persone forti, ha corretto la potestà (parola che non c’è più) in responsabilità.
        Gran parte dello scritto della Ulivi non ha più fondamento.
        Apprezzerete il passo avanti ? (Coi miei poteri paragnostici, ho una mia previsione…)

      • Apprezzare il passo avanti? A casa mia si chiama “figuraccia”, o anche arroganza. Pretendere di scrivere una proposta di legge su un argomento che evidentemente si disconosce, come la chiami tu? Stiamo parlando di un cambiamento importante, del quale si è discusso molto. Lei dov’era? La legge è il suo mestiere.
        Inoltre, pensi che basti sostituire una parola per risolvere il problema? “La proposta di legge, così come è formulata, riporta una visione arretrata e superata delle relazioni familiari.” E’ la visione che sottende l’intero progetto che si basa su un’idea di genitorialità intesa come esercizio di un potere, e la prospettiva adultocentrica non muta solo sostituendo una parola con un’altra.
        Mi fa piacere che glissi sulle bugie che hai scritto a proposito di questo blog, e ne aggiungi delle altre: la rabbia esattamente da quali espressioni la evinci?
        La rabbia, caro Balian, non c’entra niente. Non è una questione di sentimenti. Tutte le obiezioni mosse sono il frutto di ponderate riflessioni.

  20. Elisa Moretto ha detto:

    Ciao io 4 anni fa sono finita all’ospedale per l’ennesima percossa ,in presenza della mia bambina sono stata refertata dall’ospedale,dove è stato riportato sul referto in presenza di minore,dopo qualche tempo siamo andati in processo penale ,alla fine è stato assolto,il pm ricontatta il mio avvocato penalista dicendo che c’è stato un errore giudiziario,si dovrà ripetere il processo contro il mio ex convivente,ad oggi,dopo anni lui il mio ex continua a minacciarmi di volermi fare togliere la mia bambina per abbandono di minore, perché avrei trovato un lavoro ad un’ora di distanza dalla sua abitazione,il mio motivo di allontanarmi è lui, un lavoro dove sto facendo una prova,e comunque faccio avanti e indietro per vedere mia figlia,e sto cercando casa per portarla con me,,,lui ha presentato un ricorso al tribunale per abbandono di minore, quando nn lo è,,vuole chiedere l’affidamento esclusivo e su questo mi ricatta continuamente io mi sento morire dentro,,,se lui dev’essere processato e condannato come dicono può togliermi l’affidamento condiviso???

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